Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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Eccolo con aria sorniona … alloral’articolo per questa sera lo fai tu … d’accordo? e tu prova a dire di no davanti a questo invito che nasconde un ordine: già perché Luciano, che nonostante gli … antasi sente ancora sulle spalle le stellette da sottotenente, quella sera era il capocomico, il direttore, il regista e non poteva essere anche il suggeritore( incarico demandatoalla sua signora) ma riusciva a fare anche questoneii tre atti durante i quali lui e la sua compagnia dialettaleci hanno onorato della loro bravura . Va premessa una cosa: ormai da qualche anno il nostro socio prima della stagione teatrale ci viene a trovare regalandoci l’opportunità di unapiacevole serata a basedi teatro ruspante, dialettale, semplice ma ugualmente valido, intriso di quella sana popolarità che non conosce declino. Con l’occasione questaserata diventava per lacompagnia teatrale un’opportunità in più per un ripasso generale, un’ ultima revisione ai motori prima della partenza.
Scorrendo i titoli dei giornali dei giorni precedenti all’importante data che abbiamo scelto per il consueto falò di S. Antonio, leggevo che vi erano proposte di alcuni paesi riguardanti la possibilità o meno di permettere l’accensione dei fuochi a causa dell’inquinamento dell’aria, figuriamoci se con tutte le grosse fonti di inquinamento, l’ardere della legna può influire sulla qualità dell’aria che dobbiamo respirare, ma, non tocchiamo questo argomento perché esso scotta più del fuoco di cui stiamo parlando! Per fortuna non abbiamo avuto di cui preoccuparci poiché il permesso ci è stato regolarmente accordato, siamo quindi partiti sabato mattina con il normale svolgimento dei preparativi che consistono nell’organizzareil lavoro in base al materiale disponibile da ardere e soprattutto nello sfruttare al meglio,e per sfruttare,intendo lavorare bene e senza faticare più del dovuto, i volontari che come ogni anno spendono il loro prezioso tempo perfar si che la serata sia poi motivo di interesse e piacevole occasione di incontro tra tutti coloro che sanno dare un valore a queste antiche ma intramontabili tradizioni.
...niente contro nessuno…ma soltanto la soddisfazione per ieri sera ( 14.1.12 ) : il falò di sant’Antonio. A giudizio dei presenti especialmentedegli operatori tecnici, “ i fuochisti Alpini”, quello di quest’anno si è rivelato in assoluto il più bel falò da quandoil Gruppo riprese questa antica tradizione popolare. Accompagnatadalle note dellaBandaCittadina, sempre super, confortati dalle parole del Signor Sindaco e dalla presenza dalle autoritàconvenute, l’ansiadeglialpini, costantemente “tormentata” fino al momento dell’accensione, si è sciolta, anzi liquefatta quando dopo i primi attimi di attesa cadenzati dai segreti ….dai…dai … di ognuno di noi, finalmente una splendida fiamma, una brillante piramide dai milioni di scintille, puntò diritta verso il cielo punteggiato di stelle.
Domenica 15 gennaio i componenti della S.I.A. hanno partecipato alla giornata organizzata dal Soccorso Alpino e Speleologico Lombardo del C.A.I. finalizzato alla prevenzione e al soccorso in montagna con particolare riferimento alle situazioni che si vengono a creare in occasione di valanghe. Come lo scorso anno il corso si è tenuto ai Piani di Bobbio (LC) e, pur avendo partecipato alla scorsa edizione, tutti noi siamo stati concordi nel giudicare in modo molto positivo e soddisfacente questa esperienza che dovrebbe essere in qualche modo “un obbligo” morale per chiunque frequenta la montagna in inverno.
… e quella mi è particolarmente piaciuta: vengo al fatto. Com’è noto ormai da qualche tempo i responsabili di vari gruppi si ritrovano con cadenza trimestrale, a turno, nelle sedi vicine. Ho partecipato spesso a questi incontri e cosilo è statoquando ci dovevamo trovare nella sede di Castano Primo. Tempo brutto, uggioso e tanta voglia di stare a casa però…. eccociarrivati a destinazione. Non so spiegarmi il perché ma l’attimo in cui sono entrato ed era la prima volta, mi sono sentito da subito a casa mia, come ci fossi stato da sempre, insomma un socio di quel gruppo. La sede, la casa degli alpini, la casa di tutti noi: èstata una splendidasensazione che spesso mi ritorna alla memoria quasi mi si fosse svelato in quel preciso istante quel piccolo/grande segreto che accomuna e unisce gli alpini di tutto il mondo.
L’appuntamento è una tradizione. La prima domenica di dicembre ci ritroviamo in tanti ( tutti i posti sono occupati con lista di attesa ) in un clima di simpatia e allegria. L’assemblea del gruppo, tenutasi due giorni prima, aveva avuto la approvazione unanime di tutti i soci presenti per cui l’occasione di festeggiare con i … piedi sotto il tavolo, era propizia. Il pranzo è stato apprezzato da tutti e Sebastiana si è superata raccogliendo addirittura applausi a scena aperta ( forse è meglio dire …. a bocca aperta ) . Di portata in portata chiacchierando piacevolmente con i vicini di tavola siamo arrivati a fine pranzo pronti per la consueta tombola. Numerosi i premi assegnati a tanti vincitori in un clima di allegria. Alla fine un coro di auguri di buone feste ha chiuso questa simpatica giornata con un arrivederci al prossimo disnarello ( ricordatevi di prenotare altrimenti si rischia di non trovare posto ). Doverosi i ringraziamenti a chi ha preparato il tutto; sono sempre loro ma, dico io, lasciamoli fare visto che lavorano così bene !!
Una nuova calamità ha colpito molte località italiane compreso le terre dello Spezzino e la televisione ha portato nelle nostre case immagini di distruzione e morte di una situazione che ha messo in ginocchio una intera Regione. Immediatamente sono scattati i soccorsi e sempre la televisione ci ha mostrato le belle immagini dei volontari che, anche in maniera improvvisata e spontaneamente, si sono recatinelle zone colpite a portare aiuto alle popolazioni. Purtroppo bisogna dire che, pur apprezzando la volontà di aiutare dei volontari e specialmente dei giovani che hanno dimostrato che oltre ai vandali abituati alla violenza e distruzione delle cose (sempre altrui) o agli sballati del sabato sera,
c’è una gran fetta di gioventù nella quale il seme della solidarietà ha attecchito, questa partecipazione non organizzata ha prodotto a volte degli spiacevoli inconvenienti.
Agli alpini di San Vittore Olona... (Gennaio 2012)
E’ giunta in sede una lettera di una alunna della classe 3° A che, con due suoi compagni,ha partecipato alla cerimonia dell’alzabandiera presso le scuole elementari statali in rappresentanza delle scuole medie. Volentieri pubblichiamo questo suo scritto ringraziandola per le belle parole che ci ha voluto dedicare.
AGLI ALPINI di SAN VITTORE OLONA …
Venerdì 4 novembre, io, Giacomo e Davide siamo andati alla scuola elementare per ricordare tutti i soldati italiani morti nelle guerre. I bambini hanno fatto l’alzabandiera aiutati da un alpino. E’ stato bello ascoltare il silenzio con la tromba. Luciana e Fina, le nostre professoresse, ci hanno detto che gli alpini aiutano tanti bambini nel mondo. Grazie per tutto quello che fate.
Vorrei iniziare questa mia relazione con un minuto di silenzio in onore dei militari italiani(tra loro anche diversi alpini) che hanno perso la vita nelle missioni di pace nelle varie parti del mondo in cui sono stati inviati. Rinnoviamo alle loro famiglie le nostre condoglianze. Uniamo al loro il ricordo dei componenti le forze dell’ordine che ogni giorno ci garantiscono la sicurezza ed una vita tranquilla con i pochi mezzi a loro disposizione. Accomuniamo anche i familiari dei soci che durante l’anno sono mancati all’affetto dei loro cari. Al loro fianco ricorderei anche il nostro Parroco don Giovanni che ha speso la sua vita al servizio della comunità sanvittorese. Quello che si sta concludendo è stato un anno molto importante per la nostra nazione, abbiamo infatti festeggiato i 150 anni dell’Unità d’Italia. Mentre gli alpini continuano a dimostrare e palesare questa unione le persone che noi abbiamo eletto per amministrarci non sono mai riusciti a manifestare questa coesione, nemmeno il giorno della Festa (17 marzo).
Venerdì 2 dicembre si è svolta l’annuale assemblea del Gruppo, principale appuntamento associativo nel corso del quale vengono illustrate le iniziative intraprese nell’anno e presentate quelle future. Erano presenti 25 Soci, mentre la Sezione era rappresentata da Gigi Rodeghiero, che viene nominato Presidente dell’assemblea, ed Andrea Sacco ai quali si è aggiunto successivamente il Vicepresidente Giuseppe Donelli. Dopo il saluto alla Bandiera ed un doveroso ricordo per i militari italiani vittime nelle missioni all’estero, viene data lettura della Relazione Morale a cura del Capogruppo Morlacchi, copia della quale si può leggere in questo notiziario. Al termine il segretario legge le Relazioni finanziarie del Gruppo e dell’Associazione Alpini di San Vittore Olona titolare delle utenze della sede; l’Assemblea approva all’unanimità le relazioni presentate. Prende successivamente la parola Rodeghiero che illustra gli sviluppi del progetto nazionale “UNA CASA PER LUCA” destinato a fornire una casa tecnologicamente autonoma in grado di consentire una vita il meno complicata possibile a Luca Barisonzi l’Alpino rimastogravemente ferito in Afghanistan.
Con questa data si sono conclusi gli appuntamenti “storici” che ultimamente hanno impegnato il nostro gruppo: dico storici perché legati veramente alla storia d’Italia, alla nostra patria. Anche la visita ai cimiteri, ai nostri soci “andati avanti” ha sempre trovato un attimo di raccoglimento davanti al monumento dei caduti delle guerre di ogni tempo morti in battaglia, nei campi di prigionia o dispersi chissà dove.Le ricorrenze di questi giorni sono state ufficializzate dalla presenza delle autorità civili, militari e religiose con il coinvolgimento delle scolaresche e della popolazione (… diventa sempre più difficile parlare di cittadinanza compartecipe ai momenti patriottici, alla cerimonia dell’alzabandiera, alla deposizione delle corone alla memoria ecc, ecc … ).
Domenica 20 novembre in compagnia del Vecio Giovanni Frattini sono salito in Grigna per ricordare Giorgio Mazzucchi, figlio dell’indimenticato Franco fondatore della Squadra di Intervento Alpino (la S.I.A.) istituita appunto in memoria del suo bociacaduto durante un’escursione. Purtroppo gli impegni sezionali e di partecipazione alle attività di Protezione Civile nella Liguria devastata dall’alluvione, la cui cronaca verrà riportata sul prossimo numero del Notiziario, hanno limitato la partecipazione a questa iniziativa comunque, anche se solo in due, abbiamo deciso di onorare la memoria di questo giovane scomparso mentre appagava la sua grande passione per la montagna.
17 Settembre 2011 - Esercitazione di Raggruppamento (Novembre 2011)
17 SETTEMBRE 2011: ESERCITAZIONE di RAGGRUPPAMENTO
Sveglia alle 4,00 del mattino per poter arrivare puntuale all’inizio delle attività esercitative in quel di Endine Gaiano (BG). Arrivato dopo un viaggio tranquillo eccomi al campo in piena fase di risveglio. Alzabandiera e, ritrovati i numerosi amici del gruppo di Milano, dopo la comprensibile movimentazione quasi caotica dei mezzi, si partì diretti al nostro posto di lavoro. Il numero dei cantieri era 24 che non sono pochi con le proprie peculiarità da affrontare in sinergia con i componenti della Protezione Civile volontaria. Tante le sezioni in attività: Emilia Romagna, Lombardia, tutto l’organico del 2° Raggruppamento ANA, insomma una notevole quantità di persone coinvolte.
Domenica 2 ottobre la squadra si è ritrovata a Melzo ospite della locale Sezione del C.A.I. che ha messo a disposizione la palestra di arrampicata artificiale per una giornata dedicata all’esercitazione che prevedeva la risalita sulla parete e lo studio di varie tecniche di assicurazione e recupero. Erano presenti una decina di volontari che, a turno, si sono cimentati sulla palestra e, sotto la guida del responsabile della Squadra Pellavio, hanno messo in pratica quanto appreso sulle tecniche delle assicurazioni, sui nodi e sistemi di recupero e sicurezza di uomini e materiali. E’ stata una giornata interessante e, zanzare a parte, anche piacevole grazie alla possibilità di rivedersi e di passare una giornata insieme imparando o ripassando nozioni che andrebbero comunque ripetute più spesso per non farle cadere nel dimenticatoio.
Venerdì 14 ottobre abbiamo festeggiato in Sede le prime 80 primavere del nostro Socio Isidoro Toso al quale abbiamo consegnato il diploma che la Sezione ha predisposto per questa ricorrenza.
Il nostro Vecio era accompagnato da tutti i suoi famigliari, la moglie, i figli Giorgio e Paolo entrambi alpini, la nuora Elena e i nipotini che dopo il primo momento di “acclimatazione” si sono ritrovati a casa propria. Dopo la consegna del diploma da parte del Capogruppo, è seguito un rinfresco offerto dai figli del festeggiatoapprezzato dai presenti.
A differenza di quanto raccontato dal nostro Socio Doriano nell’ultimo numero del Notiziario riguardo la dis-avventura occorsagli in occasione del Pellegrinaggio in Ortigara, devo dire che quello in Adamello che ci ha visti partecipi nell’ultimo fine settimana di luglio, ha superato le aspettative e ci ha regalato tre giorni veramente belli ed alpinamente (permettetemi il termine) soddisfacenti. Questo 48° Pellegrinaggio era dedicato alla memoria del Generale Romolo Ragnoli Medaglia d’Argento al V.M. e comandante partigiano in Valle Camonica. Il ritrovo era stato fissato per venerdì 29 al 3P di Cesano Maderno all’alba, da qui la decisione di ritrovarci la sera prima e passare parte della notte nella sede della P.C. con partenza alle 4,30 per recarci a recuperare gli altri partecipanti radunatisi presso la casa dell’amico Giovanni Frattini.
Anche quest’anno gli amici di Francesco Figel già capogruppo di Arconate, si sono ritrovati sul monte Due Mani per onorarne la memoria in occasione del 9° anniversario della scomparsa avvenuta appunto nel corso di una uscita addestrativa su quel monte nel febbraio del 2002. Purtroppo non eravamo in molti ma questo non toglie che la cerimonia sia uscita comunque bene e che anche quest’anno abbiamo potuto posare le stelle alpine portate da Giovanni quale segno del nostro “non voler dimenticare” un amico che tante volte ha camminato con noi su quei sentieri. Una simpatica presenza è stata quella del bocia Alessandro figlio di Giovanni Benzi del Gruppo di Ceriano Laghetto che dopo l’arrivo al bivacco ha intrattenuto i presenti.
Seguendo le cronache degli ultimi giorni non posso fare a meno di pormi degli interrogativi. I fatti: a Roma nei giorni scorsi un vandalo o folle che dir si voglia ha danneggiato indisturbato, in pieno giorno davanti alla gente due monumenti storici. Il Vicecomandante dei Vigili romani , intervistata alla Tv si è lamentata del fatto che nessuno sia intervenuto per impedire lo scempio e lo stesso autore dell’impresa si è detto sorpreso ed amareggiato del fatto che nessuno l’abbia fermato. Ma come? Nel bel paese dove chi imbratta carrozze ferroviarie, fermate degli autobus e muri delle case (mai la propria però!!) viene giustificato come artista, chi occupa abusivamente edifici non suoi ha bisogno di spazio per esprimersi, e a chi distrugge vetrine e negozi o tira estintori a carabinieri durante manifestazioni viene intitolata un aula in Parlamento, ebbene qui ci si stupisce se un cittadino “normale” ci pensa due o tre volte prima di intervenire a fare quello che pochi decenni fa era la norma e cioè difendere il bene pubblico, magari correndo il rischio di venire denunciato dal “disadattato” di turno per avergli messo le mani addosso.
Come ogni anno siamo andati ad Asiago per il pellegrinaggio che si tiene sull’Ortigara. Siamo arrivati sul Pian del Lozze al venerdì pomeriggio, abbiamo cercato un posto in cui potessimo mettere la tenda, era un posto veramente molto bello e tranquillo. Alla sera abbiamo cenato e verso le 22 siamo andati a dormire. I guai sono iniziati all’una e trenta di notte con l’arrivo di due suv e una panda 4x4, gli occupanti di questi mezzi si sono imbestialiti perché avevamo occupato il loro spazio, hanno iniziato a chiederci in dialetto vicentino “ chi siu “ a farci traballare la tenda, usare la motosega per intimidirci, imprecazioni di ogni genere, una parola sei bestemmie, tutto questo fino alle 5 del mattino.
Quest’anno presso la casa di riposo a San Vittore O. e a seguire, il 2 giugno, nella sala Polivalente del paese si esibì il coro ANA di Magenta; venerdì 17 giugno u.s. ebbi l’opportunità di trascorrere una serata organizzata dal CAI di Castellanza durante la quale il coro ANA Monterosa di Busto Arsizio conquistò letteralmente tutti i convenuti, gli amanti del bel canto. Dette così sembrano delle annotazioni di cronaca, quasi insignificanti: in realtà questi appuntamenti, queste serate, si rivelano un tuffo benefico in quel patrimonio culturale capace di totale coinvolgimento e suscitano quelle emozioni e/o sentimenti soffocati dalla pressione pressoché costante fatta di totale materialità.
Il nostro Gagliardetto a Lanzo d'Intelvi (Settembre 2011)
IL NOSTRO GAGLIARDETTO A LANZO D’INTELVI
Domenica 3 luglio importante giornata per la valle Intelvi !! Al riguardo, se non ci siete mai stati, venite a vederla; è vicina a noi ( 1 ora di macchina ), tranquilla, riposante, accogliente; se però cercate divertimenti per i giovani state a casa perché non ce ne sono. Dicevo importante ed impegnativa per il gruppo di Lanzo dove sono in pochi ma pieni di entusiasmo. Domenica 3 luglio festeggiavano 150 annidella unità d’Italia, 80 anni della fondazione del gruppo e 95 anni della costituzione dell’eroico BTG Val d’Intelvi decimato in Russia nella II° guerra mondiale. Già al sabato sera un concerto del coro alpino di Fino Mornasco aveva intrattenuto residenti e villeggianti con una serie di canti alpini ben eseguiti.
...come le presenze del nostro Gagliardetto domenica 10 luglio sulle vette più o meno alte delle nostre montagne. Infatti mentre Doriano lo portava in Ortigara e Luciano lo esibiva in Val d’Intelvi, nello stesso momento l’ultima “copia” garriva sulla vetta del Monte Coca a 3.100 mt. portato lassù dal bocia Andrea. L’iniziativa proposta dal CAI lombardo di festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia issando in contemporanea il Tricolore su 150 vette delle Alpi Orobiche compresa, appunto la vetta della cima più alta del Coca, ha spinto mio figlio a convincermi ad accodarci alle varie cordate.
Così sabato siamo saliti oltre il Rifugio Coca (in quella valle tutto ha lo stesso nome)e ci siamo accampati con la tendina davanti ad uno splendido laghetto a 2.100 mt. dove abbiamo passato la serata in compagnia di camosci e stambecchi. Nel silenzio della serata (ci eravamo pure dimenticati le carte e quindi non c’erano molti diversivi) e guardando le montagne che circondavano il nostro mini accampamento, il pensiero andava alle centinaia di Alpini che nello stesso momento a qualche centinaia di chilometri da noi, su un’altra montagna sacra per noi, stavano preparandosi a rendere omaggio ai tanti giovani mai diventati Veci che sull’Ortigara hanno scritto le pagine più gloriose della nostra storia. E con questo pensiero anche il dormire sull’erba con solo uno stuoino, sembrava un lusso paragonato a quanto passato da loro.
Nel 1950 mi trovavo in forza alla compagnia mortai da “81” Reggimentale del 6° Rgt. Alpini di stanza a Maya Bassa (BZ) con mansioni di goniometri sta per i dati di tiro. Avevo a mia disposizione un mulo per il trasporto del goniometro e attrezzature varie nonché quanto necessario per predisporre il rancio nelle marce di esercitazione. Era una buona bestia di sette anni, di tipo leggero e di nome “Gi”. Una volta imbastato non scalciava mai; aveva qualche problema perché alla prima neve diventava nervoso.Il suo conducente, certo Raviscioni valtellinese, gli voleva bene e lo trattava come suo fratello; gli lisciava il pelo con brusca e striglia e gli parlava con qualche bestemmia. Bisognava non abusare del carico che gli veniva messo perché nel caso in cui si eccedeva, il mulo si metteva a tremare e il carico dovevamo trasportarlo noi a spalla; la salute del mulo era più sacra della nostra! In marcia, quando la salita diventava più ripida ed eravamo affaticati dal peso dello zaino e delle armi, era molto comodo attaccarci alla sua coda; lui non si scomponeva ma iniziava a scaricare sostanziose e profumate scorregge: Bisognava essere proprio stanchi ed affaticati per usufruire di questa coda! Il Cappellano Don Bruzzone, che era casualmente con noi, data l’età (era reduce della campagna di Russia) era obbligato ad usufruirne; era di bassa statura e noi ghignavamo a scommettere quanto riusciva a resistere. Ci era sorto il dubbio che il suo conducente nella “musetta” con il pasto del suo “Gi” ci unisse un poco della marmellata che ci veniva propinata come genere di conforto per alta montagna, in cassette di legno da cm. 20x15x5 ogni due giorni e chiamavamo gelatina esplosiva.
Leggendo l’articolo - sfogo di Doriano riportato in prima pagina non posso esimermi dal fare alcune (personali) considerazioni alquanto amare. Anni fa avevo da queste pagine denunciato lo stato di degrado nel quale versava piazzale Lozze la sera del sabato antecedente il Pellegrinaggio in Ortigara facendo notare come la zona fosse in mano e di esclusiva “proprietà casinistica” di individui che si ritengono autorizzati a fare i loro porci comodi solo per il fatto di essere del posto. Non a caso l’ultima volta che ho partecipato in compagnia di mio figlio ci eravamo piazzati con la tendina oltre la chiesetta, nella pineta che degrada verso la vetta ed in quel caso abbiamo apprezzato la sacralità del luogo, aiutati anche dallo spettacolo indecoroso offertoci da una breve puntata a valle dove nei tendoni allestiti sembrava di essere all’Oktoberfest e non certamente in un luogodove ci si preparava ad onorare migliaia di giovani Caduti per la Patria.
Come di consueto anche quest’anno si è svolto il tradizionale raduno a Ponte Selva dove domenica 5 giugno la sezione di Milano assieme a quella di Bergamo si sono ritrovate per una bella e conviviale giornata di serenità e allegria cogliendo l’occasione di scambiare saluti e trasmettere nuove esperienze vissute durante l’anno a tutti gli amici alpini e non. Anche il nostro gruppo come ogni anno era presente anche se in numero molto ridotto alla bellissima cerimonia che si è svolta durante tutto l’arco della giornata in vari momenti molto significativi. Come sempre alla partenza si è un po’ preoccupati causa maltempo in agguato, ma anche questa volta è andata bene, partendo con la pioggia siamo giunti a meta con il sole, il quale, ci ha accompagnato fino al primo pomeriggio quando, seduti sotto il tendone mensa, abbiamo iniziato a pranzare.
In assenza del cronista ufficiale ( maPio dov’eri?... ) scrivo io due righe per il nostro giornalino. Quest’anno la ricorrenza annuale si è svolta nello spazio attorno alla nostra sede con grande partecipazione, clima molto cordiale, servizio efficiente, cucina buona. Insomma il contesto è cambiato, non è più la Cappelletta– casa Ciapparelli, ma lo spirito e rimasto ancoraquello. Fra i numerosi ospiti gradita la presenza di Don Piero, Don Gabriele e dell’ex presidente della Sezione Giorgio Urbinati. Prima del pranzo, ottimo e abbondante, l’alzabandiera comandata dal nostro socio tenente Davide Olgiati che, prima di rientrare in caserma, ha voluto essere presente a questa festa. Alla fine un coretto di veci allietava i presenti aumentando il consenso positivo di tutti. Ci siamo lasciati con un arrivederci al prossimo disnarello venerdì 1 Luglio.
E finalmente una buona notizia, di quelle che ti riconciliano con il buonsenso e con la speranza che la ragione prevalga sulla cecità e sulla convenienza. Mi riferisco alla notizia diramata dai quotidiani riguardo la decisione della Magistratura di congelare i beni delle famiglie dei giovinastri che la vigilia di Pasqua, al ritorno da un rave party, hanno massacrato a botte e sprangate due carabinieri, che li avevano fermati per un controllo anti alcool destinato a prevenire l’ennesima strage del sabato sera. Naturalmente, e come sempre in questi casi, la colpa non era stata di nessuno, i bimbi non avevano altra colpa di quella di sentirsi defraudati del loro diritto al divertimento e allo sballo con la conseguente libertà di giocarsi la vita a piacimento sulla strada mettendo a repentaglio anche la vita altrui, guai poi a chi pensava anche lontanamente di permettersi di interferire con i loro “diritti”. Bene, con questa decisione la Legge ha stabilito che, in via cautelativa, tutti i beni appartenenti alle famiglie vengano posti sotto sequestro al fine di tutelare l’eventuale risarcimento finanziario a quei militari che stavano semplicemente facendo il proprio dovere e che forse, fermando quei disgraziati, hanno impedito ulteriori disastri. L’unico rammarico è che a pagare maggiormente saranno direttamente i famigliari dei delinquenti che, lungi dal mostrarsi pentiti di quanto commesso, non hanno fatto altro che incolparsi a vicenda al fine di alleggerire ognuno la propria posizione. Non so se questa decisione aprirà la via ad analoghe vicende, anche se mi alletta molto sperare che lo stesso principio possa venire applicato a chi distrugge beni pubblici e privati durante le manifestazioni, a chi imbratta con murales pseudo artistici i muri (sempre quelli altrui comunque, mai quelli di casa tua) o carrozze ferroviarie, sino ad arrivare agli assassini (perché questo è il termine esatto che, guidando sotto l’effetto di alcool o stupefacenti, spezzano le vite di chi ha avuto la sola sfortuna di trovarsi sulla loro strada. Mi auguro quindi veramente che si possa entrare in una nuova stagione civile anche se, a livello preventivo, sono resto convinto che molte volte una sana pedata là, data al momento giusto e alla giusta età possa servire molto più di tante leggi e disposizioni.
Il programma addestrativo della S.I.A. stilato ad inizio d’anno prevedeva per il primo fine settimana di giugno la presenza a Ponte Selva in occasione del Raduno Sezionale con una esercitazione al sabato che contemplava la salita alla Presolana, mèta che ci era stata negata due anni fa. E purtroppo anche questa volta il tempo ci è stato sfavorevole negandoci la possibilità sia della salita che addirittura dell’avvicinamento. Infatti già da venerdì sera al nostro arrivo nella Casa dell’Orfano fondata da Don Antonietti, Giove Pluvio ci mostrò tutto il suo potere con temporali che ci hanno tenuto compagnia per tutta la notte sino a farci desistere all’alba del sabato dall’intraprendere ogni tentativo di partenza.
E’ stata la solita, unica, oceanica, indimenticabile adunata. Quest’anno è la ricorrenza dei 150 anni dell’unità d’Italia e la scelta di Torino, prima capitale della nostra Patria, era inevitabile. Quanti eravamo? moltissimi noi alpini; il confronto con le precedenti adunate mi riesce difficile in quanto non partecipavo da un bel po’ di anni ma questa era troppo importante per non esserci. Le mie quindi sono impressioni soggettive e parziali poiché è risaputo che chi sfila non può avere una visione completa dell’evento che, tra l’altro, andrebbe vissuto su più giornate. Io invece, arrivato comodamente in treno a sfilata iniziata, ho raggiunto, dopo una breve sosta in Piazza Carlo Felice, l’ammassamento da dove, verso le 15, è partita la nostra sezione di Milano per il percorso stabilito.
Quando cala il sipario sull’adunata delle Penne nere, le 21 sono passate da un po’ e noi percorriamo in auto le strade che fino a qualche istante prima erano calpestate da ondate di persone, alpini, alpini in congedo ma soprattutto dalle persone che si sono fatte contagiare dai loro festeggiamenti. Mentre percorriamo quelle strade, quasi deserte, dove gli ambulanti sbaraccano le ultime cose, riusciamo a vedere nei nostri occhi la sfilata appena terminata dove hanno marciato dalle prime ore del mattino tutte le sezioni. Quasi al termine della sfilata, mentre avanzavano inquadrati gli ultimi gruppi, arrivava anche un po’ di pioggia a stemperare il clima di una giornata quasi estiva.