Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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Domenica 17 agosto, organizzato dal Gruppo A.N.A. Valfurva della Sezione Valtellinese, si è svolto il 40° Pellegrinaggio al monte S. Matteo in ricordo dei tanti giovani, di entrambe le parti in conflitto, che 100 anni fa lasciarono la propria vita su queste montagne. Il programma prevedeva una salita alle ore 6 dal Rifugio Berni in prossimità del Passo Gavia fino al Bivacco Battaglione Skiatori Monte Ortles posto a 3.122 mt. dove sarebbe stata celebrata la S. Messa al campo e successivamente in veloce discesa, ritorno a valle (per modo di dire…) per la cerimonia ufficiale con i discorsi ed una nuova funzione religiosa. Essendo in quel periodo ospiti del Campeggio a Santa Caterina Valfurva il sottoscritto, Angelo, Enrico e mio figlio Andrea avevamo programmato che il bocia partecipasse alla parte “alpinistica” riportando poi a noi il Gagliardetto per la parte ufficiale senonché il diavolo ci ha messo lo zampino facendo arrivare in loco l’amico Elia del Gruppo di Ceriano Laghetto accompagnato dalla morosa Giorgia e così tra una cosa e l’altra decidevamo alla fine di andare tutti quanti ad entrambi gli appuntamenti.
Al Tg regionale di stasera (9 settembre) hanno presentato un servizio relativo alle code che si formano ogni giorno davanti al Monte dei Pegni di Milano in viale Certosa e mi ha turbato profondamente sentire le parole di una signora in coda, che ha chiesto di non essere ripresa in volto per la vergogna, che tra le lacrime diceva che era costretta a impegnare i ricordi di una vita, sua e dei figli, regali di battesimo fatti dai nonni per poter pagare le bollette. Mi è tornato in mente la presa di posizione di Papa Francesco che prima della ferie ha lanciato la scomunica per i mafiosi e i malavitosi colpevoli di avere stravolto la convivenza civile e le speranze di vita delle proprie vittime. A mio modestissimo parere tale anatema dovrebbe essere rivolto anche a quanti, banchieri, “risanatori d’azienda”, “tagliatori di teste” e amministratori pubblici e politici che pensando solo al proprio tornaconto, sono responsabili, in nome del mero profitto molto spesso personale, della situazione disperata in cui si vengono a trovare tanti lavoratori e imprenditori onesti che arrivano addirittura all’estremo gesto di togliersi la vita non potendo più far fronte agli impegni di fronte alla famiglia, alla comunità e ai propri dipendenti.
… come appare evidente, ad oggi,sono passati un bel po’ di giorni e quella data è passata nell’archivio dei ricordi ma nondel dimenticatoio. Come ormai da tre anni arriva puntuale come una cambiale la telefonata dell’amico Valter che senza mezzi termini non è che ti invita ma “ democraticamente “ ti ricordache il giorno tale o talaltrogli Alpinidi Rancio sono in festa, quella annuale e categoricamente è gradita la presenza degli amici alpini di San Vittore. Come è noto tutto trae origini dalla comune partecipazione nell’opera di protezione civile in quel dell’Aquila. Quando lo senti al telefono quell’anima di capogruppo che di nome fa Valter non puoi dirgli di no:contemporaneamente, sempre lui,chiama a raccolta anche altri amici alpini che hanno partecipato alla stessa esperienza, magari nello stesso turno, nello stesso campo di lavoro ecc … ecc …
… quante volte per svariati motivi ci siamo trovati davanti a questo interrogativo … a me è successo recentemente e vi dicoil perché. In questi giorni impregnati di calcio, partite, tatticismi e chi più ne ha più ne metta, una sera mi sono trovato a seguire un programmanel contesto di una partita di calcio dove tutti erano opinionisti, tecnici, allenatori, mister, coach ... alla faccia della purezza della lingua italiana.Dunque: mi interessavano i vari interventi non tanto come calcio in se stesso quanto la modalità di reazione e confronto fra gli opinionisti; nel contempo leggevoin calce i vari messaggi inviati dagli spettatori. Fu cosi che il calcio si mescolò alla politica, …apriti cielo … un minestronenel quale “ galleggiava” la nazionale di calcioa braccetto con l’Italiaeil suo governo dove il più onesto dei politici è sfiorato dal sospetto di malavitosità: non si salva nessuno, banda di corrotti, ladri, opportunisti, senza dignità alcuna … idemper i superpagati giocatori della nazionale per niente convinti che i loro lauti stipendi andrebbero sudati nel vero senso della parola … degli opportunisti lavativi.
Sul calendario avevo scritto: 14 Giugno sabato – S. Messa alla Cappelletta ore 20,30 e 15 Giugno domenica ore 12 in Sede e poi pranzo per la festa del gruppo. Diciamo subito che il programma di domenica è stato rispettato con buona partecipazione e il menù apprezzato da tutti i commensali che hanno occupato tutti i posti. Un po’ fiacco il clima e, personalmente, ho rimpianto l’assenza di Giuseppe che con la sua fisarmonica in un disnarello di aprile aveva allietato la sala. Speriamo in futuro… Per quanto riguarda la S. Messa alla Cappelletta, la situazione meteorologica ( pioveva a dirotto ) ha impedito la celebrazione.
Come ogni anno quando la prima settimana di maggio giunge alle porte, il nostro gruppo, si prepara a partire per l’adunata nazionale che quest’anno vede come città ospitante Pordenone. Dopo esserci organizzati durante l’anno gli ultimi preparativi ci vedono impegnati per procurare ciò che serve durante il nostro soggiorno di circa 3 notti e 4 giorni nell’area che c’è stata assegnata da chi sul posto organizza tutto quanto, in questo caso il gruppo alpini di Cordenons, paese confinante con Pordenone, che si è attivato per farci avere lo spazio ed i servizi necessari. Certo ogni anno è sempre una sorpresa perchè fino al momento dell’arrivo, non si sa cosa ci aspetta. Decidiamo di partire il giovedì a mezzanotte, viaggiando con tranquillità, e devo dire che questa volta tutto è andato liscio senza intoppi. Giungiamo quindi, dopo alcune soste lungo il tragitto, a Cordenons e troviamo l’area a noi assegnata che già ci aspettava. Devo dire che questa volta siamo stati veramente fortunati perché abbiamo trovato un bel prato con erba bassa e oltre ai servizi anche due piante ed un tavolo da pic-nic dove si è potuto pranzare e cenare al riparo dal sole e dal caldo.
La festa è finita... gli alpini se ne vanno... (Giugno 2014)
…LA FESTA E’ FINITA… gli ALPINIse ne vanno …
… purtroppo si riparte, com’è giusto che sia, ma non lodico con rammarico o delusione ma come serenità impone: tutto passaè vero, l’importante che il trascorso nonci lasci dispiacere, delusione ma piuttosto la convinzionedi aver vissuto un momento positivo come per il sottoscritto è stato. L’adunata di Pordenone2014 oraè materia di ricordi e che ricordi … piacevoli a 360°. Abbiamo sempre sostenuto che tutte le Adunate sono uguali, la scaletta è sempre la stessa: vero, tutto vero,rimane comunque il fatto che anche questa volta c’è stato quel qualcosa che distingue un’adunata dall’altra. E’ chiaro chela firma dell’articolo è mia e quindi non posso parlaredi quanti erano con me: spero, anzi sono convinto e forse per altri motivi che il riandare a quei giorni susciti loro la soddisfazione di esserci stati.
Di solito l’articolo lo si scrive al ritorno, dopo d’aver vissuto una particolare avventura, partecipato ad una straordinaria manifestazione politica o a quant’altro:per quanto ci riguarda al rientro da un’Adunata Nazionale di Alpini … scritto in maiuscolo data l’importanza dell’avvenimento. Ecco, appunto: di questo vorrei buttare giù come si dice quattro righe ma non per riandare alla festività dei giorni trascorsi ma per buttare un’occhiata retroattivaossia ai preparativi. Per i profani sembra banale tutto ciò ma perquelli che aspettano questa data la cosa non è cosi tanto semplice. In ognuno di noi si sommano due aspetti: quello personale, più intimo e se anche quasi uguale a quello dei più, in verità differente, ad personam come direbbero i nostripadri latini:a questo primo aspettosi aggiunge la concretezza, la fattibilità, il darsi da fare perché ci si possa trovareall’altezza del momento. Se l’anteprima, ossia la preparazione, riguarda un solo iscritto è presto fatto ma se all’avvenimento partecipa un gruppo, per quanto piccolo allora la musica cambia .
Eccomi qua a relazionare sui tre eventi che, tra la metà di marzo e la metà di aprile, hanno coinvolto il gruppo. Il nostro raccontare vuole testimoniare, soprattutto a quelli che non sono intervenuti, la nostra presenza alle iniziative che, di seguito, vi citiamo. Lo facciamo sperando che tutti ma soprattutto quelli che non erano presenti ( quelli di sopra ) possano, almeno come presa visione, prenderne atto e in futuro essere loro l’immagine fisica del nostro gruppo. Cominciamo dalla festa del gruppo di domenica 16 marzo; il programma, come da copione, prevede la S. Messa celebrata da Don Piero che, come sempre, ci rivolge belle parole che dimostrano l’apprezzamento e la stima che ha nei nostri confronti. Alla fine la preghiera dell’alpino e la percezione della buona reputazione che tutta la popolazione ha del nostro gruppo. Poi, alla fine tutti in sede per l’aperitivo e il menù ottimo ( bravissima la sig.ra Denti per i pizzoccheri ) e abbondante come sempre, con la sala affollatissima ( tutto pieno ) in un clima cordiale e simpatico. Il capogruppo ha ricordato la premiazione presso la Sezione di Milano con la consegna della medaglia per i 50 anni di iscrizione all’ANAdei due soci Manganini Giovanni e Toso Isidoro; rinnoviamo ancora i complimenti di tutti noi ai due veci. Un abbraccio grosso, grosso a Giovanni.
… eppure ci risiamo. Io non so come saranno le cose quando queste quattro righe troveranno spazio sul nostro Penna Nera. Vengo al punto: l’altra sera, come in ogni famiglia, ci si apprestava alla cena quando mi è sembrato di sentire alla televisione il giornalista che ci informava sulle varie ipotesi utili al superamento dell’attuale situazione finanziaria. E’ vero … sarà vero …ma ho capito bene…?Ma no, ho pensato, avrò capito male, vediamo domani.
… una data, una domenica come tante altre: chi rimane in famiglia, chi va allo stadio, chi presso amici, ecc… ecc… Gli alpini del gruppo si sono ritrovati presso la casa famiglia “ Don Giuliani ” per l’annuale incontro con gli ospiti con … qualche anno più di noi. Detto ciò sembra tutto, invece no perché al di là della nostra presenza avevamo con noi l’asso nella manica: gli amici del coro di Magenta, un coro alpino con la C maiuscola.
Sabato 18 Gennaio avrebbe dovuto aver luogo l’atteso Falò di S. Antonio ma le cattive condizioni meteo ci hanno indotto a rinviarlo alla settimana successiva. Così alle ore 8 del mattino del 25 Gennaio ci siamo trovati in sede per caricare sul camion, messoci a disposizione da Bruno, tutti i bancali accumulati durante l’anno. Abbiamo fatto 4 o 5 viaggi per trasportare il tutto fino alla cascina Lattuada che era il luogo dove avrebbe dovuto tenersi il Falò. L’appuntamento per la manifestazione, come da locandina, era fissato per le ore 21,00 ed avrebbe allietato la serata la partecipazione del Complesso Bandistico Sanvittorese.
Domenica8 dicembre il tradizionale pranzo natalizio con la solita grande partecipazione ( 56 commensali ). Che dire?? Come sempre ottimo, esageratamente abbondante, in un clima di serenità e allegria e servito con puntualità per poi chiudere il tutto con la tradizionale tombola con numerosi premi. I piatti erano inusuali e tutti sono stati piacevolmente sorpresidalla professionalità e la ricercatezza della preparazione. Ma chi sono gli artefici di cotanta meraviglia? I magnifici sette più il “ CAPO “che fa otto !!!!!!! Sempre loro…..E’ vero sono ancora quelli di sempre; ma come mai gli altri latitano?
l’annomi sembra giusto riandare un po’ a quanto successo in questo ultimo mese di dicembre: forse poche cose ma per un piccolo gruppo come il nostro credo siano tante. Esaminando i vari momenti di quest’ultimo mese che ci hanno visti impegnati salta all’occhio comeogni settimana abbiamo avuto un … qualcosa … da fare.Iniziamo da subito con il 1/12 quandoi componenti del San Vittore Olona inscrittinella S.I.A.si sono trovati in quel di Lecco;a seguire il grupposi ritrovò per l’Assemblea Generale con la rielezione delle carichein scadenza ( 6.12.) e rinnovo dei bollini ( ricordiamoci… ).
Inizio la relazione chiedendo un minuto di silenzio in onore dei militari italiani caduti in missione di pace nelle varie zone del mondo in cui sono impiegati ed anche per i componenti delle forze dell’ordine deceduti in servizio. Accomuniamo loro il ricordo dei familiari dei soci che sono mancati all’affetto dei loro cari nel corso dell’anno. Rinnovo gli auguri al nostro Parroco Don Piero per una pronta guarigione dopo i problemi di salute che ha avuto. Rivolgo un saluto affettuoso al maresciallo Massimiliano Latorre ed al sergente Salvatore Girone: i nostri Marò ancora prigionieri in India che lo Stato italiano sembra aver abbandonato e dimenticato. Cerchiamo di tenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica, ma soprattutto chiediamo ai nostri governanti di riportarceli a casa subito!
Verbale Assemblea Generale del Gruppo (Gennaio 2014)
VERBALE ASSEMBLEA GENERALE DEL GRUPPO
Si è svolta venerdì 6 dicembre l’assemblea del nostro Gruppo, presenti di persona 24 Soci chiamati al rinnovo delle cariche associative del capogruppo e di due consiglieri. Per la Sezione erano presenti Giuseppe Donelli e il Consigliere Giuseppe Brazzoli che viene eletto quale Presidente dell’Assemblea. Dopo il saluto alla Bandiera e la verifica dei poteri si da lettura da parte del capogruppo della relazione morale preceduta da un momento di raccoglimento in memoria dei militari e rappresentanti delle Forze dell’Ordine caduti in servizio. Si da di seguito lettura della relazione finanziaria e viene definita la quota associativa rispettando l’importo dello scorso anno non essendoci stati aumenti da parte della Sede nazionale.
Tanti e tanti anni fa (mamma mia come passa il tempo) il buon Vitaliano Peduzzi, allora Direttore di Veci e Bocia, ebbe la bontà di pubblicare un mio articolo che ritengo ancora attuale e che parlava della visibilità che, a mio parere, ci era dovuta malgrado il motto della nostra Associazione fosse: “Fare senza apparire”.Lo spunto me lo ha dato episodio accaduto durante la raccolta del Banco Alimentare lo scorso 30 novembre quando un signore, nell’attesa delle compere effettuate dalla moglie, si è soffermato con noi e ci ha raccontato di come lui, paracadutista per forza ai tempi della naia, malgrado le tradizioni famigliari alpine, una sera a casa di amici ha intavolato una “animata” discussione che rischiava di sfociare in lite con un rappresentante di un’altra meritevole Arma con la differenza di avere tante piume invece di una sola penna… al quale aveva fatto notare come, in occasione di calamità, emergenze e mobilitazioni varie, gli alpini fossero sempre in prima fila e soprattutto tra i primi ad “armarsi e partire” e gli ultimi a rientrare, tutto per il bene degli altri, nonché essere sempre in prima linea quando c’è da promuovere qualche iniziativa o a rimboccarsi le maniche: insomma a fare senza troppo parlare.
Venerdì sera, TG serale notizia di apertura: giornata convulsa e di tribolazione per il Governo e verso la fine l’annuncio dell’ennesimo suicidio di un piccolo imprenditore che non ce la faceva più a restare al passo coi pagamenti e non sapeva più come fare con i suoi due dipendenti !!!Ma si rendono conto lorsignori convulsi e tribolati della situazione in cui siamo finiti, con gente che ogni giorno perde il lavoro e si ritrova dopo una vita lavorativa, se non di sacrifici almeno finora dignitosa, ad entrare nel mondo degli assistiti (quando lo si è), con i giovani il cui primo pensiero dopo il diploma o la laurea è quello di trovare una destinazione all’estero dove poter lavorare, e uno Stato che si è ridotto a non pagare i suoi dipendenti arrivando addirittura a dilazionare in due anni il pagamento della liquidazione a chi è giunto al termine della sua vita lavorativa, dico si rendono conto che alla gente non gliene può fregare di meno delle beghe di palazzo aventi l’unico scopo di mantenere cadreghino e relativi privilegi?
Mi piace chiamarlo così. Questo mese,messo quasi alla fine dell’anno, l’ho sempre associato ai ricordi,ai riassunti, al riepilogo delle “ cose “ fatte. Come tutti gli anni abbiamo per primoricordatoi“ veci “ del gruppo che sono andati avanti recandoci a trovarli nei rispettivi cimiteri e recitando una preghiera in loro suffragio. La domenica successiva, 3 novembre, abbiamo partecipato con un bel gruppo alla S. Messa insieme alle autorità per ricordare la fine della 1° grande guerra. Alla fine della celebrazione è stato molto apprezzato da tutti i presenti l’intervento, via radio, del Parroco da casa sua dove sta trascorrendo la convalescenza. Grazie Don Piero, la aspettiamo in sede per la benedizione natalizia!
Lunedì 1 novembre, come consuetudine, abbiamo ricordato i nostri Soci “andati avanti” visitando i Cimiteri della zona (ben 8) dove riposano i veci. Ritrovo di buon mattino ed in buon numero abbiamo iniziato il pellegrinaggio che ci ha visti raggiungere come prima tappa Nerviano dove abbiamo reso omaggio alla memoria del Colonnello Paolo Caccia Dominioni alla memoria del quale il nostro Gruppo è dedicato e successivamente ci siamo recati negli altri paesi dove abbiamo assolto il meritorio compito nel ricordo dei nostri amici la cui memoria ci sprona ad impegnarci nella vita e nell’Associazione.
Il Vecio Palmino Locatelli 92 anni portati in maniera splendida e lucida, tanto da essersi reso partecipe di numerosi incontri con gli studenti ai quali raccontava le sue vicissitudini di guerra durante la tragica campagna di Russia, ci ha lasciato a metà novembre raggiungendo nel Paradiso di Cantore i suoi commilitoni mai tornati a baita. Lo ricordiamo con affetto e riconoscenza per quanto è riuscito a trasmettere ai più giovani anche nella nostra comunità in occasione di una ricorrenza istituzionale qualche anno fa ed in quell’occasione aveva avuto modo di affascinare i bocia con i suoi racconti. Addio Palmino e grazie per quanto hai saputo dare a tutti noi prima come alpino in armi e poi come memoria storica.
Due fatti mi tornano in mente a distanza di mesi: Telegiornali di venerdì 27 e domenica 29 settembre. Nel primo gli operai delle Acciaierie Riva manifestano al grido di “Accendiamo l’altoforno”, scandito a ripetizione e mi viene da pensare alla vergogna che dovrebbero provare certi politici sorpresigiornalmente a rubare o a chiedere rimborsi per 0,50 cent. per le caramelle comperate, di fronte a gente che chiede solo di poter lavorare e, si badi bene non un lavoro da portaborse, ma di lavorare in un altoforno cosa che personalmente non mi attira neppure lontanamente. La seconda notizia riguardava la polemica assunta a questione di Stato sul fatto di votare in maniera palese o segreta nonché a conteggiare i voti necessari per spuntarla a Camera e Senato, mentre buona parte degli italiani fa i conti per arrivare a fine mese, magari rinunciando a qualche pranzo per quadrare il bilancio famigliare. Premesso che personalmente, a parte la questione specifica, sarei per l’obbligo di votare a viso aperto in modo di sapere cosa pensa chi mi dovrebbe rappresentare e che, come in ogni lavoro che si rispetta, dovrebbe alla fine rendere conto ai principali (cioè a NOI) del suo operato. Penso che chiunque, in special modo chi percepisce uno stipendio pubblico abbia l’obbligo di metterci la faccia e di rispondere della fiducia accordatagli da chi si aspetta da lui correttezza e coerenza, un po’ come succede da noi quando nelle Assemblee ci si deve guardare in faccia ed affrontare le conseguenze delle proprie azioni, anche se quello che facciamo non è paragonabile alla cosa pubblica...ma forse viene fatto con maggior spirito di servizio.
…Io credo, mi illudo che ormai siano di pubblico dominio la conoscenza, il significato di tutte quelle sigle che ci stanno soffocando gli emisferi cerebrali. Chi ignora il significato di quel bailamme di sigle: IMU, TARSU, ( … sorb, gasp, ulp…), IGE,ILOR,IRPEF,MOD.730 … ecc … ecc … fino alle ultime nate TARES e la fantastica TASI? Ora nel vernacolo veneto come tutti sanno, “ tasi” significaTACI. Annifa, per la verità, diversi anni , sui muri delle case era scritto : TASI CH’EL NEMICO TE SCOLTA … con tutto quel che seguiva : allora erano tempi brutti !!! TASI la troviamo pure nel motto del Gruppo Artiglieria da montagna “Asiago” di stanza a Dobbiaco dipendente dalla brigata alpina Tridentina fino al suo scioglimento nel giugno del 1991 . In realtà il motto completo, noto a tutto il mondo alpino era, TASI E TIRA. Ne sanno qualcosa quei militari che con armamento personale, zaino in spalla, affardellato come direbbe qualcuno di nostra conoscenza … e le batterie da montagna someggiate sui muli ( … le vecchie Jeep col pelo ) scarpinavano su e giù per i nostri monti. Per completezza d’informazione bisogna tener presente che, sempre nel dialetto veneto,la parolaTIRAoltre che a tirare , trainare, ecc … può significare imprecare, tirare moccoli … quindi secondo voi cosa TIRAVANO in quei momenti i nostri baldi alpini? Dio solo sa gli accidenti o cosa poteva uscire da quelle bocche quando si teneva l’anima con i denti e non“ tacendo ma tirando” arrivavano in branda alla sera con le ossa rotte fedeli più o meno patriotticamente al loro motto : per i mulinon sono in grado di immaginare… A questo punto mi diventa facile un ironico parallelo con la nuova tassa: TASI, più cheevidente e che si può accompagnare aTIRA ( che cosa … lasciamo alla fantasia di ognuno ) ma specialmente alla logica e successiva … impostachiamata PAGA. C’è qualcuno che mi puòcontestare e non la pensa come me ….
… è tornato! Il nostro tenente è tornato e ci risiamo alle solite … e l’articolo quando lo fai … stavolta tocca a te io l’ ho già fatto, io … io … e avanti di questo passo. Ci si mette anche la nostra redazione: hai pronto l’articolo … stiamo per andare in stampa… guarda che aspetto fino a .. ieri ; insomma una domestica persecuzione. Io ci penso,mi arrovello ma niente, non c’ è trippa per gatti. Ma caro tenente cosa devo scriverti, anch’io non possiedo la bacchetta magica per un’ articolo su due piedi:devo scriverti del nostro socio che partecipò alla manifestazione in Adamello e sulla quale ci ha doviziosamente relazionato, del nostro gagliardetto che ha presenziato in molteplici occasioni della nostra sezione da Milano, a Rho, a Vigevano, dal Passo Gaviaa Rancio Valcuvia e anche tu ne sai qualcosa in quel della Val d’Intelvi … non dimentichiamo Ponte Selvae purtroppo la partecipazione ai momenti dolorosi della nostra Sezione, ai funerali dei nostri Soci a Bresso.
Il gagliardetto del gruppo va in trasferta (Ottobre 2013)
IL GAGLIARDETTO DEL GRUPPO VA INTRASFERTA
Sul nostro giornalino del mese di Settembre abbiamo letto e visto la fotografia del nostro gagliardetto all’Ortigara, a Ponte Selva, a Rancio Valcuvia e infine a Legnano per l’80° anniversario del gruppo. Io qui racconto del 31° raduno, gagliardetto al seguito, a Castiglione d’Intelvi ( CO ) per ricordare il Btg. Val d’Intelvi. Domenica 7 Luglio 2013 circa 500 penne nere si sono ritrovate a Castiglione d’Intelvi rappresentanti di una cinquantina di gruppi con altrettanti gagliardetti incolonnati dietro il vessillo della Sezione di Como( 7 medaglie d’oro ) con ilpresidente Chicco Gaffuri, autorità civili e religiose, diversi sindaci con fascia tricolore e tanti cittadini ad applaudire.
Nella foto allegata si vede l'ultimo iscritto al nostro Gruppo, Andrea Maggioni, caporale al 3° Rgt. Art. da Montagna di Tolmezzo ed attualmente in servizio "Strade Sicure" a Napoli mentre effettua lo scambio di guidoncini con Mariano Putignano Vice Presidente ed anima organizzativa della Sezione partenopea. Sin dal loro arrivo, Andrea e i suoi commilitoni hanno trovato nella sede di piazza Plebiscito un ambiente famigliare e in Mariano un fratello maggiore che si è prodigato per fare sentire i bocia a loro agio organizzando uscite ed incontri in sede durante i turni di riposo e mettendosi a disposizione per risolvere eventuali problemi. Purtroppo non è stato possibile la presenza in divisa in occasione dello scambio dei crest, ma ciò non toglie nulla al senso di gratitudine di Andrea e dei suoi commilitoni per la bella accoglienza alpina ricevuta in un ambiente, certamente lontano dai monti, ma vicinissimo ai nostri ideali e allo spirito alpino che si ritrova in ognuna delle nostre sedi.
Domenica 7 luglio 2013 alcuni del gruppo di San Vittore Olona si sono recati in quel di Rancio Valcuvia per condividere assieme agli Alpini del posto la loro festa. Infatti il loro capogruppo nella persona del Valter ci teneva tanta alla nostra presenza, come del resto alla partecipazione di altri gruppi della sezione di Luino. Rafforzavano l’entità numerica gli alpini del gruppo di Tennodella sezione di Trento, l’Aereonautica di Varese,il Corpo forestale della zona,ilgruppo di amici austriaci, gli Schutzenkompanie già da anni gemellati con il gruppo di Rancio, insomma eravamo un bel numero trascinati dall’instancabile Valter. Lo si vedeva lontano un miglio che era stravolto e preoccupato oltre ogni limite affinché la festa del gruppo procedesse nel migliore dei modi: avevi un bel dire per tranquillizzarlo ma era fiato sprecato … In fondo lo capisco !
Piùche legittimo dare qualche informazione ai nostri lettori. Come ogni gruppo ha una propria storia ricca di documenti, ricordi, esperienze ecc… ecc … anche il nostro di San Vittore Olona in quel di Milano ha untassello nel mosaico della sua vita documentato dalla costruzione di questa piccolo monumento: una chiesetta, una piccola santella nascosta fra i campi di Canegrate –Mi, lungo la riva del fiume Olona. La storiografia: un proprietario di una fornace di mattoni mentre quotidianamente scavavala terra creta usata per la lorocostruzionetrovava costantemente ossa umane. La naturale curiosità lo spinse acercare di scoprire l’origine di questa coincidenza.
Ebbene sì! In un mese, da metà maggio a metà giugno, tante le iniziative fatte o partecipate dal nostro Gruppo.
- L’Evento più importante, quello con la E maiuscola, è stato sicuramente l’adunata a Piacenza il 12 Maggio. Non c’ero, ma il Gruppo era ben rappresentato e tutti sono rimasti entusiasti compreso l’amico Marco, il vice sindaco del Comune, che lo ha ufficializzato nel suo articolo sul numero scorso del nostro giornalino. Undici ore di sfilata, un lungo fiume dietro il Tricolore: è uno dei titoli de L’Alpino del mese di Giugno e Piacenza se la ricorderà a lungo e così tutti gli alpini che l’hanno vissuta . E si parla già di Pordenone 2014…
Comesempre tutto finisce, tutto passalasciandosi alle spalle solo i ricordimeglio se positivi; anche stavolta quando raccattando armi e bagagli siamo rientrati a “ baita “. Che dire? solite cose. Tutti i partecipanti sono concordi nel riconfermare l’uguaglianza di ogni adunata ma è altrettantoveroche sempre qualcosala differenzi dalla precedente e fa sì che l’ultimasi riveli migliore o peggiore . Quest’anno siamo partiti con la sfumata certezza del posto che ci era stato garantito: cosi ci siamo rifugiati nell’organizzazione canonica. Sembrava tutto ok … nosignori: vai a dx ma poi devi ripiegare a sxe alla fine,ci siamo accampati inmaniera, tutto sommato accettabile.