Associazione Nazionale Alpini -
Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI)
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Come tutti gli anni il mese di novembre proponediversi appuntamenti per il nostro gruppo. Si comincia dal primo giorno del mese con la visita ai cimiteri dove riposano i soci del nostro gruppo che sono andati avanti. Otto le meteraggiunte da otto soci che hanno portato un fiocco tricolore sulle tombe epregato per loro. Il 4 Novembre, prima alle scuole elementari private e poi a quelle comunali, identica cerimonia: inno di Mameli, alzabandiera, pensiero del sindaco ( quest’anno assente per impegni e sostituito dall’assessore allo sport Paolo Salmoiraghi alpino ). A seguire per entrambe le scuole alcune riflessioni sulla guerra dette dagli alunni e a chiusura il canto “ La leggenda del Piave “. Successivamente gli alunni delle quinte classici hanno rivolto diverse domande alle quali abbiamo risposto con chiarezza. Dopo la visita alle scuole comunali in corteo abbiamo raggiunto il nostro cimitero dove, di fronte alle lapidi dei caduti sanvittoresi, abbiamo deposto un mazzo di fiori ed un cero e recitata una preghiera a suffragio.
Dopo tanti rinvii finalmente carico armi, bagagli e via: destinazione Trentino, tour delle Dolomiti, visita alla mia caserma in quel di Bressanone seguita da rispettoso “ pellegrinaggio” a Lappago in val Aurina con puntata al lago di Neves: qui siamo a 1800 mt. In quel posto in tanta malora, sperduto e privo di ogni benché minimo svago o distrazione, il nostro plotone sopportò “ eroicamente” un impegnativo campo estivo della durata di un mese occupato nella ristrutturazione di due rifugi alpini di proprietà del C.A.I. ( Rif. Porro e Ponte di Ghiaccio a quota 2500 mt). Erano stati malridotti dal precedente utilizzo da parte dell’esercito durante l’impegnoresosi necessario per i problemi causati dalterrorismo altoatesino d’allora: bisognava quindi riconsegnarli al legittimo proprietario come si erano ricevuti.Ho ritrovato dopo quarantacinque anni lo stesso panorama mozzafiato, splendido, una conca con il lago artificiale e le vette circostanti ormai spruzzate dalle prime nevi; sbirciando per un attimo mia moglie mi ha fatto piacere vederla entusiasta nonostante la pioggia e il freddo di quel giorno. Della mia caserma ora esiste solo il basamento con il palo dell’alzabandiera nascosto fra due pini più parte del muro di cinta ( muro del pianto? ) quasi un monumento-ricordo di quanti passarono in quel posto tanti mesi… cara caserma Vodice ormai nella memoria di noi ex genieri della brigata Tridentina …
Organizzata dalla locale sezione dell’Associazione Nazionale Fanti di Legnano, mercoledì 11 novembre nella piccola e suggestiva chiesetta di S. Martino, è stata celebrata una S. Messa in suffragio e ricordo di tutti i militari caduti nel corso delle missioni umanitarie ed internazionali. In occasione del centenario della Grande Guerra, la cerimonia è stata dedicata a tutti i Caduti, senza distinzione di parte, che hanno perso la vita nel fiore della gioventù.Erano presenti alla funzione i rappresentanti delle istituzioni militari e di molte associazioni d’Arma dai bersaglieri, ai carabinieri, ai fanti, paracadutisti, granatieri, carristi e naturalmente noi alpini. Nel corso della Messa, il sacerdote ha avuto parole di elogio per l’opera, spesso silenziosa e disconosciuta, prestata dai nostri militari per assicurare una parvenza di pace e stabilità a Paesi dove magari le nuove generazioni non hanno conosciuto altro che un clima di guerra auspicando per loro e per tutti la tanto desiderata pace e serenità. Al termine della Messa, all’uscita della chiesetta, i contradaioli di S. Martino hanno offerto cioccolata e vin broulè ai presenti, mentre prima di rientrare abbiamo accolto l’invito degli amici bersaglieri e ci siamo ritrovati per un simpatico rinfresco presso la sede di Associarma con l’auspicio di ritrovarci ancor più numerosi il prossimo anno.
Questo è quanto ci suggeriva la scaletta dell’incontro che si è tenuto la sera del 18.10.c.m: artefice di tutto il nostro Luciano Tacchia. Dire che Luciano abbia l’hobby della commedia, dell’arte connessa all’amore per la letteratura, per il teatro è semplicemente riduttivolui è molto di più. Animato dalla passione per la commedia particolarmente in dialetto o vernacolo che si voglia dire, si prodiga oltre alla passione per raccontare, testimoniare e far conoscere quanto giorno dopogiorno si rischia di seppellire nel dimenticatoio dei nostri giorni impregnati fino allo stordimento dall’informatica, dall’utilizzo di computer, di tablet e chi più ne ha più ne metta. La storia, la vecchia e pur sempre attuale cultura, il come eravamo,come parlavamo sta passando in secondo ordine; lui si è impegnato perché tutto questo non avvenga. A suo tempo diede vita ad una compagnia teatrale che lo impegnò fino a pochi mesi fa: ora si occupa nell’insegnamento, in serate a tema con la volontà di continuare questa “avventura” che lo entusiasmada sempre giorno dopo giorno.
Era l’aprile del 1917, mancava poco più di un anno alla fine della 1° Guerra Mondiale ed in alta Val Malenco nel giro di pochi giorniben 24 giovani Alpini del 5° persero tragicamente la vita. Il 1° aprile, dopo le abbondanti precipitazioni nevose dei giorni precedenti, una grossa valanga staccatasi dalle pendici del Sasso Nero, scese a valle e si abbatté sul Rifugio Musella dove erano distaccati 28 Alpini e 9 di loro perirono subito sotto le macerie, vanamente soccorsi dai loro commilitoni che erano scampati alla furia della montagna. Il giorno successivo, il 2 aprile, una colonna di 42 Alpini proveniente dal Rifugio Marinelli e diretta a sua volta al Musella, nel risalire il versante verso la Bocchetta delle Forbici, veniva anch’essa investita da una nuova valanga staccatasi dalla cima occidentale della cima Musella. 15 di loro furono sommersi dall’enorme massa di neve, trascinati a valle e non furono trovati in tempo, malgrado i soccorritori avessero lavorato tanto alacremente quanto inutilmente per salvare le loro vite per tutto il corso della giornata e della notte. Tutto ciò ebbe grande rilievo non solo nella valle, ma in tutta Italia ed è con spirito di riconoscenza e rispetto che nel corso della mia vacanza di alcuni giorni a fine agosto in Val Malenco che ho voluto andare presso il Cimitero dedicato a questi giovani mai diventati vecchi, che sorge nel vallone dello Scerscenai piedi del Bernina e dei ghiacciai che ancora fanno corona al monumento. Ho voluto lasciare un ricordo del Gruppo alla memoria di questi Bocia perché fin quando ci sarà un Alpino il loro ricordo non svanirà.
Eravamo anche preparati anche se speravamo sempre. Da quando la notizia che Nazarena soffriva per il “ male del secolo “ grande era la preoccupazione di chi la conosceva. Cercavamo di partecipare, con parole di circostanza, la nostra vicinanza al marito Fiorenzo e al fratello Pio ma il timore che la situazione si aggravasse era in noi. Poi la notizia che tutti temevamo è arrivata: Il funerale è mercoledì 26 Agosto alle ore 10 “. Tantissima gente ha presenziato alla cerimonia accompagnandola nell’ultimo suo viaggio, testimoniando al marito Fiorenzo, alle figlie Chiara e Valentina e al fratello Pio l’affetto e la stima che Nazarena si era conquistata. Personalmente però ho realizzato il suo distacco dopo 15 giorni al disnarello di Settembre. Entrando in sede ho guardato verso sinistra della sala dove, davanti alla finestra, era solita sedersi. La vedevo sempre quando arrivavo e sempre dopo di lei ( e di quasi tutti…. ). Sempre sorridente, cordiale, la prima a salutarmi;attenta a tutti, insomma una compagnia piacevolissima..Quando, la sera di venerdì 10 Settembre, sono entrato in sede ho guardato inconsapevolmente verso sinistra e, davanti alla finestra, Nazarena non c’era…E’ allora che, dopo averla vista ammalata a casa e all’ospedale, dopo aver seguito il suo funerale, solo in quel momento ho capito che ci aveva definitivamente lasciato. La prima mia reazione è stata quella di cercare Fiorenzo e lui, l’amico mio ma soprattutto l’amato marito, c’era e mi ha fatto piacere. Nazarena voleva sicuramente che il suo Fiore non si chiudesse nel dolore, isolato da tutti; stare insieme ai suoi amici alpini lo aiuterà sicuramente a superare il grande dolore di questa perdita. Il suo ricordo ci accompagnerà sempre nei nostri ritrovi e cercheremo di essere sempre sereni perché così voleva lei. Ciao Nazarena, alpina di fatto e, ma già lo fai, guardail nostro gruppo.
In occasione del 32° raduno al rifugio Contrin, che si trova sulle dolomiti ai piedi della Marmolada, organizzato dalla sezione di Trento, il 28 giugno del corrente anno tre membri del gruppo, ed in particolare io il capogruppo e un terzo socio, abbiamo deciso di partecipare alla cerimonia. Dopo aver preventivamente prenotato il posto presso il rifugio, ci siamo organizzati per poter partecipare, certo che, essendo la prima volta eravamo dubbiosi su tutto ma non poteva andare meglio. Partiti di buon mattino, visto la distanza da percorrere, abbiamo subito intrapreso il viaggio per raggiungere Alba di Canazei dove inizia l’attacco del sentiero che dopo un’ora e mezza circa ci consente di giungere al rifugio. Il viaggio è stato fortunatamente tranquillo e senza traffico, quindi giunti ad Alba a metà mattina ci siamo subito documentati su come raggiungere il rifugio.
Come da ogni anno siamo abituati a fare, anche questa volta ci siamo organizzati per recarci in vetta al monte Ortigara il quale è stato luogo di una sanguinosa battaglia tra italiani e austriaci. Quest’anno abbiamo deciso come giorni di uscita il 25 e 26 luglio, e a differenza degli scorsi anni abbiamo aggiunto come tappa il Salto dei Granatieri. Partiti di buon mattino e, dubbiosi sulle previsioni meteorologiche, giunti a Roana con tempo buono, abbiamo intrapreso il giro delle gallerie e trincee che a ridosso della Val Sugana si susseguono tra strapiombi e panorami mozzafiato. Con l’ausilio di torce elettriche abbiamo potuto percorrere tutto l’itinerario propostoci dal nostro consigliere Pio il quale ha accompagnato me e il capogruppo lungo questo bellissimo giro. Partendo a piedi da Piazzale Principe si giunge, dopo un susseguirsi di trincee e gallerie, a Piazzale dei Granatieri, lì si può visitare una bellissima chiesetta e sostare al rifugio, dopo di che si percorre un sentiero ad anello che si richiude da dove siamo partiti.
Un altro grande Vecio del Gruppo ci ha lasciati: Carlo Sangalli di Pogliano Milanese è andato avanti a fine maggio raggiungendo nel Paradiso di Cantore i compagni di naia che lo avevano preceduto. Purtroppo una parte dei Soci del nostro Gruppo, praticamente i giovani e quelli entrati negli ultimi anni non hanno avuto la possibilità di conoscerlo ed è un peccato perché Carlo era una persona che valeva la pena di incontrare ed è stato uno dei protagonisti della nostra vita associativa per un periodo certamente denso di novitàe cambiamenti, quando per intenderci c’è stato il ricambio generazionale tra i reduci e noi (allora) bocia. Purtroppo le sue precarie condizioni di salute lo avevano allontanato dalla vita attiva del Gruppo e negli ultimi anni non frequentava più la Sede anche se non mancava mai, quando lo andavo a trovare, di informarsi sull’operato del Gruppo e di come procedevano le cose tra di noi non mancando mai di insistere sul fatto che l’armonia doveva sempre regnare tra i Soci.
Mercoledì 27 Maggio abbiamo accompagnato al cimitero il nostro vecio Carlo Sangalli. Era il vecio del gruppo ( 88 anni ) e da un po’ non lo vedevamo ma, come sempre succede, quando ti arriva la telefonata ti rattristi e, col pensiero,cerchi un ricordo di lui. Era una bella persona, semplice il che in una persona è una qualità difficile da raggiungere. La semplicità di Carlo era essenzialità. Lo ricordo quando, qualche anno fa, si andava nelle scuole per il 4 Novembre; adesso continuiamo ad andarci ma lui, da qualche tempo, non c’era e mi mancava tanto. Carlo era l’unico del gruppo che “aveva fatto la guerra “ e precisamente la seconda guerra mondiale e questo per me costituivaun motivo di orgoglio averlo nel nostro gruppo. Ma lui non ne faceva motivo di arroganza, di prosopopea ma in manierapacata e semplice rispondeva alle domande ( sempre uguali ) che ogni anno gli scolari gli rivolgevano. Stimatoe apprezzato da tutti noi e anche in paese come abbiamo sentito dalle parole rivoltegli nell’omelia della cerimonia funebre. Eravamo tanti del Gruppo ( ben 14 !!! ) e Carlo avrà apprezzato come hanno fatto la moglie, i figli, i nipoti e tutti i presenti. Adesso è andato avanti………Ciao Carlo, bella persona!
Come da calendario la sezione A.N.A. di Milano si ritrovò all’annuale appuntamento nella pinetadi Ponte Selva nei pressi di Clusone (Bg) tanto al finedi enunciare le coordinate geografiche dell’incontro. Giornata più che splendidaesaltata da sole e presenza di tante penne nere milanesi e non, convenute all’appuntamento. Anche “i prodi” del San VittoreOlona non potevano mancare e quindi presenti alla cerimonia d’onore ai caduti con alzabandiera, corteo e S.ta Messa celebrata presso la chiesetta attigua al collegio nella quale riposa la salma di Mons. Antonietti che ha voluto questa realtà in soccorso ai tanti orfani del dopo guerra: ora diventata centro di vacanze, di incontri per gruppi sportivio di interesse culturale/educativo… sarebbe un vero peccato che questa si perdesse nel dimenticatoio e nel degrado totale. Detto ciò oltre al festeggiamento del 50.mo° di questo appuntamento, la sezione gratificò il gruppo di San VittoreO. con una targa premiando il nostro notiziario:che dire se nonringraziare la commissione aggiudicatrice … e applaudirci solo un pochinoenon per scaldarci le mani …
Dopo fanfare, bande musicali in quel dell’Aquilaanche nella nostra sede la musica è venuta a farci visita: artefice di tutto il nostro amico StefanoQuaglia in qualità di insegnante di musica chedatempo ci aveva espresso il desiderio sulla fattibilità di una manifestazionemusicale in casa nostra. Aveva … “ fra le mani” due suoi studenti, a parere suo, due promesse che meritavano un test, un contatto con il pubblico,che avrebbe fatto loro solo del bene: la nostra sede era idonea allo scopo e lui era talmenteentusiasta dei suoiallievi che non si poteva dire di no: ne è valsa la penae quella sera i due fratelli Gabriele e Francesco Luraschi ci hannodimostrato come l’impegno e l’amore per questa disciplina favoriscano dei veri risultati.Va detto che uno dei due, mi sfugge il nomedel più piccolo, si fosse accostato solo da pochi mesi alla musica, al pentagramma, al suo flauto. Considerando l’età e il fatto di essere agli inizi, è riuscito, sempre sotto la guida di Stefano a presentare dei brani dove con una base musicale suonava da primo flauto.
Adunata Nazionale: il volo dell'Aquila (Giugno 2015)
ADUNATA NAZIONALE: IL VOLO DELL’AQUILA
E venne il giorno dell’ 88° Adunata Nazionale in quel de L’Aquila ancora ferita dalla terribile notte del 6 aprile del 2009 quando il terremoto, con una intensità del 9° grado, si scrollò di dosso case e monumenti con secoli di storia e provocò la morte di 309 persone, 1600 feriti e circa 80.000 sfollati molti dei quali ancora oggi vivono nelle strutture sorte nell’immediata emergenza. Ma L’Aquila forte e gentile come le sue genti, aspettava l’occasione di rialzare la testa, di poter tornare a vivere in maniera “normale” seppur per qualche giorno e pur tra impalcature e putrelle di sostegno che ancora oggi sono parte integrante del panorama del centro città che purtroppo molti giovani aquilani conoscono solo in questa veste. E così, perdonate l’immodestia, ma penso che noi alpini che abbiamo voluto essere a L’Aquila per questa nostra Adunata abbiamo contribuito a rendere possibile questo sogno realizzando il desiderio di vedere ancora i corsi e le stradine del centro invase da migliaia di persone felici di ritrovarsi come sempre tra alpini e consapevoli di partecipare a una Adunata diversa ed unica nella storia dell’A.N.A.
... mi sembra giusto ricordare quanto di bello è avvenuto in questi ultimi giorni, a partire dal 25 aprile quando il nostro gruppo alpini, secondo me, ha ben figurato per numero e l’immediato riconoscimento per la comune camicia, fra i partecipanti al corteo. Con un po’ di rammarico o tristezza, comunque la si voglia vedere, è la costante minor partecipazione popolare a questo evento di storica importanza avvalorando il vecchio adagio che ricorda: una nazione senza memoria ripeterà all’infinito gli errorifatti in precedenza. Speriamo di essere smentito. Continuando in questa piccola relazione mi piace ricordare le ore trascorse con il gruppo scout Legnano 1 qualche giorno dopo. Ho avuto sempre uno sguardo di simpatiaverso questo movimento giovanile, questiragazzi impegnati in un particolare momento della loro vita dove il motivo principale del loro essere assieme nasce con lo scopo di educarsi alla vita, conoscere edapprezzare la collaborazione di gruppo, diadattarsi alle varie modalità di vitaoccasionali o addirittura create, vedi il dormire in tenda, lavarsi con l’acquafredda, camminare con zaino in spalla o ubbidireadun fischio che mi ha tanto ricordato quello del nostromo in marina.
Vedendo le terribili immagini delle devastazioni causate alla nostra città e nelle immediate vicinanze della nostra sede sezionale ad opera di un manipolo di criminali venuti addirittura dall’estero con la sola intenzione di distruggere ogni cosa indipendentemente dalla motivazione, ed essendo in procinto di partire per la nostra Adunata nazionale che vedrà centinaia di migliaia di persone sfilare per ribadire l’orgoglio di essere italiani, penso che se fossi un agente dell’ordine e potessi scegliere, la destinazione del servizio sarebbe scontata. Ma quello che più mi fa male è il vedere vanificato il lavoro delle forze di polizia che ben due giorni prima avevano identificato e fermato diversi di questi teppisti salvo poi sentirsi dire dal solito giudice che non potevano essere espulsi e lasciandoli quindi liberi di perpetrare le loro nefandezze in barba di ogni regola del vivere civile e forti del fatto che le disposizioni delle forze dell’ordine erano di impedire che uscissero dalla zona evitando lo scontro che avrebbe avuto ben più tragiche conseguenze.
E come prosegue la nostra Preghiera tutti noi lo sappiamo, così come lo sanno quei parroci che ultimamente non ne consentono la lettura magari durante il funerale di un Vecio che viene accompagnato nel suo ultimo viaggio, costringendo i suoi amici alpini a recitarla fuori dalla Chiesa, sul sagrato, prima della tumulazione. Chissà perché ho associato questa immagine a quanto visto al TG dopo le tremende immagini che giungevano dal Kenia dove si è avuta l’ennesima mattanza di giovani nell’università, colpevoli solo di essere cristiani, grazie anche alle “mancanze organizzative” di una polizia che è intervenuta diverse ore dopo il fatto, ed il secondo servizio in scaletta dove si vedevano i nostri parlamentari che uscivano provati ed esausti dall’aula dopo l’ennesima, e come sempre infruttuosa, seduta dedicata all’eterna riforma elettorale. In entrambi i casi associo questi comportamenti a quello dell’orchestra del Titanic che, mentre la nave affondava, continuava a suonare come se niente fosse, con l’unica differenza che in quel caso gli orchestrali non potevano fare altrimenti, mentre oggi serve una decisa e responsabile presa di posizione su una vicenda che non ha precedenti nella storia moderna e che minaccia tutto il modo di vivere del mondo occidentale e quindi del nostro mondo.
L’ho scoperta per caso questa “ curiosità “ ed è talmente curiosa che mi permetto di girarvela: se poi la conoscete già, va bene niente di grave. A me è piaciuta da subito e per questo …. insomma, mi direte, di che cosa si tratta? della Regola delle 10 P. L’origine di questo enunciato, a detta di alcuni, si perde nella nebbia dell’antica Grecia, altri lo attribuiscono alla tradizione pugliese, addirittura sembra campeggi nello stemma di qualche casato e via di questo passo … comunque sia la valenza di quanto viene dichiarato è di innegabile attualità per tutti, nessuno escluso: sarebbe auspicabile che per ciascuno di noi, a partire dal sottoscritto, sia ritenuta l’etica fondamentale nel rapporto fra persone che si ritengono civili. In ossequio alla legittima curiosità eccovi il testo: Prima Pensa Poi Parla Parole Parole Poco Pensate Portano Pena: voilà, svelato il mistero delle 10 P che ve ne pare?a me sembra che come deterrente, o meglio, regola di vita sia molto valida. Mi lascia basito la costante visione di persone di ogni ceto, di ogni età incollate a telefoni e/o cellulari: passeggiando, in macchina, in casa, nei posti più disparati: spero che tutta quell’alluvione di parole sia regolamentata da questa regola: ma forse rimane solo una speranza, un pia illusione …
La Festa del Gruppo e le Attivitą del 2014 (Aprile 2015)
LA FESTA DEL GRUPPO E LE ATTIVITA ‘ DEL 2014
In questo mese di marzo due sono state le iniziative: la festa del gruppo del15 marzo e la proiezione del DVD con le attività dell’anno 2014. La prima ha visto una grande partecipazione con tutti i coperti esauriti compresi i posti dell’ufficio ecucina ( insomma era libero solo il bagno !!!! ) mentre la proiezione delle attività dell’anno 2014 ha visto la partecipazione di poche persone( 12 uomini e 1donna ) decisamente pochi per apprezzare il lavoro dei“magnifici tre ” ( Angelo, Enrico e Maurizio in ordine alfabetico ). Veniamo ai dettagli. La festa del gruppo è iniziata alle 9,30 con alzabandiera e tanta partecipazione di alpini, simpatizzanti, autorità civili e, sempre graditi, gli amici carabinieri. La banda numerosa e ben intonata ha alternato motivi in sintonia con l’evento ( Inno di Mameli, la leggenda del Piave, Silenzio, Trentatrè ) ad altri ( marce, motivi popolari, canti alpini ) sempre ben eseguiti e apprezzati da tutti. La S. Messa, celebrata per l’occasione al Santuario, è stata apprezzata da molti fedeli e amici del nostro gruppo e Don Davide ci ha rivolto parole che ci hanno fatto piacere e riempiti di orgoglio.
… della festa del gruppo (15.03.2015): questo titolo mi è venutoda subito ieri sera 20.c.m. quando in sede è stato trasmesso il DVDche illustraval’attivitàsocialesvolta nell’anno 2014. E’ d’obbligo un vero GRAZIEal nostro “reparto audio- video” che di ore ne ha trascorse tante a smanettare con telecamera e PC al fine di raggiungere un buon risultato. Non c’è che dire: la carne al fuoco è stata tanta, era lì da vedere però … però durante la visione del filmato il mio pensiero è uscito dalla nostra sede, si è perso riflettendo su quanto fatto durante l’anno trascorso , sul comee suchisi eraimpegnato … non so quanto sia giusto o errato riflettere suquanti si fossero tirate su le maniche ma ti viene spontaneo. Si dice che in tutti igruppi la malattia sia la stessa, a dire che pochi tirano il carretto e più di qualcunoci sale sopra orgoglioso dei risultati ottenuticon l’impegno degli altri: questo non è bello né onesto. Non è una lamentela ma un rimarcare un comportamento che nonfa onore a chi è iscritto ad un gruppo, qualunque sia e rimane soltanto un nome su di un’ elencoenientepiù.
Eccoci qua a raccontare delle due iniziative di Febbraio 2015: il disnarello e l’appuntamento con il coro di Magenta. Sul disnarello vale quello che commentiamo da sempre. Bello, buono, simpatico, partecipato e tutti che si trovano bene in un clima cordiale e sereno. Merito degli alpini ed in particolare di quelli che, nel nostro gruppo, si impegnano e riescono sempre a trasmettere una immagine costruttiva e positiva. Bravi davvero e ci vediamo al prossimo 15 Marzo per il pranzo della festa del gruppo. Due parole in più sul coro di Magenta. Come oramai accade da qualche anno gli amici del coro ANA di Magenta vengono per far trascorrere un piacevole pomeriggio agli ospiti della Casa Famiglia Don Giovanni Giuliani. Erano un bel numero ( ventisette per la precisione ) ed hanno cantato benissimo una quindicina di canzoni alpine e anche no, diretti dal maestro Elio Garavaglia che li guida dal novembre 1993 anno di costituzione del coro.
In questo primo mese dell’anno 2015, due sono le iniziative che voglio ricordare: il disnarello ed il falò di S. Antonio. A dire il vero i nomi con cui andrebbero ricordati sono la ricca e buonissima cena( disnarello mi fa venire in mente una pastina con un pezzetto di formaggio …..) ed il falò di San Francesco perché questo anno, causa maltempo, l’evento è stato posticipato di una settimanacon un giusto e, da qualcuno in particolare, apprezzato intervallo fra le due manifestazioni inizialmente previste il venerdì 16 ed il sabato 17 gennaio. Il “ disnarello “ del giorno 16 è stato molto gradito e partecipato;in sintesi tutto buono e gran pienone. Risotto con salsiccia, sopraffino con lenticchie ( dicono che portano soldi, speremm….. ), formaggio, dolce e tanta cordialità; ci fosse stato Giuseppe con la fisarmonica sarebbe stato il massimo. Alla cena era presente un bel numero ( una quindicina ) di amici della Croce Azzurra che vengono sempre volentieri e dal nostro gruppo sempre ben accolti; in particolare il sottoscritto ha apprezzato questa presenza che, assieme agli alpini formano, accostati, un bellissimo effetto cromatico.
Dicembre:un nome, un mese, l’ultimomese dell’anno,arriverà Natale,Capodanno e si ricomincerà con la serie dei 12 mesi dell’anno nuovo.Detto così sa di un burocratese molto arido e allora per puntiglio, ho voluto fare una piccola retro analisi sullarecente storiadel nostro gruppo e devo riscoprire consoddisfazionequanto di bello è stato fatto: niente di miracoloso anche perché non siamo in grado di farlo, però il gruppo non è si è mai… seduto sugli allori … ma a piccoli passi la vita associativaha continuatoarricchendosi volta per volta.Veniamo ad un piccolo elenco: iniziare ai primi del mese con l’Assemblea annuale del gruppo alla quale per forza maggiore non ho potuto presenziare e, per riferito, … spetteguless … solospetteguless … la precedente campagna “elettorale“ per le varie cariche non ha conosciuto limiti di lotta, esclusione di colpi, insomma roba da guerra fredda nella corsa al “ cadreghino” .. per finire, con buona pace di tutti, al pranzo natalizio con tombolata.
Inizio questo mio intervento chiedendo un momento di silenzio in memoria del nostro Giovanni, che è andato avanti lo scorso luglio, accomuniamo contemporaneamente il ricordo dei familiari dei soci che sono mancati durante l’anno ed anche i militari e i componenti delle forze dell’ordine periti nell’adempiere al proprio dovere. Un altro anno si sta concludendo e guardando ai mesi trascorsi possiamo fare un bilancio di quello che è successo. Vediamo che nonostante il mondo che ci circonda faccia di tutto per renderci la vita difficile, noi,continuiamo passo dopo passo sulla strada tracciata dai nostri Veci, continuiamo a perseguire i nostri scopi. Ogni giorno si contano innumerevoli caduti per rapine, per liti familiari, per “ideali” religiosi e fanatismo razziale. E’ difficile capire perché è più facile distruggere che costruire. Se pensiamo al nostro ambito, noi alpini di fronte a ciò siamo uomini differenti. Riusciamo a costruire dove gli altri distruggono e siamo capaci di ricostruire non solo le cose materiali ma anche la voglia di amare e di speranza dando la sicurezza di un aiuto sempre pronto per tutti perché riusciamo a capire che aiutare gli altri rafforza anche noi. Questo nostro modo di vivere è di esempio, anche se talvolta qualcuno ci considera “non normali” perché non comprende che siamo Alpini e che con le nostre azioni possiamo fare qualcosa di bello.
Nella serata di venerdì 5 dicembre si è tenuta, presso la Sede sociale, l’Assemblea Generale che ha visto riuniti 25 Soci per quello che è l’appuntamento principale del nostro Gruppo. Dopo il doveroso saluto alla Bandiera, sono state assegnate le cariche ed essendo presente quale rappresentante della Sezione il Consigliere Gigi Rodeghiero, a lui veniva assegnata la carica di Presidente dell’assemblea, mentre Maggioni, Gentilucci e Sala venivano designati quali segretario e scrutatori. Viene data la parola al capogruppo Morlacchi che prima della lettura della Relazione Morale invita tutti ad un momento di raccoglimento in memoria del Socio Giovanni Manganini che quest’anno è “andato avanti”, ai famigliari di alcuni Soci e a tutti gli alpini e i militari in armi caduti in servizio in questo 2014. Al termine della Relazione Morale, riportata in altra parte del Notiziario, il tesoriere Tacchia da lettura di quella finanziaria come sempre più che dettagliata e precisa. Successivamente l’assemblea è chiamata a stabilire la quota associativa del prossimo anno e viene riconfermata quella adottata nell’anno in corso.
… pare impossibile ma ormai sono già passati 11 anni dal quel giorno così nefasto e luttuoso per la nostra storia anche se il tutto si è svolto al di fuori dei confini nazionali.Questa mattina nel nostro paese si è commemorato quel fatto di sangue dove 12 nostri carabinierimorirono a seguito di un attentato. Erano in quelpaese in forza adaccordiinternazionali per collaborare al raggiungimento di pace in quella terra martoriata da una guerra fratricida. Non entriamo in merito alla problematica politica non essendo all’altezza di giudicare e/o valutare la complessità di quanto vi succede …( non riusciamo ad essere obiettivi in casa nostra figuriamo cial di là dei nostri muri ) … rimane il fatto che questi nostri militari sono morti assieme ai tanti civili coinvolti nell’attentato. Personalmente voglio credere alla validità di una continua e seria collaborazione fra nazioni , partecipazione tesaaporre fine a situazioni politiche e strutturali dove in realtà chi paga per tutti è soltanto il gradino più basso , ilpiù debole, il più indifeso come del resto in tutte le parti del mondo.
Venerdì 17 Ottobre, a dispetto della cabala, un bellissimo concerto alle ore 21 presso la nostra sede, ci è stato offerto dal “ Master duo “ vale a dire Stefano Quaglia e Massimo Mattiuzzo che, di professione , sono due maestri elementari. Due bravissimi esecutori di musiche irlandesi e bretoni utilizzando strumenti originali; in dettaglio Massimo con un tamburo senegalese ( lo jambée ) accompagnava le melodie suonate da Stefano che alternava tre strumenti che non molti dei presenti, peraltro abbastanza numerosi, aveva mai visto e cioè un flauto di latta ( tin whistle ) , una cornamusa irlandese (uilleann pipes ) e una cornamusa tedesca ( hùmmelchen ).
Non è facile né semplicequando ti dicono di scrivere due parole di saluto per una persona che ti lascia perché destinata altrove e che sai che comunque ti sarà molto difficile reincontrarla. Infatti quando mi è arrivata la richiesta per questo articolo ho detto subito che toccava al Pio. Sembra però ( l’alternanza la cura il capo e l’ Angelo non sbaglia !! ) che era il mio turno e allora vediamo in queste poche righe di concretizzare quello che il gruppo alpini vuole dire a Don Piero, il parroco, il fratello ( per qualcuno di noi il fratello minore a cui si è più attaccati ….), sicuramente un amico e quindi continuo rivolgendomi a lui come ad un amico a cui si da del tu. Non volermene Don Piero anzi sono sicuro che il primo ad essere d’accordo sei tu. Abbiamo, noi alpini, capito subito che ti eravamo simpatici e tu che potevi contare su di noi. Era l’inizio del 2005 e venivi dal Villaggio Brollo e per noi un prete dalla Brianza era una garanzia ( l’avevamo vista con Don Giovanni ). Poi conoscendoci e frequentandoci, queste impressioni si sono confermate e tu lo dicevi espressamente anche nelle prediche che sugli alpini potevi contare e che qualsiasi incarico sarebbe da noi stato accettato e ben eseguito.
Domenica 5 ottobre la squadra si è recata in Val Codera per la sua esercitazione mensile. Il ritrovo era fissato all’ingresso dell’abitato di Novate Mezzola proprio dove era ubicato…il posto di blocco dei Carabinieri che certamente, vista la non bella giornata prevista, si chiedevano chi avesse obbligato alla sveglia mattutina tutta ‘sta gente. Ritrovatici comunque con gli altri già sul posto risalivamo in auto e raggiungevamo il posteggio a monte del paese dove, zaini in spalla, iniziava la salita verso l’abitato di Codera sul sentiero n. 1 lungo quella che è parte della prima tappa del famoso Sentiero Roma che, partendo appunto da Novate Mezzola, raggiunge la Valtellina nei pressi di Chiesa Valmalenco attraverso cinque lunghe e spettacolari tappe. Su quel sentiero, nel 1999, si è snodato anche il percorso della staffetta ANA – CAI che ha idealmente unito le principali cime delle nostre montagne.
Sono passati un po’ di giornima il ricordo di quell’uscita sugliAltipiani diAsiago è ancora viva e presente a partire dalle prime ore di quel26 luglio u.s.Era l’alba … 5 del mattino … telefonate intercorse …. allora: … si va ???… certo !!!!! …in un’attimomi faccio la barba e partiamo … più facile a dirsi che a farsi … tempo da lupi, da non credere:Giove pluvio e Giove tonante si erano coalizzati per scoraggiarci … si vaarmati di…incoscienza, speranza, illusioneecc .. ecc … fate un po’ voi… a Vicenza eravamo sul punto di fare dietrofront, in piena“ bomba d’acqua “, come si usa dire ai giorni d’oggi, amplificata da fulmini e lampi … eppureavanti.Uscita dall’autostrada a PioveneRocchette, la montagna è lì ma col cavolo la vedevi … avantiancora facendo i primi dieci tornanti dopo i qualiprima del comune di Roana ci siamo diretti verso il monte Cengio, al Salto dei granatieri come da programma … il tempo si stava calmando ein modo direttamente proporzionalecresceva la speranza.
Domenica 7 settembre il bocia del Gruppo Andrea Maggioni ha raggiunto con un amico del CAI la vetta del Monte Disgrazia in Val Masino posto a quota 3.678 mt. portando con se il guidoncino del Gruppo di San Vittore Olona. E’ stata una salita molto impegnativa anche dal punto di vista psicologico in quanto erano ancora vivi nella memoria dei partecipanti i ricordi delle tragedie avvenute la settimana precedente quando sullo stesso percorso hanno perso la vita ben sei persone, e naturalmente il ricordo è tornato anche a loro. Rientrati alla base il guidoncino è stato donato al gestore del Rifugio Ponti, base di partenza per la salita al Disgrazia e “saluterà” gli escursionisti che transiteranno lassù in futuro.