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Associazione Nazionale Alpini - Gruppo di San Vittore Olona- Via Alfieri - 20028 San Vittore Olona (MI) tel: 3333450040 - sanvittoreolona.milano@ana.it
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Gruppo Alpini San Vittore Olona


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Gruppo Alpini San Vittore Olona: Gruppo

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Auguri ai nostri Veci (Gennaio 2022)
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AUGURI AI VECI

Nello scorso mese di novembre, abbiamo avuto il piacere di festeggiare il traguardo dei 90 e 92 anni di due nostri Soci: Isidoro Toso e Gildo
Lampugnani. Isidoro, accompagnato dal figlio Giorgio ha festeggiato il compleanno in sede, mentre Gildo, rispettando le norme di distanziamento, ha ricevuto la visita di una piccola delegazione presso la sua abitazione di Nerviano. Ad entrambi è stata donata una targa di ringraziamento a nome del Gruppo per l’impegno e la presenza sempre dimostrata, esempio e stimolo di partecipazione per tutti i Soci.

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A margine della Messa (Gennaio 2022)
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A MARGINE DELLA MESSA

Volevo portarvi a conoscenza di una bella impressione riportata al termine della sfilata che ha concluso la cerimonia della messa in Duomo a Milano dello scorso 12 dicembre. Succede che in questa occasione, a causa della rotazione fra i Gruppi della Sezione, il nostro Gruppo sia stato incaricato di portare uno degli striscioni che hanno inframmezzato i vari blocchi del corteo che da l Duomo è arrivato al Sacrario in Piazza S. Ambrogio. Per questo motivo nei giorni precedenti ho rotto l’anima un po’ a tutti per trovare le persone che svolgessero questo compito, oltre al servizio con il Gagliardetto e con il Gonfalone del Comune (che alla fine è risultato assente) assicurando la propria presenza ed alla fine tutto è filato liscio grazie anche alla bella giornata. Ma quello che mi ha fatto veramente più piacere è stato ricevere alla fine i ringraziamenti di un nostro Socio presente per la prima volta alla manifestazione che non finiva di ringraziarci per averlo convinto a partecipare (anche se ha dato da subito la sua disponibilità) ed avergli permesso di vivere questa bella giornata alpina in una atmosfera di condivisione con i fratelli con la penna. Vi confesso di essermi sentito appagato per avere condiviso la gioia che provo ogni volta che mi capita di partecipare alle nostre manifestazioni che per chi le vive da sempre sono la norma, ma diventano una piacevole sorpresa per chi le vive per la prima volta. Grazie amico per le belle parole e naturalmente sarai presente nelle prossime occasioni.

Franco

 

 

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Celebrazioni del 4 novembre (Dicembre 2021)
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CELEBRAZIONI DEL 4 NOVEMBRE


Tutti sanno o  dovrebbero sapere cosa significhi questa data per la nostra  Nazione: giornata dell’unità nazionale  e delle forze armate assieme al ricordo dei caduti di tutte le guerre;  è quanto ha celebrato la nostra comunità cittadina in data odierna  domenica 7/11/21. Il programma  si svolse regolarmente: Santa Messa, onore al monumento dei caduti e successiva visita al cimitero  con relativo alzabandiera e l’ esecuzione dell’ inno nazionale  assieme alla popolazione a dir il vero un po’ risicata oltre ad una rappresentanza degli alunni delle scuole che parteciparono con letture inerenti alla cerimonia: come ovvio, corre l’obbligo di un ringraziamento ai loro insegnanti. Il discorso finale  del sindaco concluse la mattinata. A questo punto  uno potrebbe commentare  “allora come gli altri anni?” e no perché  questa ricorrenza a cadenza annuale  venne arricchita,  in maniera unica ed irripetibile, da un momento di particolare importanza con  la cerimonia di intitolazione del piazzale antistante il cimitero al Milite Ignoto decorato di  medaglia d’oro  e  con il suo  conferimento della cittadinanza onoraria.

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Ricordando i nostri veci (Dicembre 2021)
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RICORDANDO I NOSTRI VECI

Come consuetudine oramai da molti anni, anche questo 1 novembre abbiamo voluto ricordare i nostri Soci “andati avanti” e ci siamo quindi recati in tutti i Cimiteri della zona a portare un piccolo ricordo sulla tomba di questi nostri amici. E’ stato come sempre un atto compiuto col cuore e un doveroso riconoscimento alla memoria di questi Alpini ed Amici ed in ogni luogo abbiamo raccolto il plauso della gente che apprezzava l’iniziativa . Anche questo fa parte del motto scolpito sulla Colonna Mozza. “PER NON DIMENTICARE”.

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La carovana Komen (Novembre 2021)
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LA CAROVANA KOMEN

La Carovana della Prevenzione è il programma Nazionale itinerante di prevenzione della salute femminile di Komen Italia che offre ad un pubblico sempre più ampio attività gratuite di sensibilizzazione prevenzione delle principali patologie oncologiche di genere. In particolare la carovana si rivolge a donne che vivono in condizioni di disagio sociale ed economico e che per questo dedicano meno attenzione alla propria salute.   La tutela della salute femminile ha importanti ricadute sul benessere della collettività, per il ruolo della donna in ambito familiare, lavorativo e sociale. La carovana ha svolto 374 giornate di promozione della salute femminile in 16 regioni italiane, offrendo oltre 34.000 prestazioni mediche gratuite ed è per questo che abbiamo raccolto la richiesta di collaborazione in una di queste tappe sostituendo i volontari che normalmente si occupano del trasferimento e dell’allestimento della struttura che per tre giorni, all’inizio di settembre, ha fatto tappa presso il McArthurGlen di Serravalle Scrivia. Raggiunta in treno Bologna dove si era svolta l’ultima tappa, abbiamo preso possesso dei giganteschi camper rosa che abbiamo portato a Serravalle procedendo poi alla preparazione del “campo” sotto la guida del personale e dei volontari dell’Organizzazione che da veri nomadi si spostano ogni due-tre giorni da una parte all’altra dell’Italia e che sono quindi allenate/i a far nascere dal nulla un presidio avanzato di prevenzione oncologica.



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Castagnata benefica (Novembre 2021)
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CASTAGNATA BENEFICA

Mercoledì 20 ottobre, su invito della Dott.ssa Soldadino Coordinatrice della Casa Famiglia Mantovani di San Vittore Olona, un gruppetto dei “nostri” ha dedicato un pomeriggio agli ospiti allestendo una castagnata che ha riscosso un notevole successo. Piazzati nel cortile della struttura, abbiamo cotto le castagne che appena venivano tolte dalla “bascariola” prendevano la strada (o meglio le scale) ed arrivavano nel salone principale dove erano riuniti tutti i nonnini in attesa, allietati dalle musiche e canzoni alpine trasmesse ininterrottamente e che invitavano all’allegria. Terminata la cottura, ci siamo recati a nostra volta nel salone dove, con uno strappo alla regola, ci è stato offerto un buon bicchiere e ci siamo intrattenuti con gli ospiti cantando insieme a loro le nostre canzoni, aiutati nell’impresa dalla simpatia e disponibilità delle operatrici Elena, Paola, Letizia, Valentina (e mi scuso se ne dimentico qualcuna). E’ stato veramente un bel pomeriggio, che ci ha ridato la gioia di ritrovarci insieme col Cappello in testa a fare qualcosa di buono per gli altri e ci auguriamo sia un segno di ripresa delle nostre normali attività.

Franco 

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A proposito (Ottobre 2021)
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A PROPOSITO


… del mio articolo apparso sull’ultimo numero del  Penna Nera vi giro un commento fatto da un’ amico “alpino purosangue“  al quale giro mensilmente il nostro giornalino. E’ uno che a parer mio sa  usare la penna molto ma molto meglio del sottoscritto; del resto ci vuole  poco e  sono certo che me ne dirà quante ne sa però io, forte della sua amicizia, mi permetto questo e se necessario tanto altro.  Concordo con lui per quanto scrive sull’argomento “alpini/amici degli alpini” non condividendo comunque la sua conclusione quando si  dà per sconfitto;  in fondo in fondo neanche lui ci crede. E’ una speranza che può sembrare illusione ma è positivo che rimanga sempre presente: è inammissibile pensare che uno qualsiasi  sia un vero alpino    cioè uno che agisce motivato da quella alpinità come la intendeva  il famoso Peduzzi  solo perché porta un cappello con la penna,  ci vuol ben altro,  ma ecco quanto l’amico mi ha scritto. Adesso aspetterò il suo benevolo mugugno.  Dal Penna Nera “ciao tenente non si può essere bravi in tutto “. 

                        Pio

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Pedalando (Ottobre 2021)
Gruppo

PEDALANDO

Il nostro Socio Andrea M. questa estate ha portato a termine un tour ciclistico di circa 1700 Km. in Islanda e nelle Isole Faroe tenendo sempre ben esposto sulle borse il Tricolore.

Chi fosse interessato a visionare l’impresa può visitare i seguenti link:

https://m.youtube.com/watch?v=GtAVoaYafUO

https://m.youtube.com/watch?v=CsRqgJDo210

 

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Ricordando un amico (Settembre 2021)
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RICORDANDO UN AMICO


… purtroppo ancora una volta la morte ha bussato alla porta della nostra baita, il nostro gruppo è stato colpito dalla perdita di un socio. Sono cose che non si vorrebbero mai scrivere ma si sa che contro di lei non si può nulla. Spulciando fra le varie definizioni della morte emerge quella di San Francesco che la chiama quasi con affetto:  la nostra sorella morte corporale e dalla qual, aggiunge, nullo omo vivente può scappare … SORELLA … una parola e … noi non siamo San Francesco. La lunga ed inesorabile malattia prima seguita dalla perdita del nostro amico  ancora una volta ha listato a lutto il nostro gagliardetto. Per la burocrazia alpina,  Angelo Amboldi  era un’amico degli alpini ma in realtà ERA UN’ALPINO. Iscritto da subito, dall’inizio nel nostro gruppo di San Vittore Olona, fu uno di quei tanti di allora che non si diedero mai per vinti davanti alle difficoltà  di ogni tipo che, e  maggiormente a nostri giorni, accompagnarono la costruzione  materiale della sede  supportata dall’entusiasmo  piuttosto che dalla ricchezza di mezzi. Angelo c’era  sempre con la sua esperienza e conoscenza nell’ambito edilizio. E siccome era un’alpino  sapeva anche essere di quella compagnia che si toccava con mano nella vita ordinaria, nelle manifestazioni di gruppo ed in sede, nella sua manutenzione,  nella condivisa  gestione della cucina, nelle rocambolesche avventure chiamate Adunate ricche anno dopo anno di  varianti  che solo chi le ha vissute può comprendere.


 

 
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RELAZIONE MORALE 2020 (Luglio 2021)
Gruppo

 

RELAZIONE MORALE 2020


Come si può chiaramente supporre, questa relazione non potrà evitare di  tenere conto della situazione particolare causata dalla maledetta epidemia del COVID-19 che ha letteralmente stravolto la vita di tutti noi e di conseguenza anche quella associativa a tutti i livelli, dalle iniziative di Gruppo sino all’annullamento della nostra Adunata Nazionale per il secondo anno consecutivo. Ma se tutto ciò ha comportato un malessere morale e psicologico per aver dovuto rinunciare alla possibilità di incontrarci, stare insieme e poterci dare la possibilità di adempiere ai nostri doveri associativi, anche nei confronti delle gente, la perdita maggiore riguarda la scomparsa all’interno di Gruppi e Sezioni specialmente delle zone del nord, le maggiormente colpite, di tanti, troppi alpini ed amici che nel corso dell’anno ci hanno lasciati, a volte senza neppure poterli salutare ne’ accompagnare nell’ultimo viaggio così come è da sempre nostra abitudine. Anche il nostro Gruppo è stato purtroppo colpito da questi lutti nelle persone di Bruno Polingher, Socio e valido Consigliere e di Ignazio Torno, capogruppo di Arconate da molto tempo sempre presente alle nostre manifestazioni e papà di Cristina, compagna del nostro Angelo Morlacchi, invito quindi tutti a ricordarli insieme agli altri nostri sconosciuti fratelli di penna con un attimo di raccoglimento.

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SUCCEDE (Luglio 2021)
Gruppo

SUCCEDE


 il trascorrere dei giorni è costellato da momenti    con valenze negative e positive: non si tratta per forza di  grandiosità ma  normalmente  di tante piccole cose, di semplicità che  possono essere  anche negative ma  su queste non vorrei soffermarmi, non penso  sia il caso. Vorrei invece coinvolgere, ammesso sia possibile, coloro che leggono queste righe,  in un fatto piccolo, piccolo, insomma cronaca casereccia ma per me molto gratificante. Ora, com’è noto, fra noi Alpini, molti sono impegnati nella protezione civile con l’intento di  rendersi disponibili alla comunità in svariati modi e vengo al punto. Una domenica mi trovavo come volontario al centro di vaccinazione in quel di Cerro Maggiore. Caldo da vendere, gente che si accalcava, seppur in maniera discretamente  ordinata … non mancavano le battute “grandi alpini …  siete sempre presenti … io ero della Taurinense … io ero dei parà … quell’altro guardando suo figlio sospirava  … quanto ci vorrebbe adesso un po di naja  ecc, ecc.  Purtroppo,  al nostro buon Fabio, capitò la frecciata di un signore che si sentì autorizzato ad insinuare che gli alpini approfittavano dell’occasione, scavalcando la fila, “per fregare” il vaccino a quelli con il diritto di priorità;I pseudo intelligenti si fanno sempre riconoscere.  Il mio incarico, espresso  in termini militari, era di addetto alla sbarra, di piantone  e,  “armato con il mio cappello alpino“, dovevo indirizzare  quanti si presentavano per accedere all’incontro informativo con i medici prima della vaccinazione vera e propria. Piccolo aneddoto, quasi una barzelletta: un sudamericano piccolo così mi chiese dove  poteva acquistare un cappello simile al mio,  hai voglia di spiegargli che non si trattava di un particolare tipo di “sombrero” , che non aveva niente da  spartire con un simpatico oggetto di  folklore, ignoro se abbia capito perché l’ho lasciato leggermente dubbioso, ma forse non mi sarò spiegato bene.

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Verbale Assemblea Annuale (Giugno 2021)
Gruppo

ASSEMBLEA  ANNUALE DI GRUPPO


Come da regolamento in data 7/5/21 avvenne l’assemblea che invitò tutti i soci a ritrovarsi in sede con lo scopo di  fare il punto della situazione: vita di gruppo, analisi economica, eventuali elezioni a motivo di scadenza delle cariche  e altro  riassumibile nella frase classica: varie ed eventuali. La particolare situazione  causata dall’epidemia ci impose l’osservanza di norme stabilite vale a dire: distanze fra i partecipanti, previo controllo della temperatura di ognuno al momento dell’ingresso  nonché il rispetto legato all’orario di chiusura. L’afflusso dei soci superò le aspettative: in effetti tenendo presente a  quanti non potevano presenziare  si è potuto essere soddisfatti del numero dei partecipanti: va  evidenziato come un ns. socio fosse collegato in video-conferenza dal  Friuli… La presenza dei consiglieri  Rodeghiero di Magenta e  Piccioni  di Legnano ufficializzò la presenza della Sezione  per cui all’ora convenuta ebbe inizio la riunione previo saluto alla Bandiera seguita  dalla relazione sociale del capogruppo e da quella economica tenuta dal revisore dei conti. Ambedue, a disposizione di ognuno presso la segreteria, furono approvate  dall’assemblea, seguite dall’elezione dei due consiglieri  scaduti : riconferma di  Cestarolli  assieme al  neo eletto Stefano Parini. Sommariamente: il capogruppo relazionò sull’anno  trascorso evidenziando il difficile momento attraversato segnato dalla morte del socio nonché consigliere nella persona di  Bruno Polingher  e   dall’epidemia che troncò ogni tipo di  attività sia di gruppo che nell’ambito comunitario  causando anche difficoltà di relazione ed incontro fra i soci  accompagnate dagl’immancabili problemi economici sempre presenti, spese  e bollette per intenderci, che  a ben guardare  contrassegnano la vita di ogni gruppo dell’Associazione e non solo.

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Premessa - Presidente Draghi (Maggio 2021)
Gruppo

PREMESSA

Soltanto per una breve considerazione. Ieri mi è arrivato con la posta l’Alpino e, come sempre, da subito mi leggo l’editoriale del Direttore, Don Fasani che in quest’ultimo numero riflette sul recente programma televisivo  “La caserma” argomento già trattato dal sottoscritto in un articolo, “articolo: parola grossa”, sul Penna Nera di aprile a titolo  “Progetto”. Fino a  qui niente di che. La cosa che mi ha ulteriormente meravigliato l’ho trovata alla pagina successiva dove nella rubrica “Lettere al direttore” leggo  quella  inviata alla redazione  a firma Gen. Di Dato ex direttore dell’Alpino che commenta con toni  non certo benevoli l’attuale malattia nazionale chiamata anglofilia a tutti i costi.  Eh no,  non può  essere; ma guarda caso: sto per consegnare al nostro “direttore” del Penna Nera quattro righe già preparate da qualche giorno attinenti allo stesso problema: che strano. E mi è venuto in maniera spontanea, quasi schizofrenica un piccolo pensiero: vuoi vedere che qualcuno dei tre copia l’altro, quasi un plagio? o non penserete che io “penna biro” di un giornalino di gruppo mi metta a  “scopiazzare” o in competizione con queste “Penne d’oro” di valenza nazionale? non sarà piuttosto  una piacevole coincidenza meritevole alla fine di un balsamico sorriso?   AMEN.

PRESIDENTE  DRAGHI

 Dio ti benedica. Chiariamo: qui la politica non ha niente a che vedere e mi spiego riandando a quanto da lui detto, credo alla Camera,  ad un certo momento di un suo intervento: perché io devo parlare in  inglese e,  io aggiungo,   non usare termini che esistono e ci sono tranquillamente nella lingua italiana? Siamo alle solite. Lo so di ripetermi sull’argomento ma se un tale Signore sbotta con questa espressione un motivo ci sarà e  per di più non deve essere suffragato dal mio parere. Io non ho nulla contro la lingua inglese anzi mi dispiace di non conoscerla ma non si può conoscere e sapere tutto. Ai miei   tempi  e lo posso dire, accidenti a quanti anni sono passati, alle medie vigeva  il quasi obbligo della lingua francese  dopo le quali  per altre  lingue inglese, tedesco ecc … ci si rivolgeva al liceo linguistico   come  adesso: ma per non perdere il filo del discorso,  posso solo ricordare con  un certo  brivido il “mazzo” che mi hanno fatto, dalle prime nozioni nelle elementari   alla maturità  per  lo studio della lingua italiana, dal Petrarca  a tutta l’enorme quantità di autori e scrittori che si sono succeduti durante i secoli e, guai  dimenticare i Promessi Sposi,   chiudere in gloria con la Divina Commedia. I ben informati mi dicono che oggi l’italiano  sia la quarta lingua più studiata nel mondo;  magari nel mondo forse,  in Italia  credo  sia la più massacrata.

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Congratulazioni (Maggio 2021)
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CONGRATULAZIONI

E’ con grande soddisfazione che tutti i Soci del nostro Gruppo si complimentano con gli amici del Gruppo Cinofili di Nerviano che, quali volontari di Protezione Civile, fanno parte della Sezione tramite il nostro Gruppo e che hanno ricevuto dal Comune di Nerviano nella persona del Sindaco Massimo Cozzi, l’attestato di civica benemerenza per la disponibilità, la presenza e il contributo dimostrato nel corso della pandemia e come esempio di senso civico.

E’ confortante e gratificante constatare come l’opera svolta dagli amici di Nerviano, al pari delle migliaia di Alpini e Amici in tutta Italia che da subito si sono resi disponibili ad aiutare, venga riconosciuta dai rappresentanti della comunità, e da parte nostra  un plauso ai nostri cinofili per averlo dimostrato in questo difficile periodo.

 


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PROGETTO (Aprile 2021)
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PROGETTO

Così è stato definito il recente prodotto televisivo intitolato  “LA CASERMA”. Sono sicuro che avrà suscitato molteplici  reazioni da parte dei telespettatori.  Neanche a farlo apposta sull’ultimo numero del nostro mensile “L’ALPIN0” una signora invia al direttore una lettera inerente a questo programma.  Una valutazione  sullo stesso argomento “la famosa caserma”  mi era venuta immediata già dalla prima puntata,  prima di quella famosa lettera. Mi sono scoperto  curioso e nello stesso tempo leggermente diffidente, sarà una baggianata, un solito minestrone dettato da esigenze televisive e/o  di spettacolo ma con tutta l’ingenuità che posso avere, alla fine non l’ho trovata poi tanto male. Ovviamente non sono in grado di valutarne la tecnica televisiva, la regia c… e men che meno mi  azzardo a conclusioni a dir poco avventate però mi sono scoperto a  riflettere su quanto mi aveva suscitato  da subito. Seduto sul divano mi sono ritrovato   fra quei ragazzi  alle prese con  “Figaro”  l’inesorabile e sadico barbiere, alla vestizione,  al … va là che ti vanno bene camicie, mutandoni più meno felpati abbinati a  pantaloni ascellari … non parliamo poi del cappotto che a tutti i costi era perfetto anche se lo pestavi … non si osava neppure pensare che il maresciallo, lo stilista militare addetto al magazzino  vestiario si sbagliasse … devo essere sincero: si preoccupò seriamente con un tocco di umanità che gli scarponi  fossero perfetti, personalizzati, antivesciche (provali, cammina avanti e in dietro però datti una mossa, sù, sù, desgrubia, sbranina; parole da me mai sentite ma intuite subito, al volo). Lui, burbero benefico,   sapeva bene a cosa  andavamo incontro.

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La Video Lezione (Marzo 2021)
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LA VIDEO LEZIONE

Mercoledì 3 febbraio, su invito della Prof.ssa Baroni del Liceo Linguistico Statale di Arconate e d’Europa, ho avuto il piacere di partecipare ad un incontro con gli studenti di quarta che stanno lavorando su un progetto storico – naturalistico riguardante la zona del Monte Orsa nel varesotto, sovrastante la Val Ceresio. Il mio ruolo sarebbe stato quello di illustrare la parte storica in particolar modo quella riguardante la linea Cadorna che, nelle postazioni collocate sulla cresta che univa il Monte Orsa al Monte Pravello, costituiva uno dei punti più impostanti e fortificati di tutto il sistema difensivo che costituiva la Frontiera Nord comunemente chiamata appunto Linea Cadorna. Confesso che, pur essendo oramai abituato ad intervenire  nelle scuole, nutrivo una certa preoccupazione sul coretto svolgimento dell’incontro in quanto, a causa della situazione pandemica che vieta la presenza fisica di chi non è studente o docente, il tutto si sarebbe svolto in video conferenza, cosa che a uno come me mette già l’agitazione addosso, ma devo dire che alla fine con l’aiuto paziente delle insegnanti tutto è andato bene. Anzi, se possibile oserei dire che il risultato è andato oltre le aspettative, infatti l’incontro che era previsto durasse circa 45 minuti, alla fine si è protratto per quasi due ore con i ragazzi che non finivano più di fare domande che, se all’inizio vertevano sul tema della Linea Cadorna, dopo un po’ si sono spostate in massa  sul volontariato, la Protezione Civile, e particolarmente sugli alpini, la loro storia, l’organizzazione e le finalità associative, insomma alla fine della fiera siamo finiti a fare una lezione…su di noi.

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Gennaio 2021 (Febbraio 2021)
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GENNAIO 2021

Pensare ad un articolo in questi tempi per il nostro Penna Nera è un’impresa a dir poco  acrobatica. Come tutti sappiamo la  realtà associativa è al limite dell’esistenza. Tutti in casa bloccati da questa pandemia che sta mettendo in ginocchio  anche l’ipotesi di una qualsiasi fattibilità  e   il tempo trascorre in maniera monotona con la fantasia di ognuno che tenta di inventare  costantemente    quanto si   possa fare per evitare di cadere nell’abulia più penosa. Detto ciò  spulciamo fra le piccole cose e/o avvenimenti  che sono successi. Abbiamo avuto  in sede un’incontro serale, breve a  causa del successivo coprifuoco,   un mini incontro durante il quale fra le altre cose si è approfittato al  rinnovo del bollino per i presenti  con l’invito,  passa parola e successivo inserto sul nostro giornalino, per  quanti non erano intervenuti . Giorni fa parlando con un alpino di un altro gruppo gli raccontavo dei nostri tentativi per tenere uniti i soci   accennando  alla modalità della video-conferenza. La sensazione è stata di meraviglia nonché di approvazione  forse con  una  segreta speranza  d’imitazione.  Tornando a noi, dopo i vari tentativi per migliorare  questa modalità  relazionale  intrapresa dal nostro capogruppo in sinergia con il segretario ai quali ad onor del vero vanno riconosciuti un costante impegno nell’attività nascosta di segreteria, amministrazione e relazione con la nostra Sezione di Milano senza dimenticare il  notiziario Penna Nera, dicevamo, finalmente   è stato raggiunto  un buon risultato . Sembra poca cosa ma io credo  d’estrema importanza.  Non va dimenticato  che a partire dal sottoscritto le capacità d’ interagire con app., Pc  e telefonini, più volte siano naufragate  in  cordiali risate …. ma ora ci stiamo riuscendo: proprio venerdì 18 u.s. ci siamo ritrovati in un numero considerevole  di   ” informatici “ e con un ottimo esito. Ormai chi ci ferma? Sicuramente  positivissimo il poterci vedere e relazionare seppur  attraverso un monitor con quanti sono impossibilitati per svariati motivi  a frequentare  la sede; forse varrebbe la pena di mettere a calendario  qualche  riunione-video a beneficio di queste persone. Una serata ogni tanto  non guasterebbe o sbaglio?

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13 Dicembre 2020 (Gennaio 2021)
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13  dicembre 2020


Domenica 13 dicembre: quest’anno per noi alpini   ha significato la Messa nel duomo di Milano in occasione del Natale e per continuare quanto si era proposto  l’Alpino Prisco  ossia ricordare  i compagni d’arme che ha lasciato nelle steppe della Russia, in  quella disgraziata campagna durante la seconda guerra mondiale. Da allora gli anni sono passati, anche Prisco ha raggiunto i suoi Alpini però ha lasciato un impegno all’Associazione, continuare  a ricordare. Così ogni anno l’ANA puntualmente  si ritrova in dicembre sia per continuare l’impegno iniziato da Prisco  unendo nella  memoria  i caduti di tutte le guerre  e sia per augurarci un  Natale  che ci aiuti a sperare in un futuro sempre più migliore. Forse mai come in quest’anno la speranza cozza contro una realtà che ci sta opprimendo e spaventando, sì spaventando,  come non succedeva da anni.  Dal dopoguerra, la seconda, si sono succeduti  periodi veramente brutti, dalla difficoltà del ricupero economico  ai famosi anni di piombo, dalle lotte  sindacali a quelle politiche; roba che tiene banco anche  nei nostri giorni, seppur in modo alquanto diverso  e delle quali è meglio non parlarne, almeno in queste righe. Ora questa realtà, questa BESTIA chiamata Covid-19 ci sta perseguitando, colpendo in tutto il mondo, costringendo l’umanità ad una corsa-difesa che non trova paragoni e questo vale  anche per quanti non vogliono arrendersi all’evidenza dei fatti chiamati morti. Non era scontato che quest’anno si potesse  “festeggiare” il Natale,  anche il Vescovo lo ha fatto notare in duomo durante l’omelia, ma gli Alpini seppur ridotti di numero per imposizioni sanitarie ci sono riusciti e si sono  ritrovati attorno ai propri vessilli schierati prima in Duomo e successivamente nella piazza antistante.

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RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO (Dicembre 2020)
Gruppo

RIUNIONE DEI CAPIGRUPPO

Pensavamo di avere raggiunto il punto più basso nelle nostre relazioni effettuando le ultime 3 riunioni dei Capigruppo presso il grande spazio del 3P a Cesano Maderno in modo di rispettare le norme di distanziamento, ma siamo ricaduti nel baratro e l’ultima riunione dello scorso 9 novembre è tornata a svolgersi in video conferenza ed il fatto che fossimo collegati in 45 non ha mitigato l’amarezza di non poter essere presenti fisicamente, che è poi quello che principalmente costituisce la nostra forza, lo stare insieme. Comunque l’ordine del giorno è stato rispettato e così, dopo il saluto alla Bandiera, il Presidente Boffi è passato ad illustrare i punti in programma iniziando dalla Legge Regionale approvata dall’intero Consiglio Regionale Lombardo che ha istituito, con cadenza il giorno 2 aprile di ogni anno, la Giornata della Riconoscenza Alpina quale riconoscimento per l’impegno che Veci e Bocia hanno fatto e continuano a fare per il bene della collettività, al di sopra di ogni ideologia partitica e per l’esempio che da sempre l’A.N.A. porta alle nuove generazioni con l’impegno nel volontariato, nel tramandare i valori che da sempre sono alla base dell’Associazione. Saranno anche messe a disposizione delle risorse al fine di incrementare e sostenere le nostre iniziative ad iniziare dai Campi Scuole e dagli incontri con gli studenti. Fortunatamente alla fine di ottobre è stato possibile celebrare una S. Messa in ricordo degli alpini andati avanti e, seppur forzatamente, non potendo contare su una grande partecipazione, l’importante è stato mantenere viva anche questa fiammella che si unisce alle tradizioni per noi importanti.


 

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Natale in Russia 1942 (Dicembre 2020)
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 Natale in Russia 1942                                     

Mancavano tredici giorni al Santo Natale il fronte era calmo si pensava di festeggiarlo in buona armonia  avevamo il presepe fatto da un soldato di Guastalla con dei blocchi come il gesso che prendeva nel scavare i camminamenti, li scolpiva con un temperino la prima che aveva fatto la  Madonna  me la fa vedere a me, li dico che sei  bravo poi il S. Giuseppe  e il bambino li dico sei un artista fanne ancora che a Natale li faremo festa, difatti fa tutto, tante statuine i pastori ,i ramponari la stella, un angelo.  Li metto nel forno della casa che eravamo, l’angelo di fuori in alto  dal forno con la stella, il bambino al centro del forno, in fondo del forno la mangiatoia con il bue e l’asinello ,era un presepio meraviglioso, non pensavo più che un soldato della mia squadra era capace di fare quel lavoro, lo guardano tutti i soldati del plotone, che erano in quella casa. L’altro plotone era in un altra casa sono stati informati  e  venivano a vederlo. Ma a Natale avevamo già fatto 400 chilometri di ritirata mi veniva in mente da quel bel  presepio che abbiamo lasciato che non abbiamo potuto festeggiarlo. Ma ero tanto contento di essere salvato da quel fronte terribile quel presepio è rimasto in quella casa dei Russi che anno dovuto sfollare per entrare noi per ripararsi dal freddo, ma quando sono tornati chissà cosa hanno detto di quel presepe meraviglioso, hanno un ricordo degli Italiani che erano nella loro casa. L’ avranno fatto vedere a quelle case che stavano vicino, quel presepio l’avrà visto anche lo starosta del paese che magari l’avrà posto per farlo vedere a tutti quelli del paese e altri ancora che quel presepio era davvero bello, le bambine di quel paese mi chiedevano delle immagini erano tanto devote ai santi e alla madonna. Ci scrivevo a casa di mandarmi delle immagini per darle alle bambine  mi davano un pezzo di pane erano tutti contenti e anche noi con un pezzo di pane non si soffriva per il mangiare. Ma quando hanno visto quel bel presepio chissà quando lo pagavano per averlo. Quel soldato di Guastalla  era del 1921 un mio coscritto del suo nome non sono capace di andare a saperlo ma perché son passati 40 anni ma nella ritirata non mi ricordavo più; venne un suo paesano che faceva l’autista a trovarlo lo chiamava per nome e poi era della mia squadra so tutti i nomi dei altri ma il suo non sono capace  di ricordarlo mi pare  che incominciava con la V. In ritirata non l’ho visto, di caduti sono stati tanti e tanti prigionieri e feriti speriamo che è tornato anche lui sano e salvo da quel fronte tanto pericoloso.  Che ha un ricordo in Russia del presepe che tanti non li credeva ma io sono testimone del suo bel presepe che a fatto ai primi giorni di Dicembre 1942 in Russia.

                                                                                         

 Croci Luigi

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QUALCHE GIORNO FA... (Dicembre 2020)
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QUALCHE GIORNO FA’…


Devo smentire qualche mia riga  (il termine ”articolo” è troppo impegnativo) sul numero precedente del nostro notiziario. Vengo  al punto. Mi ero illuso: volevo solo far presente che l’attività associativa pian piano si poteva riprendere. Era passata la prima ondata pagata a caro prezzo e la prospettiva di un’ allentamento  delle misure imposte ci aveva confortato: era quasi finita,  massì, con un po’ di attenzione era  fatta … si potrà ripartire. Lo credevamo un po’ tutti, alcuni forse troppo, dimenticando quanto ci era stato raccomandato: attenzione,  prudenza  ma forse ci sembravano  un po’ tutti degli esagerati … ma i cosiddetti esagerati, purtroppo, avevano ragione. Adesso eccoci alla seconda ondata di questa pandemia, di questa BESTIA come l’avevo definita e che bestia. l’Italia pressoché alle corde e  da subito, tre regioni no tre paesi,  zona ROSSA”, ospedali allo stremo, personale sanitario ormai al limite  ridiventato eroico dopo la dimenticanza estiva;  ora siamo  bloccati in casa costretti da leggi ancora più stringenti  rispetto agli inizi dell’anno e la prospettiva di una soluzione definitiva che si perde nella nebbia della speranza.  Uno spiraglio di vita associativa però c’è  stato:  la prima domenica di novembre, ligi alle disposizioni  vigenti, quattro soci  su due macchine si sono recati per un momento di raccoglimento nei vari cimiteri, sulle tombe dei nostri “andati avanti“ e   che non possono essere dimenticati: glielo dobbiamo.

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Dopo le ferie ... (Novembre 2020)
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 Dopo le ferie …


… almeno per chi le ha fatte! Dunque:  la vita sociale del Gruppo dovrebbe ripartire. A sto punto io la immagino come un carro con le ruote quadrate: a furia di spingere, tirare o trascinare, queste ruote dovranno prima o poi smussarsi, levigarsi e girare come Dio comanda. E’ la speranza di tutti noi. In effetti fa strano pensare all’attività  esercitata  fino a sei mesi  or sono  e adesso avere tutto vietato da decreti, seppur salutari  e necessari a causa di questa ” BESTIA” che non faceva sconti prima e che ancor oggi colpisce centinaia, migliaia di vite; ma  fino a quando?  Ora ci stiamo provando  dopo il rientro  nella vita di tutti i giorni. Durante  tutti quei mesi di incognite e di paura … diciamolo pure “PAURA” … siamo rimasti  in contatto aiutandoci anche con qualche video-conferenza ma  ora, piano  piano, ci stiamo ritrovando, quasi un risveglio da un letargo imposto ma   sempre ligi nell’osservanza delle leggi. Come tutti sanno tutte le attività sociali   sono rimaste in parcheggio e mi riferisco a rievocazioni o festeggiamenti di   Gruppo o di Sezione  e a    manifestazioni storiche / sportive indette o patrocinate dall’Associazione: tutto è stato rimandato in attesa di  tempi migliori. Detto ciò, purtroppo, al di là della volontà di rimettersi in marcia bisogna far presente come  alcuni soci, a volte dimentichino l’esistenza della nostra sede. Farebbe   piacere la loro presenza,  meglio se frequenza, oltre ai soliti tre o quattro  perché, come già ricordato, la vita del gruppo sta riprendendo a piccoli passi  anche se non in modo plateale  vivendo i  momenti  dello stare insieme  che non sono sempre piacevoli  ma  purtroppo anche tristi, come la morte di Ignazio Torno Capogruppo di Arconate, uno di casa nella nostra sede:  una persona che sarà ricordata specialmente  per la volontà e  tenacia con la quale ha combattuto  ANNI per realizzare, ricostruire la nuova Sede del suo Gruppo dopo il doloso e vigliacco incendio di quella precedente,  fino a raggiungere  la vigilia della completa  realizzazione del suo sogno, a  pochi passi dall’inaugurazione;  la voleva a tutti  i costi  ma la vita lo ha tradito impedendogli di coronare il frutto di tanta battaglia perché tale è stata.

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La casa degli alpini (Ottobre 2020)
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LA CASA DEGLI ALPINI


Questa estate, dopo tanti anni, ho trascorso le mie vacanze sulle Dolomiti avendo come base la località di Malga Ciapela ai piedi della Marmolada sul versante veneto, ed ho avuto l’occasione di conoscere alcune persone con le quali ho passato del tempo dopo cena. Con una di queste, un emiliano, una sera ho intavolato una discussione sull’importanza per un alpino riguardo la propria sede, sia di Gruppo che di Sezione, considerazioni nate dal fatto di frequentare da una quarantina d’anni,  con una certa assiduità, un posto che agli occhi dei più, è un semplice “luogo” ma che per l’alpino rappresenta qualcosa di speciale. Questo nuovo amico insisteva nel dire che una sede associativa, di qualunque associazione, altro non è che un locale piuttosto che una struttura che può essere tranquillamente sostituita da un’altra al bisogno senza che venga sminuita la sua importanza, mentre il sottoscritto era di tutt’altro parere e si lanciava nella “sua” spiegazione. La sede di un Gruppo alpino, dicevo al mio interlocutore,  non è solo una sede, ma fa parte della vita dell’alpino stesso, non per nulla la maggior parte di noi quando ci si da appuntamento lo fa dicendo: “ci vediamo in baita”, si baita, non sede, baita come quella che nella domanda del capolavoro “Il sergente nella neve” di Mario Rigoni Stern, il fido Giuanin rivolgeva continuamente: “Sergentmagiu, ghe rivarem a baita?” dove baita, appunto, stava per Nazione, paese, casa e affetti che racchiudevano il mondo sicuro dove poter fare  ritorno e stare finalmente in pace.

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Sacro e profano (Luglio 2020)
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SACRO E PROFANO

Due termini di senso opposto  ma necessari per inquadrare  due momenti della nostra vita di gruppo. Purtroppo la chiusura  delle nostre ”baite”, speriamo ancora per poco,  crea un notevole ostacolo alla  vita di gruppo. Infatti gli incontri settimanali erano il momento nei quale ci si trovava per vivere  la familiarità e  nella quale, di volta in volta,  fare il punto della situazione. Ora l’impossibilità di tutto ciò  evidenzia l’importanza del nostro notiziario per cui è giusto, suo tramite, portare a conoscenza dei soci  quanto  fatto o ipoteticamente fattibile. Detto ciò veniamo al SACRO: niente di superlativo ma sicuramente di una valenza non trascurabile: mi riferisco  all’invito espresso dal Parroco  su proposta del Comune ossia riunire le varie Associazioni in un momento di  raccoglimento in memoria dei nostri morti e nello specifico delle  vittime di questo virus che ci sta distruggendo. Fu cosi che  ci siamo  riuniti un giovedì sera durante la Santa Messa Vespertina assieme al Consiglio Comunale, all’Arma dei Carabinieri nella persona del comandante di Stazione, alla  Polizia Locale, con i rappresentanti delle varie associazioni, Banda, Croce Azzurra, Alpini, Scout. L’omelia del Parroco e le parole  del Sig. Sindaco diedero risalto al  nostro essere presenti: mi ritrovai   da subito  con la fantasia lassù in Ortigara  presso la Colonna Mozza, il nostro monumento Alpino immortalato dal motto “per non dimenticare”:  ora siamo oppressi da una guerra seppur d’origine diversa  ma  sempre di  guerra si tratta: allora nel ’15 - ‘18 ha causato una  strage  per motivi  politici, patriottici; ora  questa pandemia  sta  mettendo  a dura prova il mondo intero. Mi permetto di suggerire: forse la Natura sta tentando di dirci qualcosa? 

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VITA ASSOCIATIVA (Giugno 2020)
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VITA ASSOCIATIVA


La pandemia che ha colpito in tutto il mondo ogni aspetto della vita considerata “normale”  sino all’inizio di marzo, ha inevitabilmente avuto ripercussioni anche su ogni tipo di vita associativa, compresa quella degli alpini. A parte le situazioni tragiche che hanno visto coinvolti i fratelli delle Sezioni Bergamasche e Bresciane che hanno purtroppo annoverato fra le loro file la scomparsa di molti Soci che erano stati colonne portanti dell’Associazione, fondatori di Gruppi e Sezioni e portatori di saggezza ed esperienza che hanno lasciato un vuoto incolmabile tra gli alpini, anche noi, nel nostro piccolo abbiamo visto stravolgere le nostre abitudini, i nostri appuntamenti e le visite che facevamo regolarmente (chi più, chi meno) nelle nostre sedi. E’ pur vero comunque che se da tre mesi a questa parte infatti la nostra vita associativa sembra quasi essere stata ibernata con la cancellazione di manifestazioni, eventi, incontri conviviali e quant’altro costituiva il tran tran associativo che ora tutti rimpiangiamo, sino ad arrivare all’impensabile cioè la sospensione dell’Adunata Nazionale (solo speriamo) rimandata, è pur vero che in questo tempo gli alpini non si sono mai fermati e non sono rimasti con le mani in mano, ma si sono dati da fare per far girare la grande ruota della solidarietà che tanto è stata preziosa in questa emergenza. Accanto alla magnifica realizzazione dell’Ospedale di Bergamo, diventato esempio di efficienza a livello mondiale e che ha costituito il clou dell’impegno associativo, in tutta Italia i Gruppi si sono messi a disposizione per aiutare laddove era richiesto un aiuto ed abbiamo visto volontari impegnati nella distribuzione di medicinali, pasti, spese, mascherine e presidi medici senza porsi limiti di orario o presenza. Con l’avvento della cosiddetta Fase 2 molti di questi impegni sono stati ridimensionati, anche se c’è ancora richiesta di presenza per alcune “nuove” attività, cosicché anche nel nostro Gruppo alcuni volontari hanno risposto alla richiesta della Parrocchia per regolare l’afflusso dei fedeli partecipanti alle Cerimonie Religiose.

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Sperare (Giugno 2020)
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SPERARE

 Non so come ma questa parola mi suona tanto da lotta contro i mulini a vento; parliamo di sanità. Mi piange l’anima  nel vedere come siamo ridotti e credo che la stessa convinzione alberghi in tutti noi. La nostra ormai non è più una speranza  ma piuttosto una certezza. La sanità nazionale da anni orgoglio italiano è diventata  merce di scambio fra le varie correnti politiche. Riusciamo a salvarci, è assurdo scriverlo, con le convenzioni fino a quando anche in quel settore si tirerà del tutto la cintura e allora saremo alla fine. Le vecchie mutue, ricordate quelle di una volta, avevano solo bisogno di un costante aggiornamento sia nel personale che nelle attrezzature; erano i primi parafulmini dell’assistenza assieme ai plurifacenti medici di famiglia attivi a 360 gradi, dalle suture  ai parti,  si andava in P.S.  e  in Ospedale per il ricovero come modalità veramente indispensabile. Ora in virtù di una decantata miglioria della gestione economica e funzionale i tagli alla spesa pubblica sono  giornalieri camuffati da acrobazie burocratiche: ogni giorno ci sono novità per cui dalla sera al mattino ti rendi conto che le difficoltà per accedere all’assistenza  diventano sempre più una certezza nella più rosea delle ipotesi dovrai sbrogliartela, come in un dedalo fra le  difficoltà burocratico-sanitarie svicolando con tanta e tanta fortuna fra extramoenia, intramoenia, extramuraria  ( sembra si parli di edilizia sanitaria ). La  politica sanitaria di questi ultimi anni si è dimostrata soltanto una rapina  governo dopo governo praticata dai partiti di ogni colore con il risultato che abbiamo sotto gli occhi, gli esami, anche i  più banali, hanno tempi biblici. Ricordo  quando allo sportello fiorivano le imprecazioni allorché gli appuntamenti per gli esami più tecnici e sofisticati erano a 15/20 giorni;”fò tempo a morir “ erano quelle più pulite.

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Notizie dalla trincea (Maggio 2020)
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NOTIZIE DALLA TRINCEA

Buon giorno a tutti, non me ne vogliano gli amici della Sezione se prendo in prestito, parafrasandola, la testata di informazione sezionale che puntualmente arriva nelle nostre case, malgrado i difficili e surreali tempi che stiamo vivendo e che mantiene vivo il filo che unisce gli alpini ai propri Gruppi e Sezioni. E’ veramente una situazione di estrema difficoltà per tutti noi quella che stiamo vivendo e che non trova riscontro in nessun periodo della nostra storia e che segnerà per tanto tempo il nostro modo di vivere e di convivere con gli altri, a cominciare dai nostri famigliari, per arrivare a chi non fa parte della nostra ristretta cerchia di conoscenze tra i quali si collocano gli appartenenti alla nostra famiglia verde. Si perché uno dei pericoli in ambito associativo che correremo dopo la cosiddetta riapertura, o fase due che dir si voglia, riguarderà proprio il riprendere a ritrovarci e ad essere alpini, riprendendo le nostre abituali iniziative, senza strafare certo, ma con l’intento di tornare a una, seppur forzata, normalità. E a questo punto entra in gioco ognuno di noi, alpini, amici, aggregati ognuno con l’impegno morale di dare il proprio contributo a iniziare magari proprio da chi non ha mai frequentato o da molto tempo ha tralasciato la vita associativa perché, parliamoci chiaro, vista l’età non sempre verde di chi sinora si è impegnato mantenendo vivo il nostro Gruppo, è presumibile che, seppur con un allentamento delle limitazioni, si corre il rischio che venga meno la presenza di alcune figure “storiche” ed è appunto in questo momento che sarà richiesta la presenza di nuova linfa vitale per poter proseguire la nostra vita associativa.

 

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Scrivo o non scrivo? (Maggio 2020)
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Scrivo o non scrivo?


 Questo è il problema e se scrivo, con la BURIANA di questi tempi che c….o scrivo? Sarei ben felice se qualcuno mi desse una risposta,  una qualsiasi,  non importa. Ormai sono quindici giorni che sono letteralmente chiuso in casa:  una volta che hai esaudito qualche … sognata pigrizia, ti domandi e mo? Frastornato da quanto si sente alla tv o  si dice fra noi al telefono  o tramite internet ormai ti rendi conto  che siamo  aggrappati solo ad una speranza per chi non crede e ad una fede per altri; ambedue cose non facili: non facili perché la realtà che ci  circonda è costituita in gran  parte da fatti concreti  listati a lutto.  Stiamo assistendo ad un crollo di un imperativo imposto da un maniacale arrivismo, da una  chimera di potenza infinita, costi quel che costi, fossero pure i morti: adesso ci siamo. Sono bastati solo due mesi per metterci in ginocchio e   costringerci a chiedere aiuto al mondo  intero: chi l’avrebbe mai detto eppure. Ce la faremo a risalire la china?  Siamo nel mezzo di un disastro che mi ricorda la costante domanda che Giuanin faceva al suo sergente, Mario Rigoni Stern autore del famoso “Il sergente nella neve“ Sergentmagiù ghe rivarem a baita?  Erano in Russia: nelle postazioni sul Don e durante la tragica ritirata che immortalò l’epopea alpina  Giuanin  era certo solo della catastrofe che lo circondava e non gli offriva   nulla se non una disperata  speranza. Erano in guerra, anche noi oggi lo siamo: una guerra diversa  nella quale nessuno di noi ha certezze e non può  fare scommesse, ma  solo resistere e  sperare … che finisca presto in modo tale da poter gustare ancora la bellezza della normalità; non sono parole mie ma sentite alla radio, RTL per l’esattezza.

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E gli alpini ritornano a scuola (Marzo 2020)
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E GLI ALPINI RITORNANO A SCUOLA


E ci ritornano in grande stile con una intera settimana di “lezioni” che ci hanno visti impegnati su due fronti distanti fra loro una cinquantina di Km. e rispettivamente a San Vittore Olona e a Melzo. Tre di questi incontri si sono tenuti nelle giornate del 3 - 4 e 7 febbraio alle Scuole Medie di San Vittore Olona dove, grazie all’interessamento e al lavoro preparatorio delle Prof.sse Ori, Colucci e Aura abbiamo incontrato gli studenti delle terze medie ai quali abbiamo proposto una riflessione sulle condizioni di vita (e purtroppo anche di morte) dei soldati impegnati nel primo conflitto mondiale e della loro permanenza durata a volte diversi mesi nell’inferno delle trincee sottoposti al tiro e agli attacchi degli avversari, che comunque erano ragazzi come loro che si sono trovati a subire una guerra ingiusta dove ogni “parte” ha pagato un prezzo altissimo. Naturalmente la lezione verteva anche sulla permanenza in postazioni di alta quota in quella poi chiamata “Guerra Bianca” dove i soldati, soprattutto gli alpini, hanno dovuto affrontare condizioni veramente disumane.

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La guerra in Russia (Marzo 2020)
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La guerra in Russia con gli occhi di Croci Luigi


11 settembre 1942 i Russi avevano passato il fiume Don attacando i nostri in prima linea poi la mia compagnia va all’asalto i russi si sono ritirati nelle loro posisioni ma fanno un sbarramento con i mortai, un fuoco terribile su di noi.

 

A militare a Ventimiglia

Quando sono partito per il militare dovevo andare a Ventimiglia non sapevo dovera poi ho saputo che era in Liguria e c’è il mare ero  contento cosi potevo vedere il mare che non lavevo mai visto arrivati  a Ventimiglia la stazione era stata bombardata entriamo in una baracca aspettare che veniva la musica accompagnarmi sapevano che quel giorno venivano le reclute. Il mio Reggimento aveva combattuto in Francia erano verso il ….    e il monte grosso. Erano diciotto mesi che ero a militare c’è ordini che dovevamo andare in Russia eravamo in pensiero andare a fare la guerra ci pensavamo tutti anche quelli che avevano fatto già due guerre. Arriva il Re passiamo in rassegna i ultimi quindici giorni a Ventimiglia cera tanta gente che venivano trovare i suoi figli o fratelli  per vederli e salutarli forse per l’ultima volta, quando facevamo le marce vedevo per tre o quattro chilometri soldati una lunga colonna pareva che tutti i soldati D’Italia erano a Ventimiglia ma cera solo  un reggimento in giro per Ventimiglia si vedeva solo che soldati.

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