Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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Il giorno 9 marzo è stato un giorno triste per noi alpini che abbiamo dovuto dare l’estremo addio al decano del nostro Gruppo, il Vecio Isidoro Toso è andato avanti. Classe 1931 era nato a Rovigo il 22 febbraio e dal settembre 1952 al marzo del ’54 aveva prestato servizio militare nella Brigata Alpina Tridentina nella 6° Comp. Del Genio Pionieri e sin da subito si era iscritto all’Associazione diventando una figura famigliare per noi (all’epoca) bocia che abbiamo sempre potuto contare sulla sua presenza in sede e alle nostre manifestazioni sino agli ultimi tempi malgrado gli acciacchi e l’inesorabile trascorrere del tempo. Purtroppo la scomparsa dell’amata Angela lo scorso ottobre lo aveva profondamente provato e da allora non si era più ripreso dovendo essere ricoverato presso una struttura per la riabilitazione accudito dai figli Giorgio e Paolo, entrambi alpini e soci del Gruppo che gli sono stati vicini sino alla fine. A noi piace ricordarlo quando nel novembre del 2021 l’abbiamo festeggiato in sede in occasione del suo 90° compleanno, l’ultima volta in cui abbiamo avuto il piacere della sua compagnia. A Paolo, Giorgio e alle loro famiglie l’affetto e la vicinanza del Gruppo.
E' passato tanto tempo, troppo, e come tutti sanno, dopo l’esperienza del biennio/triennio trascorso, finalmente la normalità riprende. Spesso questa interruzione, ovviamente non cercata e tanto meno voluta, mi ricorda un carrolasciato in perfetta inattività per un tempo infinito e che si riprende ad utilizzare. Qualche asse che si schioda e si stacca , una o due ruote sbilenca e cigolii a non finire come soffrisse di dolorosissime artrosi; comunque siamo ripartiti. Nella giornata del 5 marzo ’23 gli amici del coro“Voci del Rosa” di Busto Arsizio sono tornati per continuare e, speriamo tanto nel prossimo futuro, a vivere in collaborazione con il nostro gruppo alpini un momento di compagnia e di musica presso la CASA FAMIGLIAdi San Vittore Olona. Ovviamente hanno fatto la loro parte in maniera consueta ossia egregiamente mentre gli alpini del gruppo assieme ad amicie parenti degli ospitisupportavano con applausi, ovviamente non richiesti ma dovuti. Il sorriso degli ospiti tradiva la soddisfazione del momento alternandola a spontanei “bravi alpini” in realtà erano i coristi meritevoli, "i bravi” del momento! Mi piace riportare quanto uno dei coristi sottovoce mi disse: quasi quasi non riesco a capire la differenza fra noi e loro (gli ospiti) purtroppo la famosa “livella”, sì quella di Totò, sorella gemella della carta d’identità non fa sconti a nessuno.
Su invito dei Municipi di varie zone di Milano ed in accordo con il CCV (Centro Coordinamento Volontari) della Città Metropolitana sono stati programmati e realizzati numerosi incontri con studenti di vari istituti milanesi di primo e secondo grado con lo scopo di far conoscere la Protezione Civile, di illustrarne gli scopi e le attrezzature, nonché istillare nei ragazzi il senso di responsabilità grazie al quale ognuno di noi nel suo piccolo può contribuire a mitigare i pericoli. Sono stati effettuati appunto una serie di incontri in classe dove con l’aiuto di slide e filmati è stata espletata la parte teorica alla quale hanno fatto seguito degli incontri “sul campo” all’aperto dove i ragazzi hanno potuto venire a contatto fisicamente con le attrezzature utilizzate in ambito di Protezione Civile il tutto, è giusto ricordarlo, grazie all’impegno instancabile dell’alpino Tony Zanghi che ha preso a cuore questa iniziativa ed è diventato il punto di riferimento nel progetto scuole ed il tramite fra i volontari, il Comune e le Direzioni didattiche, cosa questa che richiede uno sforzo paragonabile ad un intervento in emergenza. Personalmente nelle giornate del 14 e 16 marzo ho partecipato agli incontri pratici organizzati presso la scuola secondaria (le medie) Munari di via dei Salici a Milano dove nelle due mattinate (e altre ne erano state effettuate precedentemente) abbiamo coinvolto centinaia di studenti che a rotazione suddivisi in gruppi hanno potuto interagire con i volontari utilizzando personalmente gli apparati radio, le manichette antincendio, i sacchi di sabbia usati nelle alluvioni ed apprendere le nozioni di primo soccorso e le tecniche di rianimazione. Devo dire che personalmente sono stato contento del risultato visto l’interesse dimostrato dai ragazzi che, a parte pochissimi e fisiologici casi, si sono dimostrati attenti e soddisfatti dell’esperienza e chissà (come ho detto al termine di ogni incontro) che un domani non si possa ritrovare qualcuno di loro che, dopo avere deciso di intraprendere questa strada come professione, possa insegnare a noi volontari nuove tecniche e modi di intervento.
Domenica 5 marzo si è tenuta presso l’aula magna dell’Istituto Leone XIII a Milano l’annuale Assemblea Generale della nostra Sezione che ha visto, dopo irituali onori alla Bandiera, la consegna dei riconoscimenti ai soci con 50 anni di iscrizione all’A.N.A., al termine della quale si è data lettura della Relazione Morale del Presidente e di quella finanziaria entrambe successivamente approvate all’unanimità dall’assemblea. Si è dato poi spazio agli interventi dei soci su vari temi (che potremo leggere integralmente su Veci e Bocia)ai quali hanno fatto seguito le risposte del Presidente, e successivamente le votazioni per il rinnovo del Consiglio sezionale hanno chiuso i lavori.
Venerdì 27 gennaio, su invito dei bambini e delle insegnanti delle Scuole “Madre Geltrude Comensoli” e “Giovanni Paolo II” di San Vittore Olona e di Cerro Maggiore, una nostra rappresentanza ha partecipato alla commemorazione della Giornata della Memoria svoltasi sul piazzale della Chiesa Parrocchiale. E’ stato un momento veramente toccante con tutti i bambini, i loro genitori e le insegnanti riuniti attorno alla ricostruzione di un binario, ricordo dei treni che portavano i deportati, circondato da valige come quelle che i condannati si portavano appresso con le cose più care sulle quali erano riportati i nomi di chi non ha fatto ritorno. Molto partecipato sono stati anche i canti in ebraico che i bimbi hanno intonato al suono della fisarmonica con un impegno davvero ammirevole. Un ringraziamento quindi alle insegnanti che hanno voluto e saputo far capire ai bambini l’assurdità di quanto accaduto quale monito perché ciò non si debba ripetere.
Nato a Pesaro il 19 giugno 1921, all’inizio degli anni trenta con la sua famiglia si trasferì a San Vittore Olona, e dopo pochi anni si trasferì a Legnano. Non ancora compiuto i diciotto anni si arruolava nel Regio Esercito, frequentando la Scuola Centrale Militare di alpinismo di Aosta in qualità di aspirante specializzato sciatore e rocciatore. Divenuto soldato scelto, nel maggio 1939 fu assegnato al battaglione alpini "Edolo" del 5º Reggimento alpini, e all'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, combatté sul fronte occidentale contro le truppe francesi. Dopo l'inizio della guerra contro la Grecia, nel novembre 1940 partì per l'Albania per combattere su quel fronte. Nominato comandante di squadra esploratori, e promosso sergente maggiore, nel luglio 1942 partì per il fronte orientale al seguito del suo reggimento, inquadrato nella 2ª Divisione alpina "Tridentina" in forza all'ARMIR. Cadde in combattimento il 26 gennaio 1943, durante il corso della battaglia di Nikolajewka. Per onorarne il coraggio fu decretata la concessione della Medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Sabato 28 gennaio gli alpini del Gruppo di Legnano hanno voluto onorarne la memoria con una brave ma significativa cerimonia nella piazzetta che porta il suo nome e dove è posta una targa ricordo, ai piedi della quale è stata deposta una corona di alloro ed è stata letta la motivazione dell’onoreficenza. Anche il nostro Gruppo ha voluto essere presente con una piccola rappresentanza ed il Gagliardetto per onorare questo nostro concittadino.
Il programma della Squadra prevedeva per domenica 12 febbraio l’uscita in ambiente innevato in Val Locana con destinazione il Rifugio Jervis, ma purtroppo vista la scarsità della materia prima (la neve) in quella zona e il fatto che avremmo dovuto attraversare la zona di Ivrea dove si sarebbe festeggiato il carnevale con gli inevitabili problemi di traffico, si è deciso di “accontentarsi” di una meta più vicina seppur non così leggera quale la salita ai Piani di Artavaggio con partenza da Moggio in Valsassina.Così di buon mattino una dozzina di vecchi e nuovi soci della SIA si sono dati appuntamento al parcheggio all’uscita dell’abitato di Moggio e senza indugio, anche per contrastare il freddo pungente, hanno imboccato il sentiero n. 724 denominato “del Vallone” che risalendo la destra orografica dell’omonimo torrente dopo circa due ore e 800 mt. di dislivello arriva nella conca dei Piani di Artavaggio sempre rimanendo sotto il tracciato della funivia. Arrivati in quota una giornata limpidissima all’insegna del sole più “sfacciato” certamente non riconducibile al periodo invernale ci ha convinti a raggiungere al più presto il “nostro” posto alle spalle dello storico Albergo Sciatori purtroppo da tempo chiuso e abbandonato dove abbiamo consumato il rancio al sacco e facendo letteralmente sparire in un attimo il monumentale salame come sempre portato in quota dall’amico Ciccio di Melzo. Terminato il momento conviviale abbiamo dato inizio all’esercitazione di ricerca sotto valanga accontentandoci della neve presente che ci ha comunque consentito di spiegare l’utilizzo dell’ apparato ARVA ricercando quello nascosto sotto lo strato nevoso e di esercitarci nella ricerca con la sonda al fine di imparare a “sentire” la differenza di profondità causata dagli eventuali reperti sepolti. Dopo alcune prove, abbiamo richiuso gli zaini e ripreso il sentiero del ritorno, questa volta calzando i preziosi ramponcini per evitare pericolose scivolate sul terreno che era diventato alquanto insidioso a causa della neve e del ghiaccio sottostante e fatto ritorno alle auto con l’appuntamento alla prossima occasione.
Da subito,la parola“ul falò“, ti suscita un qualcosa di misterioso, inspiegabileforse meraviglioso; riconosco che può sembrare una forzatura ma questa vocabolo accentato mi suggerisce questa sensazione: UL FALO’, questo falò, se ci pensiamo un attimo, ha la magia di trasportarcinel mondo dell’innocenza quando si credeva alle fate, agli gnomi, alle streghe, ecc., ecc. Sono convinto che la maggior parte della gente presente la sera del 14 u.s. nel prato della nostra sede sia stata coinvolta in questo mondo incantato quando alle 21 veniva accesa la catasta eretta dagli alpini per rinnovare ancora una volta questa tradizione che rischia di scomparire col passare del tempo. L’affluenza della cittadinanza ha superato ognirosea aspettativa. In realtà la serata era stata pubblicizzatama fino all’ultimo momento al gruppo degli alpini la speranza la faceva da padrona, siamo stati premiati.La numerosa collaborazionedei soci è stata encomiabile sia nei giorni precedenti con la potatura delle piante e sia nell’allestimento e preparazione della serata evidenziando come l’unione faccia la forza attenuando la fatica dell’impegno intrapreso dal gruppo. Una cena veloce in sede rinforzò anima e corpo dei “ baldi alpini “ mentre pian piano la gente si radunava lungo le transenne poste a protezione. A supportoarrivarono anche alcuni componenti del servizio d’ordine sezionale a cui va un sentito graziementre dei soci del gruppo cinofilo aggregato a noi parteciparono con i loro cani; originale presenza coreografica apprezzata particolarmente dai bambini.
E grazie alla disponibilità della Dirigenza e delle insegnanti del ICS Carducci di San Vittore Olona, nella mattinata di giovedì 19 abbiamo avuto la possibilità di avere due incontri con gli studenti delle classi 3B e 3C della Scuola Secondaria di Primo grado (per noi oltre gli anta “le medie”) “G. Leopardi”. Come sempre, grazie all’aiuto indispensabile delle insegnanti che già avevano introdotto l’argomento parlando della componente storica relativa alla prima Guerra mondiale, ci siamo trovati la strada spianata e abbiamo potuto constatare l’interessamento degli studenti che dopo le spiegazioni sul cambiamento avvenuto a livello militare all’inizio del 1900 e sulle condizioni di vita dei soldati e della popolazione civile in quel periodo, seguite da un filmato che illustrava la costruzione e l’utilizzo delle trincee, hanno soddisfatto le loro curiosità sull’argomento dimostrandosi particolarmente interessati ai reperti originali recuperati sui ghiacciai e che avevamo portato per mostrarli a questi nuovi amici e far loro “toccare con mano” ciò di cui si parlava. Non possiamo quindi che dirci soddisfatti dell’esperienza e, rispettando quanto indicato nel nostro Statuto associativo, di avere avuto la possibilità di tramandare ai giovani quello che ci hanno trasmesso i nostri Veci, con un ringraziamento particolare alle Prof.sse Laura Ori e Isabella Aura per l’aiuto prezioso che ci hanno dato con l’appuntamento al prossimo mese.
Gli ultimi due appuntamenti della Squadra si sono tenuti il 18 dicembre con il tradizionale ritrovo al Rifugio Piazza sul Monte S. Martino sopra Lecco, ospiti degli amici del Gruppo di Rancio, dove è stato stilato il programma con le uscite del 2023 naturalmente dopo avere ricordato i nostri soci “andati avanti” nella piccola cappella annessa al Rifugio, e domenica 15 gennaio con la salita all’Alpe Campra in Val Vigezzo. In entrambe le occasioni i soci sono stati presenti in buon numero anche se i numerosi impegni di ognuno rendono sempre difficoltoso incastrare i giorni disponibili, ma tant’è Tasi e Tira. Le uscite dell’anno entrante sono state comunque programmate e l’occasione è servita anche a fare un bilancio delle attività svolte nel 2022, attività che comunque all’inizio dell’anno trascorso hanno ancora risentito degli effetti della pandemia e che ci hanno visto attivi nei servizi richiesti, nonché a scambiarci gli auguri natalizi. La trasferta in Val Vigezzo invece ha permesso di effettuare una progressione in ambiente innevato e utilizzare la pausa post-rancio per un ripasso dell’utilizzo delle attrezzature di auto soccorso quali pala, sonda e Arva per la ricerca sotto le valanghe.
Più o meno tutti conoscono o ne hanno sentito parlaredi questa montagna o per interesse turistico o storico cosa del resto impossibile da dividere. Chi vuol salire in Adamello dà per scontato sia la bellezza di quella montagna, sia il suo essere un perenne monumento e, a saper guardare, un museo a cielo aperto della guerra del 1915 -18. Questi i presupposti che cihanno spinto da subito ad accettare la disponibilità del Prof. Giancarlo Restelli, ormai di casa, ad una serata di interesse storico inerente alla guerra in Adamello, “GUERRA BIANCA” è stata definita che sconvolse quel ghiacciaio e quelle montagnedurante la prima guerra mondiale. La sera del 18/11 u.s. la nostra sede ospitò un notevole gruppo di interessati all’argomento. Con la sua relazione il Prof. Restelli, ottimo e competente relatore, ci illustrò sia il periodo storico e sia la situazione politicadi allora che giustificò la guerra in Adamello data la sua posizione geografica ai confini fra Italia e l’impero austroungarico. Ambedue gli eserciti dovettero far i conticon un conflitto che si combatteva per la prima volta in ambienti sconosciuti e ad altitudini impensabili. Ovviamente le difficoltà in simili situazioni e le modalitàper affrontarle erano totalmente da inventare da ambedue gli eserciti. Sorsero audaci avamposti situatioltre i tremila metri, si costruirono le primegrossolane ma ardite teleferiche in contemporanea allo scavo di mine e di rifugi in galleria o nel ghiacciaio vedi la “città di ghiaccio” in Marmolada assieme alle baracche appese sulle parerti di precipizi strapiombanti e bisognose del totale supporto logistico e militare. L’utilizzo dei muli e perfino dei cani impiegati al traino delle slitte oltrealla tecnicaalpinistica allora utilizzata seppur rudimentale, sono a testimoniare le difficoltà di quel periodo, tutte opere e memorie che ancor oggi lasciano sbigottiti.
E dopo i festeggiamenti del capodanno, la notizia che non avresti mai voluto sentire: Giuliano Perini ci ha lasciati, è andato avantie ha raggiunto in cielo la sua Milena che lo ha preceduto di soli 8 mesi ed ora si trovano insieme ai tanti amici alpini che in questo mezzo secolo hanno fatto la storia della Sezione di Milano e non solo. Dire Giuliano Perini e dire Alpino è tutt’uno e per chi come me ha avuto la fortuna di condividere tanta esperienza con la penna non può che essergli grato per quanto ha fatto per la nostra Associazione.I nudi numeri non rendono merito alla Sua figura ma è giusto ricordarli per chi, fra i più giovani, non ha avuto la possibilità di conoscerlo: Capogruppo di Cinisello Balsamo, Direttore di Veci e Bocia, Presidente della Sezione di Milano dal 1989 al 1998 raccogliendo il testimone da quella figura leggendaria di Antonio Rezia, Consigliere Nazionale e soprattutto cofondatore insieme all’indimenticato Roberto Polonia del Nucleo di Protezione Civile Sezionale ma soprattutto alpino fino al midollo senza compromessi e grande amico del nostro Gruppo che nel periodo della Sua presidenza ha realizzato il sogno della Sede. Giuliano, tanti altri, migliori di me, parleranno più dettagliatamente della Tua figura, io posso solo dirti che sono onorato di avere condiviso quasi tutta la mia vita alpina in tua compagnia e Ti ringrazio per l’affetto che ci hai sempre dimostrato e per l’esempio che sei stato per tanti di noi.
E anche quest’anno il nostro Gruppo ha fatto la sua parte nella giornata della Colletta del Banco Alimentare che vede ogni anno migliaia di volontari in tutta Italia scendere in campo per una giornata dedicata alla raccolta di generi alimentari destinati a sostenere e a dare, letteralmente, da mangiare a chi si trova in difficoltà o non ha nulla. Questa volta, sabato 26 novembre, abbiamo inaugurato la raccolta all’EUROSPIN, un supermercato aperto appena un mese prima ma che ci ha dato la soddisfazione di raccogliere la bellezza di734 chili di cibarie che daranno un concreto aiuto ai bisognosi. E anche quest’anno da molti clienti, nel momento di consegnarci la busta con il cibo, ci sentivamo dire: ”Ci fidiamo perché ci sono gli alpini” e questo se da una parte ci inorgoglisce, dall’altra ci carica di una responsabilità morale nel dimostrare alla gente la serietà nostra e delle iniziative che intraprendiamo. L’augurio, tutto nostro, è che la prossima edizione veda una maggiore partecipazione, anche se solo per un’ora, da parte dei nostri soci per organizzare turni meno lunghi.
Mercoledì 9 novembre si è tenuta una interessante serata presso la Sede operativa della P.C. sezionale a Cesano Maderno riguardante il tema dei droni, strumenti sempre più presenti nella vita quotidiana (anche se molte volte nemmeno ce ne accorgiamo) e che in ambito di Protezione Civile rivestono un ruolo molto importante. La serata verteva sull’utilizzo, le regole da rispettare e le autorizzazioni indispensabili per pilotare questi SAPR (Sistema Aereomobile a Pilotaggio Remoto) e si è svolta grazie alla professionalità dell’alpino Felice Longoni della Sezione di Lecco che ha illustrato i vari scenari e situazioni in cui questi apparati possono dare un aiuto fondamentale nella ricerca, sopralluoghi, ispezioni soprattutto laddove la componente umana ha difficoltà ad arrivare o diventa pericolosa per gli operatori. E siccome in tutte le cose il giusto uso rischia di diventare abuso, larga parte del tempo è stato dedicato ad illustrare le limitazioni e le regole da osservare per il corretto utilizzo dei SAPR, regole che dovrebbero essere da tutti osservate specialmente dai piloti della domenica che in barba ad ogni divieto, credono di avere fra le mani un giocattolo invadendo lo spazio aereo e violando la privacy delle persone ignare molte volte di essere osservate dall’occhio elettronico volante. Erano presenti un buon numero di volontari, alcuni dei quali (non come il sottoscritto a scopo informativo) già in possesso del relativo brevetto e desiderosi di entrare nella squadra in allestimento e l’invito rivolto è quello di rendersi disponibili per coprire i ruoli richiesti per la formazione delle squadre. Speriamo in un buon numero di adesioni per questa nuova risorsa a disposizione della nostra P.C. in aiuto della popolazione nelle emergenze, restando al passo dei tempi.
E domenica 13 novembre la Squadra ha effettuato l’uscita in programma e precisamente nella Valle del Lys con partenza dalla località Chemonal a mt. 1415 posta fra gli abitati di Gressoney St. Jean e La-Trinitè dove ci siamo ritrovati con gli amici del Gruppo di Melzo. Indossati gli scarponi siamo subito partiti per il ripido sentiero che dopo meno di un’ora ci ha condotti a quota 1779 mt e al bellissimo villaggio di Alpenzu che si trova lungo il percorso del Tour del Monte Rosa e dell’Alta via della Valle d’Aosta n. 1 e il cui nome originale in lingua Walser è Gròssò Albezò e che conserva ancora molti elementi della cultura di quelle popolazioni di origine germanica provenienti dall’alto Vallese che dal XIII secolo si stabilirono in diverse località dell’arco alpino in Italia, Svizzera, Liechtenstein, Austria e Francia in piccoli gruppi di coloni, e con migrazioni progressive, giungono nelle vallate a sud del Monte Rosa, sviluppando poi nel corso del tempo gli insediamenti stanziali che oggi conosciamo. Il tempo di visitare il villaggio deserto anche a causa della chiusura stagionale del Rifugio locale e subito ci incamminiamo lungo il sentiero che alla fine conduce alla vetta della Testa Grigia posta a 3.120 mt passando dal Bivacco Lateltin. Chiaramente non è questa la nostra destinazione che ci fa posare lo zaino a terra a quota 2.355 nei pressi dell’Alpe Loache dove, al riparo di una baita, visto il vento freddo che ha iniziato a spirare, consumiamo il rancio godendo del piacere della compagnia che è poi il vero collante di queste nostre uscite. E visto che il tempo e soprattutto il freddo iniziava ad entrare nelle ossa, decidevamo di rientrare al borgo con una visita al centenario forno ancora funzionante, prima di ridiscendere alle auto e ripartire verso casa dandoci appuntamento al prossimo mese.
Quale chiusura ufficiale delle manifestazioni in occasione del 150° anniversario della fondazione del Corpo degli Alpini, domenica 11 dicembre si è svolta la S. Messa in ricordo di tutti gli alpini e i soldati caduti in guerra rispettando una tradizione iniziata nel lontano 1955 (guarda caso proprio l’anno di fondazione del nostro Gruppo) su iniziativa dell’indimenticato Peppino Prisco reduce di Russia che volle in questo modo ricordare i fratelli alpini “andati avanti” e che non fecero ritorno a baita. La bella giornata ha permesso lo svolgimento regolare del programma organizzato nei dettagli e che ha visto l’ammassamento degli alpini in piazza della Scala da dove, con un breve corteo hanno raggiunto il piazzale del Duomo schierandosi e rendendo gli onori all’ingresso dei Gonfaloni presenti e del nostro Labaro nazionale. Prima dell’ingresso nella Cattedrale sono stati resi gli onori al Comandante delle Truppe Alpine Gen. Gamba e al Presidente del Senato On. La Russa che hanno passato in rassegna i militari e gli alpini schierati. La S. Messa è stata celebrata da Mons. Francesco Brugnaro Vescovo emerito di San Severino Marche e come sempre è seguita con partecipazione dai presenti.Al termine, tornati sul piazzale e ripreso posto nello schieramento si è proceduto ai discorsi di rito delle autorità ed era veramente un bel colpo d’occhio la piazza gremita di gagliardetti, Vessilli di Sezioni venute anche da lontano per essere presenti e una selva di Gonfaloni dei Comuni che non hanno voluto mancare a questa cerimonia e dimostrare la vicinanza agli alpini, solo della nostra Sezione erano presenti quelli di 41 paesi su 43 gruppi. L’inizio della sfilata ha dato il via all’ultima parte della manifestazione con il corteo che attraversando le vie cittadine fra due ali di gente, ha poi raggiunto il Sacrario in S. Ambrogio dove sono stati resi gli onori ai Caduti ed al termine il “rompete le righe” ha segnato la fine della bella giornata in ricordo di che è andato avanti.
E sempre sabato 10 novembre nel pomeriggio, una piccola delegazione del Gruppo ha partecipato all’incontro con gli anziani ospiti della Casa Famiglia di S. Vittore grazie alla disponibilità degli amici del Complesso Bandistico che hanno voluto regalare un’oretta di musica in occasione degli auguri natalizi. Come sempre l’esibizione dei “banditi” ha riscosso il consenso degli ospiti e del personale assistente che hanno partecipato in maniera anche vivace ai brani proposti. Al termine un allegro brindisi ha chiuso il pomeriggio musicale con un arrivederci al prossimo incontro con queste nostre memorie storiche viventi.
Sabato 10 dicembre, su invito della Prof.ssa Paola Guidotti insegnante del Liceo Scientifico IIS Niccolò Macchiavelli di Pioltello , nonché volontaria della Protezione Civile, ho partecipato ad un incontro sulla prima guerra mondiale e sulle condizioni di vita (e purtroppo anche di morte) patite dai soldati nelle trincee. Come sempre è stato molto interessante, soprattutto per me, vedere l’interesse delle ragazze e dei ragazzi della 5° C Scientifico nel sentire e vedere dalle foto proposte le condizioni a volte disumane che per i 3 anni di guerra hanno dovuto sopportare soldati in molti casi non più vecchi di loro e ai quali è stata tolta la possibilità di vivere a causa di una guerra da loro non voluta e che ha provocato milioni di morti e questo loro interesse mi ha ancora una volta convinto che tutto questo deve partire dall’interesse degli insegnanti per questi argomenti. Il fatto poi che queste scene si ripetano anche oggi a poca distanza da casa nostra e sapere che, a parte le moderne dotazioni ed abbigliamento utilizzato ora rispetto al passato, la paura del sibilo dei proiettili in arrivo sia sempre la stessa fa capire a tutti noi l’insensatezza delle guerre e ai ragazzi ho semplicemente augurato di poter essere più maturi e responsabili di noi “adulti”. Particolare curiosità e stupore hanno suscitato i reperti che ho portato in visione ed in effetti vedere e soprattutto trovarsi fra le mani proiettili di artiglieria dava veramente l’idea di cosa si vedevano piombare addosso i malcapitati. Questo incontro fa parte di un progetto che si svilupperà durante l’intero anno scolastico con altri incontri ed uscite sul campo in ambito di Protezione Civile e che culmineranno con una giornata didattica con destinazione non le solite mète ma il Sacrario di Cima Grappa quale chiusura di un percorso della memoria e in questo percorso avranno vicino gli alpini fedeli al compito di tramandare alle nuove generazioni la nostra storia.
E finalmente possiamo dire di essere tornati alla normalità, infatti quest’anno le celebrazioni in occasione del 4 novembre, Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, sono tornate a seguire il programma che da sempre ha caratterizzato questa ricorrenza che per noi alpini di San Vittore Olona significano l’incontro con la cittadinanza ma soprattutto con i bambini delle scuole sanvittoresi. Infatti dopo il periodo della pandemia abbiamo avuto l’opportunità di organizzare nella giornata di venerdì 4 novembre il doppio incontro con gli alunni della Scuola Primaria dell’Ente Morale di San Vittore Olona e Cerro Maggiore in prima mattina, mentre successivamente ci siamo recati presso l’IstitutoG. Carducci. Nel primo appuntamento la cerimonia dell’Alzabandiera è stata accompagnata dall’Inno di Mameli cantato in coro da tutti i bambini, compresa una classe di quinta in “trasferta” da Cerro Maggiore presenti per partecipare all’incontro al termine del quale ci siamo recati in salone per sottoporci alle domande e curiosità dei nostri piccoli amici.
Nelle giornate del 22 e 23 ottobre Lecco ha ospitato il Raduno del 2° Raggruppamento che rappresenta le Sezioni alpine della Lombardia ed Emilia Romagna e che ha visto convergere nel capoluogo larianomigliaia di penne nere desiderose di ritrovarsi finalmente dopo gli anni oscuri della pandemia per festeggiare i 150 della costituzione delle Truppe Alpine in concomitanza del centenario della Sezione ospitante. Il programma molto ricco è stato rispettato con l’apertura venerdì 21 in piazza Garibaldi della Cittadella degli Alpini a cura dell’Esercito con esposizione di mezzi, attrezzature ed una palestra di arrampicata dove i più giovani si sono cimentati sotto l’occhio degli istruttori militari mentre nel tardo pomeriggio si è tenuta una cerimonia in onore dei Caduti il tutto purtroppo rovinato dal maltempo. Sabato invece San Maurizio ci ha dato una mano regalandoci un pomeriggio assolato e quasi caldo che ha consentito lo svolgimento del corteo che partito da piazza Stoppani, quasi al termine dell’abitato, ha percorso tutto il lungolago fino al Monumento ai Caduti dove sono stati resi gli onori per poi dirigersi alla Basilica di San Nicolò dove è stata officiata la S. Messa. E all’uscita dalla piazza del Monumento la bellissima immagine delle decine e decine di Sindaci dei paesi con un Gruppo alpino che hanno voluto dimostrare la vicinanza all’Associazione e l’importanza attribuita alla presenza alpina sul proprio territorio.
Lunedì 14 novembre un gruppetto di Soci ha raccolto la richiesta della Direzione della Casa Famiglia di San Vittore di organizzare la castagnata per gli anziani ospiti della residenza e nel pomeriggio si sono armati di braciere, fornello e quanto serviva per assolvere l’impegno. Non è stato nulla di faticoso anche perché le castagne erano già state preparate dal personale e dopo la cottura abbiamo fatto l’ingresso nel salone ed iniziato a sbucciare i frutti per la gioia dei nostri “meno giovani” amici che hanno dimostrato di apprezzare la sorpresa. Un grazie quindi a Giuliana, Elena, Valentina e di tutte le operatrici (delle quali mi scuso se non ricordo i nomi) per averci permesso di sentirci utili e di avere potuto regalare un sorriso ai nostri vegett.
Fedeli al motto riportato sulla Colonna Mozza in vetta all’Ortigara, gli alpini non dimenticano i loro fratelli “andati avanti” sia che sull’elmetto portassero la penna o il fregio con la fiamma dei Carabinieri, quei Carabinieri che il 12 novembre 2003 persero la vita nel vile attentato che a Nassiriya provocò la morte di 28 persone dei quali 19 italiani. E sabato 12 novembre una dozzina di soci (bel numero tanto che qualcuno pensava a un raduno alpino), si sono ritrovati presso il Monumento a San Vittore Olona che ricorda e commemora la strage per tributare il giusto omaggio ai Caduti con una semplice ma sentita cerimonia che comprendeva l’Alzabandiera e la deposizione di un omaggio floreale al cippo commemorativo, al quale ha fatto seguito il breve discorso del Sindaco che ha ricordato l’evento e ringraziato i presenti. Unica nota stonata, la scarsa se non nulla partecipazione della cittadinanza segno dell’importanza di NON DIMENTICARE perché un popolo senza memoria è destinato a non avere un futuro.
Celebrazione dell'80° anniversario della battaglia di EL ALAMEIN e del 30° anniversario della scomparsa del Conte Paolo Caccia Dominioni di Sillavengo. Gli Alpini nel ricordo della figlia Anna. Si, questa è la notizia che, al di la della cronaca delle due giornate che ha visto l'esibizione della Banda Musicale Congedati della Folgore, l'ammassamento presso il monumento dei Bersaglieri, la sfilata per le vie cittadine, i discorsi di rito, questo è il fiore all'occhiello che ha ingentilito una manifestazione ricca di ricordi e di testimonianze importanti, certo, ma molto "formali". Il ricordo della figlia Anna fatto al cimitero davanti alla tomba del padre al termine della cerimonia ha dato un tono familiare e suscitato un'emozione in tutti i presenti. La manifestazione era iniziata il sabato pomeriggio con un concerto della Banda Musicale Congedati della Folgore nello scenario del Chiostro degli Olivetani ora Palazzo Municipale. Belli e vari i brani eseguiti, peccato che l'Inno d’ Italia anziché essere eseguito come di consueto all'inizio a dare solennità alla manifestazione è stato eseguito alla fine quando una parte dei presenti si era allontanata. Il giorno successivo ammassamento presso il monumento dei bersaglieri. Buona la partecipazione degli Alpini tenendo conto del concomitante raduno del secondo raggruppamento a Lecco. A seguire la sfilata con sosta in Piazza S Stefano: e qui la banda si è riscattata eseguendo il 33, l'inno degli Alpini! Certo non è quello suonato dalla Bande della Taurinense o della Orobica o della Julia, ma dai paracadutisti non ci si può aspettare di più! La posa di una corona d'alloro preso il monumento dei caduti e i discorsi di rito non hanno potuto, per il tempo limitato, mettere nella giusta luce la sfaccettata figura di Paolo Caccia Dominioni che meriterebbe un convegno con particolare riferimento a quanto fatto per il recupero e la sepoltura dei morti di EL ALAMEIN. Infine la cerimonia al cimitero come dicevo, quando, in maniera inaspettata e quindi maggiormente apprezzata, la figlia Anna rivolgendosi alle "Penne presenti" ha ricordato quanto il papà fosse orgoglioso di appartenere al corpo degli Alpini. Chi volesse vedere un estratto della cerimonia, la può trovare sul sito:
Domenica 2 ottobre i fratelli alpini di Abbiategrasso hanno celebrato il 100° anniversario della fondazione del loro Gruppo con un nutrito programma che ha visto il prologo sabato 1 presso il Convento dell’Annunciata dove si è esibito il coro dei congedati della Brigata Alpina Julia preceduti dal Coro Alpino di Abbiategrasso, un concerto che ha riscosso un grandissimo successo tanto da lasciare numerose persone in piedi ad assistere allo spettacolo. Domenica mattina, complice la bella giornata,invece la grande sfilata per le vie cittadine presenti i gagliardetti della Sezione e diversi Vessilli Sezionali oltre, naturalmente, a quello di Milano e con deposizione di corone presso il Monumento ai Caduti ed in mezzo alla popolazione sino a giungere al parco degli Alpini all’interno del quale si trova la Sede del Gruppo e, dopo l’Alzabandiera, si è proceduto alla dedicazione del parco stesso alla memoria del compianto Alfonso Latino già Capogruppo storico che tanto ha dato al suo Gruppo. Al termine i discorsi di rito tra i quali mi ha personalmente colpito quello del past Presidente Nazionale Corrado Perona che ha puntualizzato quanto siano importanti e fondamentali per l’intera vita associativa i Gruppi, vera ossatura dell’A.N.A. Dopo i discorsi il rinfresco offerto dal Gruppo ha dato l’arrivederci ai presenti.
Venerdì 21 ottobre abbiamo avuto il piacere di ospitare nella nostra sede il Luogotenente Antonino Lisciandro Comandante della Stazione dei Carabinieri di Cerro Maggiore che ha tenuto una interessante serata sul tema “Prevenzione dalle truffe” illustrandoci quali sono gli accorgimenti che ognuno di noi può adottare per contrastare i malviventi che giornalmente agiscono con l’intendo di truffare e raggirare le persone, in particolare i “meno giovani” utilizzando trucchi e sotterfugi al fine di carpire la fiducia delle vittime, naturalmente a scopo fraudolento. E’ stata veramente una serata ben spesa nel corso della quale abbiamo potuto essere informati sulle tecniche utilizzate dai truffatori da quella del finto tecnico, al cambio del contatore, dal carrello della spesa o della ruota sgonfia, passando dalle finte interviste alla monetina a terra nel posteggio del supermercato arrivando addirittura ai finti Carabinieri e chi più ne ha più ne metta, si perché bisogna mettersi in testa che abbiamo a che fare con veri professionisti del crimine il cui unico scopo è quello di abbattere la nostra difesa e diffidenza e che, da veri attori quali sono, imparano dai propri “errori” affinando la propria tecnica di volta in volta. Al termine ci è stato consegnato un vademecum edito dall’Arma che raccoglie i consigli per evitare di cadere nella trappola, un ringraziamento quindi al Luogotenente Lisciandro per il tempo dedicatocie ai Soci presenti alla serata, a chi non c’era un consiglio….occhi aperti e prestare sempre attenzione.
Sabato 15 e domenica 16 ottobre nel Parco del Castello Sforzesco a Milano si è tenuta la Festa sezionale di autunno, quest’anno posticipata a causa dell’appuntamento elettorale dello scorso settembre e che ha visto una numerosa partecipazione di milanesi e non anche attirati dal tempo clemente e da manifestazioni sportive che si svolgevanoin zona in quei giorni. Un ringraziamento sentito a chi si è prestato a fare servizio che ha consentito, oltre che a portare una boccata di “ossigeno” alle casse sezionali, di presentarci alla comunità proponendo i nostri valori e le nostre tradizioni.
Sabato 8 ottobre mentre il gruppetto dei soliti volontari (ai quali tra l’altro va il ringraziamento di TUTTO il Gruppo) si impegnavano nel primo dei due sabati mattina dedicati alla manutenzione della nostra Sede, si è svolta a Milano la cerimonia in onore del Milite Ignoto la cui ricorrenza è stata celebrata in forma ufficiale in tutti i paesi d’Italia lo scorso anno in concomitanza con il centenario della traslazione della Salma all’Altare della Patria a Roma. Per dare comunque la possibilità ad un maggior numero di italiani di rendere omaggio a questa figura che rappresenta da oltre un secolo ogni soldato italiano caduto per la Patria, è stato istituito un convogliospeciale, esatta riproduzione di quello storico che il 4 novembre 1921 giunse alla stazione Termini e oggi denominato “Treno della Memoria” che, partito da Trieste il 6 ottobre in 17 tappe toccherà 730 stazioni sul territorio nazionale e che nella sua terza tappa è arrivato nel capoluogo lombardo fermandosi alla stazione di Porta Garibaldi.
All’inizio del primo conflitto mondiale vennero dislocati reparti lungo la catena alpina dal Monte Bianco al Pizzo Scalino con lo scopo di presidiare il confine Italo - Svizzeroda eventuali sconfinamenti da parte nemica. Alla 5° Armata appartenevano le truppe di copertura della occupazione Avanzata Frontiera Nord (OAFN) la cui funzione , in caso di avanzata tedesca sarebbe stata quella di effettuare interruzioni, scontri veloci e tutto ciò che potesse rallentarla. Nel settore Mera/Adda (Valchiavenna e Valtellina) furono dislocati repartitra i quali spiccavano 7 drappelli di Alpini sciatori dislocate in varie vallate di cui 2 in Valmalenco dove si teneva un corso per 200 sciatori al Rifugio Marinelli a quota 2.813 mt. Comandato dal Capitano Davide Valsecchi a sua volta esperto alpinista e sciatore. A causa delle abbondanti nevicate dell’inverno 1916 e intensificatesi nel marzo 1917, il 1° aprile presso il Rifugio Musella 28 alpini furono travolti da una valanga che causò 8 morti e 14 feriti.Il giorno successivo il Cap. Valsecchi ignaro di quanto accaduto inviò a valle 42 fra i suoi migliori alpini sciatori che nell’attraversare la Bocchetta delle Forbici furono a loro volta travolti da una seconda valanga che provocò nuovamente altri 15 morti. In totale furono 24 gli alpini caduti mentre un altro morì in seguito a cause delle gravi ferite. I resti dei caduti furono sepolti parte nel cimitero di lanzada e parte nel piccolo cimitero eretto nel vallone dello Scerscen e successivamente tutti traslati nel Sacrario Militare di Sondrio. Ogni anno gli Alpini della Sezione Valtellinese e del Gruppo di Lanzada organizzano un pellegrinaggio in ricordo della tragedia e quest’anno la commemorazione si è tenuta proprio presso il Rifugio Marinelli raggiunto da molti partecipanti nel pomeriggio di venerdì 5 agosto, mentre altri come il sottoscritto, hanno affrontato all’alba di sabato 6 la salita che da Campo Moro ci ha ricongiunti agli alpini già presenti.
Anche per chi non le ha fatte. Proprio in questi giorni si parla di fine vacanze/ferie, di rientro a scuola, di ripresa della vita normale, casa - lavoro com’è giusto che sia. Per quanto riguarda la vita del nostro gruppo ci si prova, dopo la batosta del covid che ha creato notevoli disagi, anzi più che notevoli. Sembra brutto dirlo o scriverlo ma quest’accidentiha dato, per non dire imposto, l’opportunità di testare la validità della nostra società, della nostra nazione fino a toccare le realtà di tutti noi, famiglia e vita associativa ed è ciò che sta avvenendo anche nel nostro gruppo. Detto questo veniamo al perché di questo articolo. Pensando alle ferie/vacanze mi è venuto spontaneo un paragone con la vita militare, a quando si tornava dallalicenza più o meno lunga o licenza premio che dir si voglia; non parliamo poi dell’ ordinaria. Com’era il rientro, in treno, in pullman poi a piedi fino alla porta carraia dove ti aspettava l’ufficiale di guardiao il piantone in garitta il quale senza parlare ti faceva capire che la pacchia era finita? A questo proposito mi è capitato fra le mani un ricordo scritto daun amico, tra l’altro ex tenente alpino. Lui si è capace di scrivere bene, anzi, a parer mio, benissimo, a tal punto che con la penna riescequasi a “filmare” quanto scrive. Almeno questo succede a me e lo riconfermo ma non perché lui è un mio amico, non è una ruffianata, ma perché con il suo stile letterario è capace di farmi vedere, quasi rivivere,il contenuto di quanto scrive; in questo modo, o per suggestione o per altro che dir si voglia, ne avvantaggia il piacere della lettura in genere, in particolaredi questa sua esperienza chevi propongo sperando che altrettanto avvenga a voi e che alla fine della letturariusciate perfino a sorridere …
Confesso che l’editoriale dal titolo “VIVERE E’ CAMBIARE” pubblicato sull’ultimo numero de L’ALPINO a firma del Direttore uscente Don Bruno Fasani quale commiato dopo dieci anni alla guida del nostro giornale nazionale è quello che mi vede completamente partecipe e nel quale mi riconosco appieno. Voglio sottolineare alcuni passaggi significativi: “dieci anni alla direzione sono più che sufficienti a dare il massimo”, “cadere nell’abitudine e nella pigrizia mentale cullandosi nel fatto di avere sempre fatto così”, “voler rimanere al timone ad oltranza in un ruolo che diventa alla fine un nido”. Ebbene penso che questi stati d’animo siano applicabili ad ogni ambito della vita di ognuno di noi, da quella lavorativa a quella degli interessi personali passando, perché no, da quella associativa. Sono diventato capogruppo all’età di 25 anni e lo sono tutt’ora e ricordo che dalle prime riunioni vedevo attorno a me altri capigruppo di poco più “vecchi” di me…e se tutt’oggi alcuni ricoprono ancora la stessa carica, allora vuol dire che c’è qualcosa che non va. Non si può non pensare che quel “si è sempre fatto così” non incida sulla vita associativa e sulle scelte che vengono fatte all’interno dei Gruppi e se, sempre come dice Don Fasani, la vita e la vitalità dei Gruppi discende dalla qualità di chi è al comando, è presuntuoso sperare che una carica ad oltranza non possa soffrire di una stanchezza mentale che rischia di sconfinare nell’apatia. Paragonando il Gruppo, le Sezioni e l’Associazione stessa ad una azienda-famiglia non posso ricordare i (purtroppo) tanti esempi di ditte fiorenti che alla scomparsa del vecchio fondatore sono miseramente fallite a causa dei figli incapaci e certamente mancanti dello spirito di impegno del patriarca che però a sua volta aveva avuto magari il difetto di non volere insegnare o delegare.