Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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Venerdì 21 ottobre abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra sede il Luogotenente Antonino Lisciandro Comandante della Stazione dei Carabinieri di Cerro Maggiore che ha tenuto una interessante serata sul tema “Prevenzione dalle truffe” illustrandoci quali sono gli accorgimenti che ognuno di noi può adottare per contrastare i malviventi che giornalmente agiscono con l’intendo di truffare e raggirare le persone, in particolare i “meno giovani” utilizzando trucchi e sotterfugi al fine di carpire la fiducia delle vittime, naturalmente a scopo fraudolento. E’ stata veramente una serata ben spesa nel corso della quale abbiamo potuto essere informati sulle tecniche utilizzate dai truffatori da quella del finto tecnico, al cambio del contatore, dal carrello della spesa o della ruota sgonfia, passando dalle finte interviste alla monetina a terra nel posteggio del supermercato arrivando addirittura ai finti Carabinieri e chi più ne ha più ne metta, si perché bisogna mettersi in testa che abbiamo a che fare con veri professionisti del crimine il cui unico scopo è quello di abbattere la nostra difesa e diffidenza e che, da veri attori quali sono, imparano dai propri “errori” affinando la propria tecnica di volta in volta. Al termine ci è stato consegnato un vademecum edito dall’Arma che raccoglie i consigli per evitare di cadere nella trappola, un ringraziamento quindi al Luogotenente Lisciandro per il tempo dedicatocie ai Soci presenti alla serata, a chi non c’era un consiglio….occhi aperti e prestare sempre attenzione.
Sabato 15 e domenica 16 ottobre nel Parco del Castello Sforzesco a Milano si è tenuta la Festa sezionale di autunno, quest’anno posticipata a causa dell’appuntamento elettorale dello scorso settembre e che ha visto una numerosa partecipazione di milanesi e non anche attirati dal tempo clemente e da manifestazioni sportive che si svolgevanoin zona in quei giorni. Un ringraziamento sentito a chi si è prestato a fare servizio che ha consentito, oltre che a portare una boccata di “ossigeno” alle casse sezionali, di presentarci alla comunità proponendo i nostri valori e le nostre tradizioni.
Sabato 8 ottobre mentre il gruppetto dei soliti volontari (ai quali tra l’altro va il ringraziamento di TUTTO il Gruppo) si impegnavano nel primo dei due sabati mattina dedicati alla manutenzione della nostra Sede, si è svolta a Milano la cerimonia in onore del Milite Ignoto la cui ricorrenza è stata celebrata in forma ufficiale in tutti i paesi d’Italia lo scorso anno in concomitanza con il centenario della traslazione della Salma all’Altare della Patria a Roma. Per dare comunque la possibilità ad un maggior numero di italiani di rendere omaggio a questa figura che rappresenta da oltre un secolo ogni soldato italiano caduto per la Patria, è stato istituito un convogliospeciale, esatta riproduzione di quello storico che il 4 novembre 1921 giunse alla stazione Termini e oggi denominato “Treno della Memoria” che, partito da Trieste il 6 ottobre in 17 tappe toccherà 730 stazioni sul territorio nazionale e che nella sua terza tappa è arrivato nel capoluogo lombardo fermandosi alla stazione di Porta Garibaldi.
All’inizio del primo conflitto mondiale vennero dislocati reparti lungo la catena alpina dal Monte Bianco al Pizzo Scalino con lo scopo di presidiare il confine Italo - Svizzeroda eventuali sconfinamenti da parte nemica. Alla 5° Armata appartenevano le truppe di copertura della occupazione Avanzata Frontiera Nord (OAFN) la cui funzione , in caso di avanzata tedesca sarebbe stata quella di effettuare interruzioni, scontri veloci e tutto ciò che potesse rallentarla. Nel settore Mera/Adda (Valchiavenna e Valtellina) furono dislocati repartitra i quali spiccavano 7 drappelli di Alpini sciatori dislocate in varie vallate di cui 2 in Valmalenco dove si teneva un corso per 200 sciatori al Rifugio Marinelli a quota 2.813 mt. Comandato dal Capitano Davide Valsecchi a sua volta esperto alpinista e sciatore. A causa delle abbondanti nevicate dell’inverno 1916 e intensificatesi nel marzo 1917, il 1° aprile presso il Rifugio Musella 28 alpini furono travolti da una valanga che causò 8 morti e 14 feriti.Il giorno successivo il Cap. Valsecchi ignaro di quanto accaduto inviò a valle 42 fra i suoi migliori alpini sciatori che nell’attraversare la Bocchetta delle Forbici furono a loro volta travolti da una seconda valanga che provocò nuovamente altri 15 morti. In totale furono 24 gli alpini caduti mentre un altro morì in seguito a cause delle gravi ferite. I resti dei caduti furono sepolti parte nel cimitero di lanzada e parte nel piccolo cimitero eretto nel vallone dello Scerscen e successivamente tutti traslati nel Sacrario Militare di Sondrio. Ogni anno gli Alpini della Sezione Valtellinese e del Gruppo di Lanzada organizzano un pellegrinaggio in ricordo della tragedia e quest’anno la commemorazione si è tenuta proprio presso il Rifugio Marinelli raggiunto da molti partecipanti nel pomeriggio di venerdì 5 agosto, mentre altri come il sottoscritto, hanno affrontato all’alba di sabato 6 la salita che da Campo Moro ci ha ricongiunti agli alpini già presenti.
Anche per chi non le ha fatte. Proprio in questi giorni si parla di fine vacanze/ferie, di rientro a scuola, di ripresa della vita normale, casa - lavoro com’è giusto che sia. Per quanto riguarda la vita del nostro gruppo ci si prova, dopo la batosta del covid che ha creato notevoli disagi, anzi più che notevoli. Sembra brutto dirlo o scriverlo ma quest’accidentiha dato, per non dire imposto, l’opportunità di testare la validità della nostra società, della nostra nazione fino a toccare le realtà di tutti noi, famiglia e vita associativa ed è ciò che sta avvenendo anche nel nostro gruppo. Detto questo veniamo al perché di questo articolo. Pensando alle ferie/vacanze mi è venuto spontaneo un paragone con la vita militare, a quando si tornava dallalicenza più o meno lunga o licenza premio che dir si voglia; non parliamo poi dell’ ordinaria. Com’era il rientro, in treno, in pullman poi a piedi fino alla porta carraia dove ti aspettava l’ufficiale di guardiao il piantone in garitta il quale senza parlare ti faceva capire che la pacchia era finita? A questo proposito mi è capitato fra le mani un ricordo scritto daun amico, tra l’altro ex tenente alpino. Lui si è capace di scrivere bene, anzi, a parer mio, benissimo, a tal punto che con la penna riescequasi a “filmare” quanto scrive. Almeno questo succede a me e lo riconfermo ma non perché lui è un mio amico, non è una ruffianata, ma perché con il suo stile letterario è capace di farmi vedere, quasi rivivere,il contenuto di quanto scrive; in questo modo, o per suggestione o per altro che dir si voglia, ne avvantaggia il piacere della lettura in genere, in particolaredi questa sua esperienza chevi propongo sperando che altrettanto avvenga a voi e che alla fine della letturariusciate perfino a sorridere …
Confesso che l’editoriale dal titolo “VIVERE E’ CAMBIARE” pubblicato sull’ultimo numero de L’ALPINO a firma del Direttore uscente Don Bruno Fasani quale commiato dopo dieci anni alla guida del nostro giornale nazionale è quello che mi vede completamente partecipe e nel quale mi riconosco appieno. Voglio sottolineare alcuni passaggi significativi: “dieci anni alla direzione sono più che sufficienti a dare il massimo”, “cadere nell’abitudine e nella pigrizia mentale cullandosi nel fatto di avere sempre fatto così”, “voler rimanere al timone ad oltranza in un ruolo che diventa alla fine un nido”. Ebbene penso che questi stati d’animo siano applicabili ad ogni ambito della vita di ognuno di noi, da quella lavorativa a quella degli interessi personali passando, perché no, da quella associativa. Sono diventato capogruppo all’età di 25 anni e lo sono tutt’ora e ricordo che dalle prime riunioni vedevo attorno a me altri capigruppo di poco più “vecchi” di me…e se tutt’oggi alcuni ricoprono ancora la stessa carica, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va. Non si può non pensare che quel “si è sempre fatto così” non incida sulla vita associativa e sulle scelte che vengono fatte all’interno dei Gruppi e se, sempre come dice Don Fasani, la vita e la vitalità dei Gruppi discende dalla qualità di chi è al comando, è presuntuoso sperare che una carica ad oltranza non possa soffrire di una stanchezza mentale che rischia di sconfinare nell’apatia. Paragonando il Gruppo, le Sezioni e l’Associazione stessa ad una azienda-famiglia non posso ricordare i (purtroppo) tanti esempi di ditte fiorenti che alla scomparsa del vecchio fondatore sono miseramente fallite a causa dei figli incapaci e certamente mancanti dello spirito di impegno del patriarca che però a sua volta aveva avuto magari il difetto di non volere insegnare o delegare.
Il 18 giugno 2021 Giuseppe Parazzini, il Beppe nazionale ci lasciava, andava avanti e raggiungeva gli amici che lo avevano preceduto nel Paradiso di Cantore dove sicuramente aveva riservato un posto d’onore per quello che aveva fatto per la nostra Associazione, per molti dei nostri Gruppi ( e il nostro è un esempio lampante della riconoscenza che dobbiamo a questo Uomo che è sempre stato coerente con i propri ideali). E sabato 18 giugno 2022, ad un anno esatto dalla sua scomparsa, gli amici alpini del Gruppo di Bareggio al quale apparteneva, hanno chiesto ed ottenuto di poter intitolare il Gruppo stesso alla Sua memoria con una cerimonia che, malgrado il clima torrido e la giornata semi-festiva ha visto convergere nella cittadina una moltitudine di alpini provenienti da diverse Regioni per manifestare il proprio affetto ai figli Luca e Francesco e alle loro famiglie nel ricordo di quello che viene ricordato fra i più amati Presidenti ANA. Erano presenti infatti numerosi Vessili Sezionali e decine di Gagliardetti e tanti, tanti amici che, dopo l’Alzabandiera nel piazzale antistante il Municipio e l’Inno Nazionale accompagnato dalla Fanfara alpina di Magenta, si sono recati nella Chiesa parrocchiale che è risultata presto piena in ogni ordine di posto e partecipato alla S. Messa nel corso della quale il sacerdote ha fatto notare come in quest’anno in molte parti d’Italia quasi con un tacito passa parola le iniziative in ricordo di Beppe siano state veramente numerose, a conferma del segno lasciato in tutti noi.
Lo dico subito: non ci sono stato. Ci tenevo molto, moltissimo, ma come per l’adunata, ho dovuto arrendermi per forza maggiore. Ripeto: ci tenevo moltissimo ma non per la cerimonia in se stessamolto simile a tante a cui avevo partecipato ma per qualcosa in più che l'haresa pressoché unica: è statoil raggiungimento di un traguardo la cui fatica è nota solo a chi ha dovuto lottare contro tutto e contro tutti. Tutti i gruppi che hanno costruito la sede da zeroo l’hanno realizzata in svariati modiperfino amicali in accordo con altre realtà presenti nel paese ecc., tutti sanno le acrobazie e l’impegno richiesto per arrivare alla meta. La storia di Arconate, fino alla data del 12/6/2022, merita un capitolo a parte. Sommariamente: nella “notte”dei tempi il sottoscritto assieme al capogruppo Franco Maggioni ci recammo a visitare il gruppo di Arconate in piena attività nella costruzione della sedee successivamente godemmo con loro quando raggiunsero il compimento del loro obiettivo; noi, allora, eravamo solo con l’idea, il desiderio dipoter avere in San Vittore Olona, la nostra baita. Tante speranze e tanti dubbi e ricerche che a furia di dai e dai ci accompagnarono alla realizzazione della nostra sede che, peccando del legittimo orgoglio, per noi è la più bella di tutte. Arrivò la tragedia per il gruppo Alpini Arconate: il doloso incendio della sede. Una batosta che non tioffre nessuno spiraglio di uscita ma solo la rabbia e lo sconforto dopo tanti sacrifici. Ecco perché questa inaugurazione è diventata un simbolo, un esempio di tenacia tipicamente alpina: voler ripartire sapendo, ma non del tutto, a cosa si andava incontro con il proposito di riprovarci, di voler a tutti costi, realizzare la prima aspirazione di ogni gruppo: avere la propria casa, la propria baita. Seguimmo nel tempo, negli anni, la tribolazione dei nostri vicini, una tribolazione mista all’irritazione per i costanti palettirichiesti o imposti da una burocrazia sempre più farraginosa assiemealla latitanza nei tempi di risposta che avrebbero fiaccato la volontà di chiunque.
Ero stato destinato con una cinquantina di alpini, nella nostra sezione, alla frazione di Cornino in una tenda abbandonata dalla Croce Rossa,in adiacenza alla stazione ferroviaria di cui era rimasta una sola fonte e i9n prossimità di un campo da calcio, sede di una tendopoli. Detta destinazione costituiva un distaccamento del campo N° 6 di Maioano super affollato nel mese di agosto.Il nostro compito era di eseguire lavori per riattare le case danneggiate nelle frazioni vicine su indicazione del comune di Milano. Ne ero convinto di non poter far niente per un alpino reduce di Russia ( con un braccio amputato ) per sistemare un ampio garage che gli avrebbe permesso di passare il prossimo 9inverno avendo avuta distrutta la casa; purtroppo detto garage aveva tutti i muri perimetrali, portanti la soletta piana, inclinati di circa 40 centimetri e pertanto ogni intervento poteva essere causa di crollo definitivo: Saputo ciò un nostro alpino capomastro ( Vittorio Bortolussi ) di origine friulana mi imponeva: “ Dammi gli uomini che scelgo io ( alpini legnanesi), il materiale e non rompermi….” Contro ogni logica tecnica e pratica. Ho raccomandato la puntellazione del solaio e mi sono raccomandato a san Maurizio. Si sono demoliti e ricostruiti fondazioni e muri a piombo demolendo quelli inclinati a sostegno del solaio di copertura per frazioni e in tempi diversi; il tutto ben conoscendo che andavano completati nei soli 3 giorni alla scadenza del t turno per il rientro. Ho raccomandato poi al proprietario di togliere i puntelli alla soletta solo dopo almeno una settimana. Durante il viaggio di ritorno ho appreso che alla mattina prima di partire, per completare l’opera, erano stati tolti i puntelli senza constatare alcun cedimento ( miracoli che solo gli alpini sanno fare). Cito altro fatto.
20 Marzo 2022 è la data in cui il nostro gruppo ha partecipato all’evento; ben diverso dall’ultimo quello di tre anni fa prima del Covid che, purtroppo, per due anni ci ha impedito di celebrare questa festa. Anche quest’anno l’abbiamo festeggiata in forma ridotta. Ore 9.30 alzabandiera con una discreta presenza e, sempre graditissima, la musica del Corpo Bandistico che, veri amici, ringraziamo di cuore. Ore 10 la Santa Messa al Santuario celebrata dal nostro Parroco Don Marco che ringraziamo anche per le belle parole che ci ha rivolto. Ore 11.30 aperitivo con pochi presenti perché la maggior parte delle persone si era diretta verso casa…… con la mascherina sulla bocca.
E finalmente dopo due anni di forzata inattività dovuta alla pandemia la SIA ha ripreso ad effettuare le proprie uscite addestrative secondo il programma stilato nell’uscita di dicembre al Rifugio Porta e che questo mese prevedeva la risalita del sentiero attrezzato della Cresta della Giumenta, una via molto panoramica che collega il Monte Magnodeno al Resegone terminando in prossimità del Bivacco Ghislandi presso il Passo del Fò. E’ doveroso comunque dire che la “forzata inattività” è un eufemismo in quanto in questi due anni tutti i volontari non hanno potuto andare in montagna, ma hanno contribuito in molti modi all’emergenza sanitaria nei centri vaccinali e nei servizi legati all’emergenza sanitaria.
Penso che sul fatto che il dittatore Putin abbia commesso una atrocità senza precedenti, almeno negli ultimi 80 anni, sconvolgendo una situazione di pace, legalità e conquistata democrazia per uno dei tanti popoli che per decenni hanno patito sotto il tallone dell’Unione Sovietica, ognuno di noi, ogni essere umano che si ribella alla prepotenza e alla tirannia, non possa che essere concorde con quanto sta facendo il mondo libero affinché tale scempio cessi al più presto (nel momento in cui scrivo Kiev sta per essere “conquistata”). E la soppressione, come vediamo alla televisione, sta colpendo duramente anche le persone oneste, non inquadrate o raggirate che all’interno della Russia manifestano il proprio disappunto e contrarietà a questa invasione di un paese sovrano e sulla propria pelle scontano una repressione che li segnerà per tutta la vita. Quello che forse il tiranno degno erede dei suoi predecessori da Hitler, Mussolini, Saddam, Gheddafi ecc. non aveva previsto è la reazione a livello mondiale contro questa sua “mossa strategica” che ha già provocato migliaia di vittime innocenti. Ebbene, parafrasando la celebre canzone “Bocca di Rosa” di Fabrizio de’ Andrè la cui frase finale è riportata nel titolo dell’articolo, se è vero che dai diamanti non nasce niente è altrettanto vero che, come finisce la canzone “dal letame nascono i fiori”. Beh, sig. putin (si in minuscolo perché non sei degno di un nome umano) in quanto a paragone con il letame, penso nessuno abbia obiezioni a parte l’offesa al letame stesso, ma il fiore che tuo malgrado hai fatto nascere dalla tua follia è quello della solidarietà a livello planetario che hai scatenato per aiutare quella povera gente che vorresti eliminare, certo sembra poca cosa di fronte alle tue armi e ai tuoi soldati poco più che ragazzi che forse non sanno nemmeno cosa stanno facendo, ma tutti noi che dall’inizio di questa sporca guerra ci stiamo adoperando in vari modi per alleviarne le pene, abbiamo una cosa che tu non avrai mai il rispetto di noi stessi e la coscienza pulita che ci fa addormentare la sera, stanchi ma soddisfatti del dovere compiuto, si badi bene dovere, non potere.
E da un’idea nata di getto la mattina del 28 gennaio, appena dopo l’inizio dell’invasione russa all’Ucraina, è nata l’iniziativa di raccogliere presso la nostra sede generi alimentari e di assistenza per aiutare quella popolazione martoriata sia sul posto che nei centri allestiti per gli affollati nei paesi vicini ed in Italia e possiamo dire con soddisfazione che la nostra proposta ha riscosso da subito un grande successo grazie alla generosità della popolazione, anche di paesi vicini, che giornalmente e per tre settimane ha fatto tappa nella nostra baita per portare un aiuto fatto veramente col cuore. Abbiamo visto arrivare gente con l’auto piena di cibo e la donnina in bicicletta che lasciava il pacchettino con due omogeneizzati quasi scusandosi di non poter dare di più, tutti comunque accomunati dal desiderio di portare un poco di sollievo a chi vive una situazione tragica e vede la propria vita disintegrata e stravolta all’improvviso. Al termine della raccolta durata dal 28 febbraio al 18 marzo abbiamo raccolto e consegnato ben oltre 2000 Kg. Fra generi alimentari, prodotti per l’infanzia, pannolini e articoli per la pulizia, nonché generi di pronto soccorso per chi stava rischiando la propria vita per difendere la sua casa. Non possiamo che dirci soddisfatti della fiducia accordataci dalla gente e della possibilità che ci è stata offerta di sentirci parte della comunità. Grazie a tutti.
E la Protezione Civile torna a scuola (Aprile 2022)
E LA PROTEZIONE CIVILE TORNA A SCUOLA
Ed è cosi che martedì 1 marzo le diverse componenti della Protezione Civile facenti parte del C.C.V. della città metropolitana di Milano hanno fatto tappa a Paderno Dugnano, ospiti delle Scuole Elementari Don Milani per una dimostrazione pratica delle tecniche e dei materiali utilizzati per fronteggiare eventuali emergenze di tipo idrogeologico ed antincendio, il tutto inserito nel programma: “anche io sono Protezione Civile”. Come sempre le squadre di volontari erano presenti sul posto con largo anticipo, anche se il tempo a disposizione è servito per i saluti fra personale addetto alle dimostrazioni che oramai fanno un po’ squadra comune in queste manifestazioni in quanto i personaggi presenti … sono sempre quelli, anche se la nostra P.C. sezionale ha messo sul tavolo la carta vincente: la nostra segretaria Giulia che ha abbassato notevolmente l’età media dei volontari. Scherzi a parte c’è veramente bisogno di un nuovo ingresso ed impegno di nuove leve per le attività che ci impegniamo a promuovere. Comunque alla fine le varie classi hanno fatto il loro ingresso nel cortile dove erano state predisposte le varie postazioni delle varie associazioni presenti, dal centro radio, all’utilizzo delle manichette antincendio, all’utilizzo degli idranti alla preparazione e sistemazione dei sacchetti di sabbia utilizzati per “riparare” gli argini compromessi, e questa ultima componente riguardava noi alpini.
Purtroppo da un po' di tempo, per causa di forza maggiore, sono impossibilitato a recarmi in sede ma esiste fortunatamente il telefono che mi informa come qualcosa si muova … almeno così sembra o meglio si spera con st’accidente di covid-19 che ci tiene ancora sulle spine. Oltre al telefono esiste anche il ns. Penna Nera dove leggo, fra le date da ricordare, che il 20.03. si svolgerà la festa del gruppo: mi è stato detto però che, dopo la S. ta Messa con precedente cerimonia dell’alza bandiera in sede davanti la nostra Baita, tutti prenderanno la strada di casa e non ci sarebbe il pranzo per altro fattibile con tutti gli accorgimenti richiesti dall’attuale situazione sanitaria. Sembra che la causa sia motivata dalla latitanza dei soci.Sinceramente è difficile pensare all’unica FESTA ASSOCIATIVA DEL GRUPPO durante la quale, dopo la sacralità della cerimonia religiosa, non esista il momento famigliare con “i piedi sotto la tavola” come vuole la “collaudata tradizione alpina”. Se fosse vero quanto mi sembra di aver capito riguardo la “diserzione” dei soci diventa pressoché difficile immaginare la chiesa con una notevole presenza di alpini assieme alle autorità convenute e onorati oltre che dal sacerdote che quattro parole di numero le dovrà pur dire durante la S. Messa, ripeto onorati e festeggiati anche dagli amici della banda e dalla popolazione. Considerando la fatica di chi opera in cucina e quella di altri che non sono lì a pettinare le bambole per il buon esito della festa è sequenziale e scontato come la decisione del consiglio del ” no pranzo”, sia stata prospettata, a malincuore, dalla temuta assenza o, vediamola in positivo, da una striminzita presenza degli iscritti come avviene del resto durante l’anno per la maggior parte delle cene, o disnarelli che dir si voglia. Meno male che in quelle occasioni esistono gli amici e/o i simpatizzanti.Tirando i remi in barca: se il giorno 20/03 gli alpini iscritti al Gruppo si presentassero in numero ridotto sia alla cerimonia civile dell’alzabandiera, alla S. ta Messa e, a seguire, pressoché assenti anche nel momento ”conviviale” credo, anzi sono fermamente convinto, che faremmo una figura a dir poco infelice, altro che Festa del Gruppo.Siccome questa prospettiva non mi entusiasma particolarmente, opterei alla fine, fra un’ipotesi e l’altra, per una semplice S. ta Messa, come si usa normalmente, in ricordo dei soci andati avanti senza esaltare la giornata con banda, autorità varie ecc. Ultima cosa e non meno importante: in questo esserci e non esserci, di non visibilità, non oso pensare ad un ormai prossimo “domani” quando, anche a causa della “sospensione” della leva, ci troveremo a non poter assolvere ai compiti che ci siamo volontariamente assunti negli ultimi 50 anni e che ci hanno dato credibilità e riconoscenza da parte della gente e ci porrà di fronte alla classe politica che se per un puro motivo anche ipotetico avesse qualche sassolino nella scarpa nei nostri confronti, potremmo passare dalla parte di quelle tante associazioni che esistono solo sulla carta.
Riprendendo finalmente il programma addestrativo previsto per i componenti della S.I.A. stilato nell’uscita di dicembre, domenica 16 gennaio la squadra si è recata all’Alpe Devero, località posta al centro dell’omonima valle. Il piccolo centro abitato è una frazione di Baceno, un comune della provincia del Verbano-Cusio-Ossola. L'Alpe, storico insediamento di pascoli per l'allevamento del bestiame, si trova a 1634 metri s.l.m. di altitudine, all'interno dell'area protetta del Parco naturale dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero. La piana del Devero è un ampio pianoro circondato dai boschi di larici e dalle vette del Monte Cervandone, Punta della Rossa, Pizzo Cornera e Pizzo Fizzi. All’alba il ritrovo all’uscita di Legnano dell’autostrada con agli amici del Gruppo di Melzo ed insieme abbiamo aspettato l’arrivo del pulmino della P.C. in arrivo da Cesano Maderno e poi via, finalmente di nuovo insieme per tornare a calzare scarponi e godere delle emozioni che solo la montagna può dare. Dopo un paio d’ore arrivo all’imbocco dell’alpe constatando purtroppo la quasi totale mancanza di neve che in questo periodo e specialmente in questa zona dovrebbe farla da padrona, a causa del maledetto anticiclone che da oramai due mesi imperversa sul nord ovest italiano e che ci confina in uno scenario primaverile, nonché della sbarra che consente l’accesso al posteggio e relativi inizi sentieri. A chi si lamenta per il caro posteggio a Milano, suggerisco di provare a salire lassù per avere una amara sorpresa, ma tant’è oramai siamo qui e ci tocca, quindi smontiamo dal mezzo e dopo poco iniziamo la nostra salita cambiando in corso d’opera la nostra destinazione, decidiamo infatti di risalire in direzione nord est dal piccolo centro abitato dell’Alpe Devero e di Crampiolo e di dirigerci verso il lago Codelago (anche noto come Lago Devero), un bacino artificiale che occupa gran parte del fondovalle della Valle Devero e di compiere l’intero anello.
Anticipando la data canonica del25 dicembre: celebrazione del Santo Natale,glialpini si sono ritrovati la domenica del 12/12/2021 per mantenere la promessafatta dal Ten. Prisco e ormai statutariaper l’Associazione Nazionale Alpini … per non dimenticare i nostri morti, quelli che non tornarono più a “baita“ equelli che successivamente fino ai nostri giorni posero” lo zaino a terra” . La cerimonia iniziata già sul piazzale del Duomo di Milano e proseguita con la celebrazione della S.ta Messasi concluse con l’onore ai Cadutipresso il Sacrario Militare di Piazza Sant’Ambrogio. Due devozioni(quella religiosa e quella civile) si sono unite in un dovere che coinvolse totalmente la ns. Associazione. Purtroppo le disposizioni necessariamente imposte dall’autorità sanitaria hanno frenato l’affluenza degli Alpini in particolar modo dalle sezioni più lontane (ho visto il vessillo di Gemona, città che non si trova dietro l’angoloe questo significa qualcosa) comunque eravamo veramente in tanti schierati davanti a quella bellezza mondiale chiamata Duomo; siamo persino entrati in Chiesa durante la S.ta Messa, cosa non prevista fino all’ultimo se non ai prenotati fino a numero chiuso oltre all’aumento delle presenze consentite nel piazzale antistante: indubbiamente riandando alle precedenti annate eravamo in numero minore ma la nostra splendida Associazione c’era per intero, omaggiata dalle numerose presenze civili e militari. (a tal proposito e non voglio offendere nessuno ci mancherebbe altro, in queste manifestazioni di largo respiro ci sono sempre dei “sassolini nelle scarpe” chiamati interventi celebrativi: purtroppo abbastanza spesso, superanoquel tempo dopo il quale non ti ascolta più nessunocon la scontata conseguenza che, quegli stessiinterventi, siritorcono sugli oratori ma espressi con la fantasia degli astanti che si sbizzarriscein quei molteplici idiomi di cui è ricca la nostra lingua, dialetti compresi).
Innanzi tutto dopo avere reso il doveroso omaggio alla Bandiera, invito a un momento di raccoglimento in ricordo di quanti, alpini ed amici ci hanno lasciato nel corso dell’anno anche a causa della maledetta pandemia che tutt’oggi continua a condizionare le nostre vite, nonché alle persone a noi vicine che sono andate avanti come il nostro Socio e Amico Angelo Amboldi e l’ indimenticabile Presidente Beppe Parazzini. E’ indubbio che la situazione pandemica abbia condizionato e continui ad influire sulla nostra vita associativa con conseguenze negative e preoccupanti per quanto riguarda il futuro associativo e il fatto che questa situazione coinvolga anche altre forme di associazionismo non contribuisce certo a mitigare l’amarezza nel vedere la disaffezione nel frequentare la nostra sede, una latitanza che solo in parte è compensata dalla presenza alle, seppur poche, manifestazioni alle quali abbiamo partecipato. Infatti per l’organizzazione della vita del gruppo è indispensabile la presenza fisica dei soci, qualsiasi carica ricoprano, perché è frustrante ritrovarsi in una sala vuotae questo mi riporta alla parte finale della mia ultima relazione dello scorso marzo dove mi auguravo di essere smentito su questo tema ma che purtroppo ha avuto l’amara conferma di come divano, TV e pigrizia abbiano soppiantato la gioia di stare insieme ultimamente rafforzata dal fatto di avere dovuto annullare gli ultimi disnarelli, unica occasione di ritrovo fra i soci. Naturalmente anche a livello Nazionale le conseguenze si sono fatte sentire con l’esempio più eclatante dell’annullamento per il secondo anno consecutivo della nostra festa più importante, l’Adunata Nazionale tutt’ora in forse visto il nuovo propagarsi del virus,mentre come Sezione è stata realizzata la Festa d’autunno purtroppo rovinata dal maltempo preceduta dall’Assemblea Generale tenutasi lo scorso 30 maggio che ha visto subentrare alla Presidenza Sezionale Valerio Fusar Imperatore.
Come richiesto da regolamento. Il numero delle presenze fu soddisfacente: diciamoun buon 50%degli iscritti; va considerata l’impossibilità di alcuni a presenziare per svariati e validi motivi anche se rimane difficile giustificare l’assenza diqualcun altro. La partecipazione della Sezione fu garantita dal consiglierePiccioni del gruppo di Legnano. Come da prassiil saluto alla bandiera fu seguito dal ricordo di quanti “posero lo zaino a terra”: Angelo Amboldi del nostro gruppo assieme al mai scordato Beppe Parazzini mitico Past-President della nostra Associazione. La relazione morale del capogrupporiassunse a grandi linee il lavoro annuale svolto e contrassegnato da difficoltàoriginate in special modo dalle costrizioni imposte dalla pandemia che anche quest’anno ci pone un po’ tutticon le spalle al muro. Ovviamente questo rischia di rendere maggiormente difficoltosa la nostra vita associativa a tal punto da diventare un grosso dubbio circa la nostra più grande manifestazione associativa, leggesiadunata nazionale. Sarebbe per la terza volta con, a seguire, tutte le varie attività di ogni singola sezione o gruppo. Nonostante tutto ciò l’elenco di quanto fatto durantel’anno 2021 ci offre lo spunto per una piccola soddisfazione e quel tanto o poco che abbiamo realizzato ci porta anon perdere la fiducia nel domani. Il capogruppo rimarcò ancora una volta l’importanza della compartecipazione alla vita associativa, al nostro ritrovarsi in sede e se non proprio a cadenze consacrate, a non scomparire con assenze quasi annuali; tutto questo non è incoraggiante a quanti nei modi più svariati si sforzano di tirare la “carretta“.Varie le manifestazioni che ci hanno trovati impegnati: la Protezione Civile, il sito internet, il ns. notiziariovalido elemento di coesione fra i soci, il25 aprile, Nassiriya, 4 novembre con il ricordo dei caduti e l’incontro con le scuole, la castagnata presso la casa riposo, il supportonell’attività vaccinale anti-covid 19 espresso in svariate modalità, la visita ai cimiteri, ai nostri amici andati avantima non dimenticati, a seguire l’operazione Banco Alimentare dove l’incontro con la cittadinanza ci testimonia ancora una volta quanto sia la fiducia della gente nei nostri confronti, quasi una garanzia sulle loro offerte e , vivaddio, a confermare come la “ Penna Nera” significhi qualcosa per la nostra Comunità. Il ringraziamento del capogruppo a quanti si danno ”daffare” fu accompagnato dalla richiesta di un “cambio” per il prossimo mandato con la speranza di nuove idee meglio se supportate da ricambinon penalizzati dalla carta d’identità. La relazione finanziariaconcluse la prima parte della serata con la riconferma sulla quota associativa e del rinnovo dei consiglieri già in carica (tanto per non cambiare quanto su detto). Ambedue le relazioni senza particolari interventi furono approvate all’unanimità. Il consigliere sezionale relazionò i presentisulle novità inerenti alla cerimonia della S.ta Messa di Natale in quel di Milano e sulla partecipazione alla Fiera dell’Artigianato con uno spazio propositivo sull’attività dellans. Associazione oltre a comunicare come la Sezione si sia offerta ad intervenire e supportarel’intervento di restauro di una guglia del Duomo di Milano. Fra parentesi va detto come uno degli artisti che si occupano di questo settoresia il maestro e scultore Gagliardi Nicola residente nel nostro comune, autore di varie opere adesempiole porte bronzee della Chiesa Parrocchiale per quanto ci riguarda assieme al risanamento del famoso Alberto da Giussanobattezzata dai Legnanesi “l’Alberton” e, oltre svariate manifestazioni artistiche, impegnato nel restauro e realizzazione di oltre 150 copie di santi e profeti posizionati sulle guglie del Duomo di Milano; come a dire: una gloria per la nostra cittadina. Concludendo il consigliere rimarcò il dovere di una sinergia fra i soci del gruppoevidenziando come questa pandemia sia una difficoltàdecisamente negativa ma dal quale bisogna assolutamente uscirne con buona volontà, fiducia e nuove energie; tutte cose che ci hanno insegnato quanti ci hanno preceduto e loro fra guerre varie e l’Italia ridotta ad un cumulo di macerie la sapevano lunga.
Anche se sarebbe più giusto dire “al centro” delle manifestazioni del 4 novembre, si perché se fra gli articoli che compongono il nostro Statuto associativo uno dei più importanti, se non il più importante a mio parere, è quello che ci impone di tramandare alle nuove generazioni le nostre memorie storiche ed i valori che stanno alla base dell’A.N.A., la ripresa finalmente dopo due anni degli incontri con i bambini delle scuole è qualcosa che ci riempie di gioia. Quindi seppur in forma ridotta a causa delle restrizioni imposte dall’emergenza COVID siamo ritornati ad incontrarci con i nostri piccoli amici la mattina di giovedì 4 novembre, per noi sempre la data “ufficiale” della ricorrenza, e presso la Scuola Elementare paritaria di San Vittore Olona ci siamo intrattenuti per circa un’ora con gli alunni delle 5° classi oltre che di S. Vittore anche di Cerro Maggiore che ci hanno raggiunto in colonna per l’occasione. E quest’anno l’occasione era davvero speciale, infatti assieme al sottoscritto, era presente il nostro Socio Maggiore Davide Olgiati, in forza presso il 5° Reggimento Alpini di Vipiteno in licenza quei giorni che ha parlato ai ragazzi della sua esperienza con le stellette, degli scopi e delle finalità degli interventi ai quali ha partecipato in diverse parti del mondo con i contingenti delle Forze di Pace riscuotendo un notevole successo fra i ragazzi che, dopo il primo imbarazzo, l’hanno subissato di domande. E’ stata veramente una bella esperienza grazie anche al lavoro di preparazione svolto dagli insegnanti Elena e Loris ai quali va il nostro ringraziamento per averci spianato la strada e ai quali abbiamo rinnovato l’invito a venire a trovarci nella nostra casa. Lasciata la Scuola paritaria, ci siamo diretti alle Scuole Statali dove ci hanno raggiunto un altro paio di soci, il Sindaco Daniela Rossi e un rappresentanza della polizia Locale per la cerimonia dell’Alzabandiera alla presenza dei più numerosi alunni delle 5° classi che, inquadrati dalle maestre Loredana, Giulia, Giusy ed Alice, si sono schierati ed hanno cantato l’Inno Nazionale con partecipazione. Terminata la breve cerimonia, abbiamo accompagnato i bambini a rendere omaggio alla Tomba dei Caduti nel vicino cimitero dove è stato deposto un omaggio floreale, recitata la Preghiera ed ascoltato i pensieri dei bimbi. A termine abbiamo fatto ritorno a scuola e qui si è verificato un episodio veramente commovente. Infatti quando quasi tutti erano già rientrati nell’Istituto e mi stavo accomiatando dalla maestra una bimba, Aurora, è tornata indietro e mi ha messo in mano un portachiavi raffigurante un piccolo alpino con zaino in spalla e sguardo rivolto all’orizzonte dicendo che lo aveva comperato apposta per donarcelo in quella occasione. Inutile dire che la cosa ci ha commosso e personalmente non sono stato capace di dire nulla se non un piccolo grazie, per un gesto sicuramente importante. Grazie quindi Aurora, grazie a te, e grazie alle brave maestre (e maestro) che ci hanno consentito di passare una bella mattinata.
Nello scorso mese di novembre, abbiamo avuto il piacere di festeggiare il traguardo dei 90 e 92 anni di due nostri Soci: Isidoro Toso e Gildo
Lampugnani. Isidoro, accompagnato dal figlio Giorgio ha festeggiato il compleanno in sede, mentre Gildo, rispettando le norme di distanziamento, ha ricevuto la visita di una piccola delegazione presso la sua abitazione di Nerviano. Ad entrambi è stata donata una targa di ringraziamento a nome del Gruppo per l’impegno e la presenza sempre dimostrata, esempio e stimolo di partecipazione per tutti i Soci.
Volevo portarvi a conoscenza di una bella impressione riportata al termine della sfilata che ha concluso la cerimonia della messa in Duomo a Milano dello scorso 12 dicembre. Succede che in questa occasione, a causa della rotazione fra i Gruppi della Sezione, il nostro Gruppo sia stato incaricato di portare uno degli striscioni che hanno inframmezzato i vari blocchi del corteo che da l Duomo è arrivato al Sacrario in Piazza S. Ambrogio. Per questo motivo nei giorni precedenti ho rotto l’anima un po’ a tutti per trovare le persone che svolgessero questo compito, oltre al servizio con il Gagliardetto e con il Gonfalone del Comune (che alla fine è risultato assente) assicurando la propria presenza ed alla fine tutto è filato liscio grazie anche alla bella giornata. Ma quello che mi ha fatto veramente più piacere è stato ricevere alla fine i ringraziamenti di un nostro Socio presente per la prima volta alla manifestazione che non finiva di ringraziarci per averlo convinto a partecipare (anche se ha dato da subito la sua disponibilità) ed avergli permesso di vivere questa bella giornata alpina in una atmosfera di condivisione con i fratelli con la penna. Vi confesso di essermi sentito appagato per avere condiviso la gioia che provo ogni volta che mi capita di partecipare alle nostre manifestazioni che per chi le vive da sempre sono la norma, ma diventano una piacevole sorpresa per chi le vive per la prima volta. Grazie amico per le belle parole e naturalmente sarai presente nelle prossime occasioni.
Tutti sanno o dovrebbero sapere cosa significhi questa data per la nostraNazione: giornata dell’unità nazionalee delle forze armate assieme al ricordo dei caduti di tutte le guerre; è quanto ha celebrato la nostra comunità cittadina in data odiernadomenica 7/11/21. Il programma si svolse regolarmente: Santa Messa, onore al monumento dei caduti e successiva visita al cimitero con relativo alzabandiera e l’ esecuzione dell’ inno nazionale assieme alla popolazione a dir il vero un po’ risicata oltre ad una rappresentanza degli alunni delle scuole che parteciparono con letture inerenti alla cerimonia: come ovvio, corre l’obbligo di un ringraziamento ai loro insegnanti. Il discorso finale del sindaco concluse la mattinata. A questo puntouno potrebbe commentare “allora come gli altri anni?” e no perchéquesta ricorrenza a cadenza annuale venne arricchita, in maniera unica ed irripetibile, da un momento di particolare importanza conla cerimonia di intitolazione del piazzale antistante il cimitero al Milite Ignoto decorato dimedaglia d’oro econ il suoconferimento della cittadinanza onoraria.
E finalmente dopo la forzata sosta dovuta alla pandemia, a distanza di oltre un anno la squadra ha potuto effettuare l’uscita in montagna e la scelta della destinazione non poteva essere più appropriata: la visita e l’omaggio alla targa Mazzucchi in Grigna, quasi un ritorno alle origini della SIA quale auspicio di una nuova ripartenza. Ritrovo come sempre a Ballabio e salita ai Piani dei Resinelli dove, lasciate le auto, abbiamo intrapreso la salita che lungo il Sentiero delle Foppe ci ha condotto al Rifugio Rosalba da dove, dopo una breve sosta per ricompattarci, siamo ripartiti verso il Colle Garibaldi proseguendo poi verso il canalone dove è posta la targa in memoria di Giorgio Mazzucchi figlio di Franco, l’indimenticato fondatore della Squadra. Deposto un mazzo di fiori e recitata la Preghiera dell’Alpino, abbiamo fatto ritorno al Colle dove in un clima di ritrovata e sospirata amicizia abbiamo consumato il pranzo al sacco prima di fare ritorno a fondovalle soddisfatti di avere nuovamente mantenuto l’impegno preso anni fa, con la gioia di avere condiviso una splendida giornata con gli amici di sempre e l’augurio che questa sia solo la prima tappa di una ritrovata quotidianità.
Martedì 26 e mercoledì 27 ottobre si sono svolte in numerosi Istituti della Città Metropolitana di Milano degli incontri tra i Volontari e gli studenti allo scopo di illustrare le varie realtà che compongono la Protezione Civile. Personalmente ho partecipato alla giornata del 27 presso l’ITIS e Liceo Cartesio di Cinisello Balsamo dove nel corso della mattinata centinaia di studenti hanno interagito con i volontari che hanno mostrato alcune delle attività svolte in ambito di P.C. facendoli partecipare attivamente alle “esercitazioni” il tutto sotto la guida della Preside Chiara Arena, della Referente Prof.ssa Barbara Maltecca nonché di tutti gli altri insegnanti dei vari Istituti che hanno partecipato all’evento ai quali va il nostro ringraziamento per il loro impegno ed averci consentito di fare conoscere la P.C. ai giovani. Gli studenti infatti provenivano anche dal Liceo Casiraghi, dall’Istituto Montale, dagli Istituti de Nicola e dall’Istituto Professionale Falck, si può quindi immaginare l’impegni profuso per organizzare questo incontro fra diversi Istituti. Naturalmente prima di iniziare i lavori abbiamo fatto schierare tutti, ragazzi ed insegnanti sul piazzale ed eseguita a regola d’arte la cerimonia dell’Alzabandiera dopodiché suddivisi in gruppi delle rispettive classi, gli studenti seguivano una sorta di “giro” nelle varie postazioni ognuna affidata ad una associazione di volontariato e dove potevano cimentarsi nelle varie tipologie di intervento che spaziavano dalle tecniche di pronto soccorso, alle tecniche antincendio, all’utilizzo delle manichette, al montaggio di una tenda, alla spiegazione dei rischi idrogeologici nonché sul comportamento da tenere in situazioni di emergenza ed in caso di calamità. E’ stata indubbiamente una mattinata proficua, dove i ragazzi si sono dimostrati interessati a quanto veniva loro proposto e che ci ha dato la possibilità di gettare un piccolo seme che, se germoglierà, potrebbe un domani portare qualcuno di loro a continuare il nostro servizio.
Come consuetudine oramai da molti anni, anche questo 1 novembre abbiamo voluto ricordare i nostri Soci “andati avanti” e ci siamo quindi recati in tutti i Cimiteri della zona a portare un piccolo ricordo sulla tomba di questi nostri amici. E’ stato come sempre un atto compiuto col cuore e un doveroso riconoscimento alla memoria di questi Alpini ed Amici ed in ogni luogo abbiamo raccolto il plauso della gente che apprezzava l’iniziativa . Anche questo fa parte del motto scolpito sulla Colonna Mozza. “PER NON DIMENTICARE”.
E finalmente dopo un anno e mezzo di clausura dovuto alla pandemia, abbiamo potuto ritrovarci per una NOSTRA manifestazione, un (seppur ridotto, ma non troppo) raduno alpino e l’occasione ce l’hanno data gli amici del Gruppo di Bresso che domenica 10 settembre hanno festeggiato il loro 50° anniversario di fondazione organizzando, primi assoluti, la prima ricorrenza in presenza che ha visto la partecipazione di un gran numero di alpini e gente comune che ha dimostrato la voglia di ricominciare a vivere dopo tanti lutti e limitazioni. E come nel “sabato del villaggio” il tempo trascorso nell’attesa della partenza del corteo è stato il più sentito in quanto abbiamo riscoperto la gioia di ritrovarci e di rivedere visi sotto il cappello che non vedevamo da tempo e di vivere la bella sensazione di un ritorno alla normalità seppur coperti dalle odiose mascherine che sono oramai diventate parte della nostra vita. Tutto comunque si è svolto per il meglio e malgrado le innumerevoli soste (ma quanti monumenti hanno a Bresso !!!) abbiamo ritrovato il piacere di sfilare come non facevamo da tanto, troppo tempo.Un grazie quindi agli amici di Bresso per questa opportunità che ci hanno dato e per l’impegno profuso nell’organizzazione dell’evento che normalmente è sempre oneroso, ma che in questa occasione sarà stato certamente titanico.
La Carovana della Prevenzione è il programma Nazionale itinerante di prevenzione della salute femminile di Komen Italia che offre ad un pubblico sempre più ampio attività gratuite di sensibilizzazione prevenzione delle principali patologie oncologiche di genere. In particolare la carovana si rivolge a donne che vivono in condizioni di disagio sociale ed economico e che per questo dedicano meno attenzione alla propria salute.La tutela della salute femminile ha importanti ricadute sul benessere della collettività, per il ruolo della donna in ambito familiare, lavorativo e sociale. La carovana ha svolto 374 giornate di promozione della salute femminile in 16 regioni italiane, offrendo oltre 34.000 prestazioni mediche gratuite ed è per questo che abbiamo raccolto la richiesta di collaborazione in una di queste tappe sostituendo i volontari che normalmente si occupano del trasferimento e dell’allestimento della struttura che per tre giorni, all’inizio di settembre, ha fatto tappa presso il McArthurGlen di Serravalle Scrivia. Raggiunta in treno Bologna dove si era svolta l’ultima tappa, abbiamo preso possesso dei giganteschi camper rosa che abbiamo portato a Serravalle procedendo poi alla preparazione del “campo” sotto la guida del personale e dei volontari dell’Organizzazione che da veri nomadi si spostano ogni due-tre giorni da una parte all’altra dell’Italia e che sono quindi allenate/i a far nascere dal nulla un presidio avanzato di prevenzione oncologica.
Mercoledì 20 ottobre, su invito della Dott.ssa Soldadino Coordinatrice della Casa Famiglia Mantovani di San Vittore Olona, un gruppetto dei “nostri” ha dedicato un pomeriggio agli ospiti allestendo una castagnata che ha riscosso un notevole successo. Piazzati nel cortile della struttura, abbiamo cotto le castagne che appena venivano tolte dalla “bascariola” prendevano la strada (o meglio le scale) ed arrivavano nel salone principale dove erano riuniti tutti i nonnini in attesa, allietati dalle musiche e canzoni alpine trasmesse ininterrottamente e che invitavano all’allegria. Terminata la cottura, ci siamo recati a nostra volta nel salone dove, con uno strappo alla regola, ci è stato offerto un buon bicchiere e ci siamo intrattenuti con gli ospiti cantando insieme a loro le nostre canzoni, aiutati nell’impresa dalla simpatia e disponibilità delle operatrici Elena, Paola, Letizia, Valentina (e mi scuso se ne dimentico qualcuna). E’ stato veramente un bel pomeriggio, che ci ha ridato la gioia di ritrovarci insieme col Cappello in testa a fare qualcosa di buono per gli altri e ci auguriamo sia un segno di ripresa delle nostre normali attività.
E finalmente, dopo le restrizioni dovute alla pandemia, sembra che si possa, seppur con le dovute precauzioni, tornare a trovare i ragazzi nelle scuole per portare la nostra modesta esperienza in tema di sicurezza e Protezione Civile. Contattato dall’Assessore Ghilardi, addetto alla zona 7 del Comune di Milano, l’amico e volontario di P.C. della nostra Sezione, Antonino Zanghi sta incontrando gli studenti di diverse scuole medie e superiori per parlare della Protezione Civile, delle problematiche legate all’eventuale emergenza in caso di emergenza idro-geologica, dei rischi presenti nella nostra zona, nonché dei comportamenti da tenere per evitare incidenti. Mercoledì 15 settembre ho quindi avuto il piacere di affiancarlo in due sessioni di incontro con 6 classi delle prime superiori, per un totale di circa 170 ragazze e ragazzi, dell’Istituto di Istruzione Superiore “SRAFFA” che si trova in via Zoia in zona S. Siro, grazie alla disponibilità della Direzione Scolastica e all’impegni dei docenti coordinati dalla Referente Prof.ssa Galliano