Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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…Io credo, mi illudo che ormai siano di pubblico dominio la conoscenza, il significato di tutte quelle sigle che ci stanno soffocando gli emisferi cerebrali. Chi ignora il significato di quel bailamme di sigle: IMU, TARSU, ( … sorb, gasp, ulp…), IGE,ILOR,IRPEF,MOD.730 … ecc … ecc … fino alle ultime nate TARES e la fantastica TASI? Ora nel vernacolo veneto come tutti sanno, “ tasi” significaTACI. Annifa, per la verità, diversi anni , sui muri delle case era scritto : TASI CH’EL NEMICO TE SCOLTA … con tutto quel che seguiva : allora erano tempi brutti !!! TASI la troviamo pure nel motto del Gruppo Artiglieria da montagna “Asiago” di stanza a Dobbiaco dipendente dalla brigata alpina Tridentina fino al suo scioglimento nel giugno del 1991 . In realtà il motto completo, noto a tutto il mondo alpino era, TASI E TIRA. Ne sanno qualcosa quei militari che con armamento personale, zaino in spalla, affardellato come direbbe qualcuno di nostra conoscenza … e le batterie da montagna someggiate sui muli ( … le vecchie Jeep col pelo ) scarpinavano su e giù per i nostri monti. Per completezza d’informazione bisogna tener presente che, sempre nel dialetto veneto,la parolaTIRAoltre che a tirare , trainare, ecc … può significare imprecare, tirare moccoli … quindi secondo voi cosa TIRAVANO in quei momenti i nostri baldi alpini? Dio solo sa gli accidenti o cosa poteva uscire da quelle bocche quando si teneva l’anima con i denti e non“ tacendo ma tirando” arrivavano in branda alla sera con le ossa rotte fedeli più o meno patriotticamente al loro motto : per i mulinon sono in grado di immaginare… A questo punto mi diventa facile un ironico parallelo con la nuova tassa: TASI, più cheevidente e che si può accompagnare aTIRA ( che cosa … lasciamo alla fantasia di ognuno ) ma specialmente alla logica e successiva … impostachiamata PAGA. C’è qualcuno che mi puòcontestare e non la pensa come me ….
Domenica 1 settembre, come consuetudine, la S.I.A. ha reso omaggio alla memoria degli amici scomparsi in Grigna e precisamente Francesco Figel caduto sul Monte Due Mani e Giorgio Mazzuccchi figlio del fondatore della Squadra Franco che in suo ricordo ha voluto istituire il nostro sodalizio per aiutare quanti si sarebbero potuti trovare nelle condizioni di suo figlio. Al punto di ritrovo di Ballabio decidiamo di dividerci in due squadre per poter visitare entrambe le targhe poste a ricordo e così, mentre alcuni salgono verso il Pian dei Resinelli per raggiungere il Rifugio Rosalba e poi la targa Mazzucchi, il sottoscritto ed altri due Soci in compagnia dei famigliari di Francesco Figel ci dirigiamo verso Morterone dove prima dello scollinamento posteggiamo le auto.
… è tornato! Il nostro tenente è tornato e ci risiamo alle solite … e l’articolo quando lo fai … stavolta tocca a te io l’ ho già fatto, io … io … e avanti di questo passo. Ci si mette anche la nostra redazione: hai pronto l’articolo … stiamo per andare in stampa… guarda che aspetto fino a .. ieri ; insomma una domestica persecuzione. Io ci penso,mi arrovello ma niente, non c’ è trippa per gatti. Ma caro tenente cosa devo scriverti, anch’io non possiedo la bacchetta magica per un’ articolo su due piedi:devo scriverti del nostro socio che partecipò alla manifestazione in Adamello e sulla quale ci ha doviziosamente relazionato, del nostro gagliardetto che ha presenziato in molteplici occasioni della nostra sezione da Milano, a Rho, a Vigevano, dal Passo Gaviaa Rancio Valcuvia e anche tu ne sai qualcosa in quel della Val d’Intelvi … non dimentichiamo Ponte Selvae purtroppo la partecipazione ai momenti dolorosi della nostra Sezione, ai funerali dei nostri Soci a Bresso.
Ci stiamo lentamente ma inesorabilmente avvicinando al traguardo dei due anni di “sequestro e prigionia” dei nostri due Fucilieri di Marina, Salvatore Girone e Massimiliano La Torre, ostaggi di un paese che non riesce a conciliare la giustizia al suo interno, figuriamoci se rispetta quella internazionale. I nostri due marò sono infatti continuamente rimpallati tra la “giustizia” del governo centrale che si scontra con “quella” (come se ce ne potessero essere di diversi tipi) del Keraral che non riconosce le decisioni altrui e, mentre i nostri governanti impegnano le loro giornate a discutere argomenti che all’uomo comune costretto a fare i conti per arrivare a fine mese sembrano astrusi, i mesi passano e sui nostri ragazzi OSTAGGI sembra stia calando un velo di indifferenza.
Anche quest’anno, come consuetudine, il Pellegrinaggio in Adamello ha visto confluire, dal 25 al 28 luglio, centinaia di alpini che, dai versanti trentino e camuno, hanno inteso onorare la memoria di quanti un secolo fa hanno combattuto la Guerra Bianca in un ambiente le cui altezze ed avversità non sono state più eguagliate. Questo è stato il 50° anniversario della manifestazione e il Pellegrinaggio era dedicato alla memoria di Gianni De Giuli, per oltre un trentennio alla guida della Sezione Vallecamonica ed artefice anni fa del rilancio a livello nazionale del Pellegrinaggio stesso.
Come tutti gli anni il gruppo alpini di Valfurva organizza il pellegrinaggio al sacrario S. Matteo, monumento che si trova al passo Gavia proprio di fronte al ghiacciaio del monte stesso dove sono morti gli alpini durante le guerre che ci hanno coinvolto. Quest’anno in occasione del fatto che eravamo a trascorrere le ferie a S.Caterina Valfurva, un gruppetto di noi di san Vittore Olona, composto da 4 elementi ha potuto presenziare la cerimonia con il gagliardetto. Il ritrovo era fissato al passo Gavia dove aveva inizio lo svolgimento della cerimonia, partendo quindi dal nostro campeggio ci siamo recati lì, dove gli amici alpini della sezione di Milano anch’essi presenti con il Vessillo ci aspettavano.
Il gagliardetto del gruppo va in trasferta (Ottobre 2013)
IL GAGLIARDETTO DEL GRUPPO VA INTRASFERTA
Sul nostro giornalino del mese di Settembre abbiamo letto e visto la fotografia del nostro gagliardetto all’Ortigara, a Ponte Selva, a Rancio Valcuvia e infine a Legnano per l’80° anniversario del gruppo. Io qui racconto del 31° raduno, gagliardetto al seguito, a Castiglione d’Intelvi ( CO ) per ricordare il Btg. Val d’Intelvi. Domenica 7 Luglio 2013 circa 500 penne nere si sono ritrovate a Castiglione d’Intelvi rappresentanti di una cinquantina di gruppi con altrettanti gagliardetti incolonnati dietro il vessillo della Sezione di Como( 7 medaglie d’oro ) con ilpresidente Chicco Gaffuri, autorità civili e religiose, diversi sindaci con fascia tricolore e tanti cittadini ad applaudire.
Nella foto allegata si vede l'ultimo iscritto al nostro Gruppo, Andrea Maggioni, caporale al 3° Rgt. Art. da Montagna di Tolmezzo ed attualmente in servizio "Strade Sicure" a Napoli mentre effettua lo scambio di guidoncini con Mariano Putignano Vice Presidente ed anima organizzativa della Sezione partenopea. Sin dal loro arrivo, Andrea e i suoi commilitoni hanno trovato nella sede di piazza Plebiscito un ambiente famigliare e in Mariano un fratello maggiore che si è prodigato per fare sentire i bocia a loro agio organizzando uscite ed incontri in sede durante i turni di riposo e mettendosi a disposizione per risolvere eventuali problemi. Purtroppo non è stato possibile la presenza in divisa in occasione dello scambio dei crest, ma ciò non toglie nulla al senso di gratitudine di Andrea e dei suoi commilitoni per la bella accoglienza alpina ricevuta in un ambiente, certamente lontano dai monti, ma vicinissimo ai nostri ideali e allo spirito alpino che si ritrova in ognuna delle nostre sedi.
La cerimonia è appena finita ed eccoci qui a scrivere di questi tre giorni con l’ attendamento poco prima del piazzale delle saline. Partiti alle prime ore dell’alba di venerdì 12 luglio abbiamo fatto tappa a Verona in un supermercato a fare spesa dovendo passare alcuni giorni sul piazzale del Lozze; appena arrivati ci siamo messi alla ricerca di un posto tranquillo fuori dalla bolgia degli altri anni. Tenda piazzata vicino ad un camper in una zona molto silenziosa sia il venerdì che il sabato e pure la domenica. I primi due giorni abbiamo fatto qualche salita per scaldare i muscoli raccogliendo un po’ delle cosiddette “ mughe ” per lo sciroppo o per metterle nella grappa. Il tempo è stato bello durante la giornata, ma alla sera si scatenava sempre il temuto temporale che durava fino all’alba.
Sabato 8 e domenica 9 giugno la Squadra S.I.A. ha partecipato al raduno Sezionale di Ponte Selva presso la Casa dell’Orfano voluta da Don Antonietti per dare un futuro ai ragazzi rimasti senza padre a seguito degli eventi bellici. La nostra Sezione ogni anno raccoglie in quella cornice soci e famigliari che intendono passare una giornata lontani dal logorio della città immersi nella natura in compagnia. Il programma prevedeva l’arrivo nella serata di venerdì in modo di poter essere operativi dalla mattina seguente per quanto riguardava i volontari P.C. che si sarebbero occupati della manutenzione dell’immensa area verde della struttura la cui gestione ricade attualmente completamente sulle spalle di Don Arturo che ha raccolto il testimone di Don Antonietti e che è il motore trainante della realtà attuale.
E’ un caldo pomeriggio di luglio, è sabato e gli alpini di Legnano si vedono impegnati nella Celebrazione dell’80° anniversario della nascita del gruppo. Il pomeriggio è denso d’appuntamenti, s’inizia con il ritrovo e l’ammassamento in un parcheggio abbastanza ampio da poter contenere un sostenuto numero di persone situato nella via principale del centro di Legnano. Sono le 4 del pomeriggio e il caldo si fa sentire, sembra che pochi siano i gruppi che hanno accolto l’invito ma a breve il numero dei gagliardetti dei gruppi presenti aumenta in maniera consistente. All’arrivo dell’autobus della fanfara di Asso sembra che tutto sia pronto infatti dopo pochi minuti il servizio d’ordine coordina il tutto e dopo aver fatto inquadrare i vari blocchi, fanfara, gagliardetti e alpini, si parte con gli onori al vessillo della sezione di Milano e al gonfalone del comune di Legnano.
Domenica 7 luglio 2013 alcuni del gruppo di San Vittore Olona si sono recati in quel di Rancio Valcuvia per condividere assieme agli Alpini del posto la loro festa. Infatti il loro capogruppo nella persona del Valter ci teneva tanta alla nostra presenza, come del resto alla partecipazione di altri gruppi della sezione di Luino. Rafforzavano l’entità numerica gli alpini del gruppo di Tennodella sezione di Trento, l’Aereonautica di Varese,il Corpo forestale della zona,ilgruppo di amici austriaci, gli Schutzenkompanie già da anni gemellati con il gruppo di Rancio, insomma eravamo un bel numero trascinati dall’instancabile Valter. Lo si vedeva lontano un miglio che era stravolto e preoccupato oltre ogni limite affinché la festa del gruppo procedesse nel migliore dei modi: avevi un bel dire per tranquillizzarlo ma era fiato sprecato … In fondo lo capisco !
Piùche legittimo dare qualche informazione ai nostri lettori. Come ogni gruppo ha una propria storia ricca di documenti, ricordi, esperienze ecc… ecc … anche il nostro di San Vittore Olona in quel di Milano ha untassello nel mosaico della sua vita documentato dalla costruzione di questa piccolo monumento: una chiesetta, una piccola santella nascosta fra i campi di Canegrate –Mi, lungo la riva del fiume Olona. La storiografia: un proprietario di una fornace di mattoni mentre quotidianamente scavavala terra creta usata per la lorocostruzionetrovava costantemente ossa umane. La naturale curiosità lo spinse acercare di scoprire l’origine di questa coincidenza.
Ebbene sì! In un mese, da metà maggio a metà giugno, tante le iniziative fatte o partecipate dal nostro Gruppo.
- L’Evento più importante, quello con la E maiuscola, è stato sicuramente l’adunata a Piacenza il 12 Maggio. Non c’ero, ma il Gruppo era ben rappresentato e tutti sono rimasti entusiasti compreso l’amico Marco, il vice sindaco del Comune, che lo ha ufficializzato nel suo articolo sul numero scorso del nostro giornalino. Undici ore di sfilata, un lungo fiume dietro il Tricolore: è uno dei titoli de L’Alpino del mese di Giugno e Piacenza se la ricorderà a lungo e così tutti gli alpini che l’hanno vissuta . E si parla già di Pordenone 2014…
Comesempre tutto finisce, tutto passalasciandosi alle spalle solo i ricordimeglio se positivi; anche stavolta quando raccattando armi e bagagli siamo rientrati a “ baita “. Che dire? solite cose. Tutti i partecipanti sono concordi nel riconfermare l’uguaglianza di ogni adunata ma è altrettantoveroche sempre qualcosala differenzi dalla precedente e fa sì che l’ultimasi riveli migliore o peggiore . Quest’anno siamo partiti con la sfumata certezza del posto che ci era stato garantito: cosi ci siamo rifugiati nell’organizzazione canonica. Sembrava tutto ok … nosignori: vai a dx ma poi devi ripiegare a sxe alla fine,ci siamo accampati inmaniera, tutto sommato accettabile.
Questa primavera che tutt’oggi non si decide ad arrivare, ci ha costretti ad annullare anche la prevista uscita della Squadra in programma per domenica 21 aprile ed è così che domenica mattina, visto che la giornata era già stata organizzata, ci siamo ritrovati al 3P di Cesano Maderno per portare a termine (o avvicinarci) il progetto che da tempo avevamo in mente: mettere in piedi una palestra di arrampicata per esercitarci. Bisogna dire che il nostro responsabile Giovanni aveva già fatto la parte più impegnativa allestendo la struttura utilizzando tubi Innocenti ai quali aveva applicato pannelli di legno recuperati dove verranno poi posizionati gli appigli giunti per misteriose vie nella nostra sede. La struttura è veramente imponente ed arriva a una decina di metri di altezza, è fissata in maniera stabile al muro e alle guide del carro ponte e, terminata, consentirà di allenarsi nelle tecniche di risalita e recupero su parete.
E' con grande gioia che mi appresto a scrivere queste righe che mi riportano alla giornata di domenica 12 Maggio a Piacenza per l'Adunata Nazionale degli Alpini! Quando l'amministrazione ha ricevuto l'invito del nostro gruppo alpini del paese a partecipare all'Adunata Nazionale sono stato onorato di ricevere l'incarico a rappresentare San Vittore Olona insieme ad Angelo Morlacchi e al resto del gruppo. Piacenza ci ha accolto in un tripudio di bandiere Tricolore e scritte inneggianti gli alpini, abbiamo condiviso il pranzo domenicale con tutto il gruppo (complimenti ai cuochi bravissimi!) e poi sulle tribune lungo le vie della parata in attesa che venisse il momento di aggregarci all'ammassamento e sfilare anche noi in mezzo a due ali di folla in tripudio ad omaggiare gli alpini di tutta Italia.
Confesso che, quando nell’ottobre dello scorso anno mi è venuta la brillante idea di chiamare il mio amico di naia Antonio, piemontese DOC per proporgli di ritrovarci ad Aosta inoccasione del 35° anniversario dal congedo, non sapevo a cosa sarei andato incontro. Nei primi mesi l’euforia di risentire, tramite rocambolesche imprese telefoniche e ricerche su Internet quanti avevano fatta la naia alla Testafochi nel 1977, ci ha galvanizzato perché vi assicuro che la gioia reciproca di sentirci era veramente grande e l’aggiornamento dell’elenco che avevamo dai tempi passati lasciava ben sperare.
Ci abbiamo provato. Mi spiego e credo sia necessario visto che più di qualche socio del nostro gruppo non si è fatto vedere: sarebbe molto peggio, se si fosse completamente disinteressato a quanto gli altri si erano impegnati: forsenon legge il notiziario destinandolo metodicamente al cestino ignorando totalmente la vita di gruppo: ovviamente in simili occasioni ci si chiedese questa persona si ricorda di essere iscrittoad un’associazione e se ci tiene ad essa anche solo un pochino … Vengo al punto: una sera ci venne a trovare in sede un signore il quale dopo le ovviepresentazioni ci ha chiesto una mano per una iniziativa che sembrava fatta apposta per un gruppo alpino.
Salve a tutti! In una serata nebbiosa e abbastanza fredda d'autunno, mi dirigevo verso la sede degli Alpini di San Vittore Olona per incontrarmi con loro. Ad essere sincero, io che sono un cittadino mancato, e che spesso mi dileguo per raggiungere mete prettamente montane, mi chiedevo con insistenza cosa potessero avere a che fare gli Alpini con un paesotto tranquillo e ligio ai propri doveri, situato in piena pianura padana. Mi sono ricreduto dopo pochi minuti. Vengo subito accolto con composta ospitalità e orgoglio di appartenenza, cosa che da tempi non sospetti contraddistingue questo corpo e i suoi simpatizzanti.
Marzo è il mese dove l’appuntamento “ gastronomico “ non è al venerdì sera e non si chiama disnarello.In questo mese il gruppo, da tempo, partecipa alla S. Messa in ricordo dei soci “ andati avanti “ e poi, dopo la celebrazione, ritrovo in Sede per aperitivo e pranzo del gruppo. Domenica 17 con grande partecipazione etutti i posti occupati, il programma è stato rispettato. Alle 9,30 , alla presenza delle autorità e di numerosi soci, alzabandiera davanti alla sede. Numerosi i cappelli alpini alla S. Messa e un significativo pensiero del Parroco Don Piero che trova sempre belle parole da indirizzare al nostro gruppo; il corpo bandistico ha degnamente accompagnato la funzione.
Il nucleo di Protezione Civile della nostra Sezione è stato chiamato per un intervento non propriamente legato alla prevenzione o all’emergenza ma per una giornata a carattere “sociale”.Si trattava di intervenire presso l’Istituto Gaetano Negri di Milano, associazione che si occupa del recupero, inserimento ed assistenza di ragazzi con disabilità e che opera a Milano in via De Amicis da molti anni. La richiesta pervenutaci dalla direzione dell’Istituto riguardava la nostra disponibilità a rendere nuovamente agibile e fruibile dagli ospiti che frequentano la struttura di un appezzamento originariamente destinato ad orto per dare modo di consumare prodotti coltivati da loro, ma che nel corso degli anni era diventato una mezza discarica arrivando ad avere le aiuole ricoperte da rifiuti vari, legname, ferraglia e tutto ciò che si è accumulato in un lungo periodo di abbandono.
Ultimamente il nostro Gruppo ha deciso di appoggiare le iniziative dell’Associazione “ROBY PIANTONI ONLUS” fondata nel 2010 in ricordo appunto di Roby Piantoni un alpinista scomparso nell’ottobre del 2009 durante una spedizione alpinistica sullo Shisha Pangma (Tibet). Il sogno di Roby, ora raccolto quale eredità morale dai famigliari, era quello di sostenere lo sviluppo culturale e sociale delle popolazioni più povere che vivono tra le montagne più alte del mondo, motivazioni che trovano riscontro anche con lo spirito alpino. La sera di sabato 6 aprile, abbiamo organizzato, presso la sala polivalente di San Vittore Olona (sotto l’edificio dell’ufficio postale) una serata nel corso della quale i volontari dell’Associazione presenteranno un filmato sugli scopi e le attività che li vedono da impegnati nella costruzione, ristrutturazione e manutenzione delle scuole con fornitura di materiale didattico per permettere alle prossime generazioni locali di programmare un futuro migliore basato sull’istruzione. Il nostro compito è quello di promuovere l’iniziativa tra i nostri conoscenti e, naturalmente, essere presenti tutti a questa iniziativa che richiede esclusivamente la nostra presenza ad una serata che non può che arricchire ciascuno di noi. Appuntamento quindi numerosi a sabato 6 aprile alle ore 21 presso la sala polivalente a San Vittore Olona.
Oggi 11 marzo 2013 posso dirmi finalmente orgoglioso dei nostri governanti che hanno trovato in extremis il coraggio di fare quello che gli italiani chiedevano da tempo: portare a casa i nostri due Fucilieri di Marina da oltre un anno tenuti in ostaggio dall’autorità locale del Keralal tra l’altro in disaccordo con le autorità centrali di quel Paese. I fatti sono oramai conosciuti da tutti e vedevano contrapposte alle legittime richieste atte a tutelare i nostri ragazzi una infinita serie di scuse, rinvii, rivalità interne alla giustizia locale il tutto preceduto dall’arbitraria decisione iniziale di far letteralmente sparire le prove che discolpavano i Marò a cominciare dalla barca e dai corpi dei poveri pescatori uccisi. Quello che a me risulta incomprensibile è stata l’ostinazione protrattasi per così tanto tempo a negare la scarsità delle prove raccolte, il luogo dell’accaduto e la funzione dei nostri militari impegnati in un’opera di sicurezza che dovrebbe essere scontata nel mondo civile.
La notte del 14 aprile 1912 il Titanic, ammiraglia, orgoglio e fiore all’occhiello della White Star Line la società armatrice, appena varato e considerato inaffondabile si inabissava nel suo viaggio inaugurale provocando oltre 1.500 morti. Quello che, sin da bambino, mi ha sempre colpito di questa tragedia era il racconto dell’atteggiamento dei componenti dell’orchestra che, pur consapevoli del fatto che la nave stava affondando, hanno continuato a suonare come se fosse tutto normale sino a scomparire con la nave stessa. Ultimamente il paragone continua a tornarmi a mente quando vedo la stato in cui versano i fiori all’occhiello, i gioielli, i biglietti da visita di questa nostra bella ed amata Italia: scuole destinate a formare i nuovi cittadini prive di attrezzature e fatiscenti, siti archeologici invidiatici da tutto il mondo che cadono letteralmente a pezzi, ospedali dove il paziente viene abbandonato intere giornate nei corridoi del pronto soccorso per mancanza di letti e di personale, strade con buche che sembrano crateri, opere pubbliche iniziate e lasciate marcire, e chi più ne ha…
….sitratta di una casa di riposo in quel di San Vittore Olona: bene …. da qualche anno gli Alpini del gruppo hanno preso l’abitudine … si fa per dire, di trovarsi una domenica per una visita in questa struttura che ospita chi ormai fruisce del tanto meritato riposo. Tutto bello quindi però, c’è un però: in questa cornice di tutto apposto si può celare il pericolo dell’isolamentoe/o della dimenticanza .Ecco quindi che supportati , anzi in collaborazione con i soci del coro ANA di Magenta ci si inventa un momento di insieme dove la “fatica” più grande è supportata dai coristi animatidauno spirito veramente ammirevole. Uniti dal piacere del canto coniugano la possibilità di un momento felice ai nostri anziani. Indubbiamente le canzoni alpine hanno il potere o meglio la magia del trasmettere, suscitare ricordi ed emozioni che nessun discorso sarebbe in grado di fare.
Da qualche tempo è nata una collaborazione, anzi direi una disponibilità da parte del coro ANA Magenta con il nostro gruppo alpini che ci permette di proporre alcune nostre iniziative a favore di chi ha bisogno un poco di sostegno morale, mi riferisco in particolar modo agli ospiti già anziani e soli della Casa Famiglia di San Vittore Olona che aspettano sempre qualche piccolo conforto e un po’ di compagnia da parte di chi è disposto ad offrirgliene. Questa iniziativa di cui ora vi parlo consiste nel proporre agli ospiti ma anche ai parenti ed amici un pomeriggio caratterizzato da alcuni canti alpini e non, che vengono scelti dal coro e dal loro bravissimo maestro e, che si prestano sempre con molta disponibilità ad eseguirli in modo veramente speciale e molto apprezzato da chi ascolta ed a volte canta assieme a loro.
Lo scorso mese è venuto a mancare mio zio Rino, alpino di San Vittore Olona che da 40 anni si era trasferito in Val di Susa dove aveva messo su famiglia e vissuto sino all’ultimo giorno. Il giorno del funerale, appena arrivato a casa sua, suo figlio, mio cugino anch’egli alpino mi ha preso da parte e mi ha mostrato il cappello alpino di suo padre,quello che poi lo avrebbe accompagnato nel suo ultimo viaggio e mi ha detto che lo zio gli aveva chiesto di consegnarlo a me, a suo dire il vero alpino di famiglia, affinché lo conservassi e gli facessi “vivere” ancora qualche Adunata futura. Inutile dire che la cosa mi ha commosso in maniera profonda ed accettandolo ho dato la mia parola che avrebbe avuto il rispetto che gli spettava e da quel giorno fa bella mostra in sala vicino a quello del mio bocia.
Spesso mi capita, parlando con conoscenti o colleghi di sentirmi dire la fatidica frase: “Ma che cosa ci stiamo a fare in posti come l’Afghanistan, l’Iraq…..ma non è meglio lasciarli nel loro brodo e che si arrangino da soli...” e sinceramente a me viene un gran magone. Magone che si accentua quando, ricevendo le nostre riviste associative leggo di quanto i nostri ragazzi laggiù hanno fatto e continuano a fare per quelle genti che non hanno conosciuto altro che guerra e sopraffazioni e che, forse per la prima volta, provano ciò che per noi è abitudine: la libertà o qualcosa che più le assomiglia.
Falò di S. Antonio: la tradizione continua (Febbraio 2013)
Falò di S. Antonio: la tradizione continua
Anche quest’anno siamo giunti ad un’importante appuntamento: la sedicesima edizione del tradizionale falò di S. Antonio, che ogni anno coinvolge un numero sempre crescente di persone che partecipano all’evento. Sono le 8.30 circa di sabato 12 gennaio e la giornata ha qui inizio per gli addetti ai preparativi. Già sappiamo che quella che ci aspetta è una giornata di intenso lavoro che coinvolge un elevato numero di braccia lavoranti impegnate a preparare il legname e tutto ciò che è adibito al falò, per dare una forma gradevole alla catasta sulla quale sommità viene posto il fantoccio di paglia che come ogni anno viene realizzato con vecchi indumenti imbottiti dando ad esso una forma quasi reale ottenendo un eccellente risultato finale.